A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT
Rivisitando il vampirismo con echi del colore locale, la regista iraniana Ana Lily Amirpour dirige un horror che brilla per malìa e originalità, trovando una personalissima (e interessante) via al genere.
Lasciami uscire
Bad City, una città fantasma nel cuore di un Iran sospeso tra modernità e degrado. Tra le strade cittadine si muove Arash, un giovane che deve prendersi cura di suo padre Hossein, dipendente dall’eroina e incapace di dimenticare la defunta moglie. I due sono perseguitati da Saeed, uno spacciatore a cui Hossein deve dei soldi; questi, dopo che l’uomo, per l’ennesima volta, si è dichiarato impossibilitato a pagare, si impossessa dell’automobile di Arash come “risarcimento”. Il giovane, per riavere indietro la sua macchina, ruba un paio di orecchini dalla residenza della donna per cui lavora; ma, quando si reca a casa di Saeed, trova lo spacciatore morto, disteso in un lago di sangue. La responsabile dell’omicidio sembra essere una misteriosa ragazza che aveva lasciato l’abitazione poco prima dell’ingresso di Arash; successivamente, il giovane incrocia di nuovo la sua strada con quella della ragazza, restando attratto dalla sua enigmatica figura. Ma Arash dovrà presto rendersi conto che la giovane nasconde un segreto ancora più terribile.
Se il cinema iraniano, nell’ultimo ventennio, si è cristallizzato nell’immaginario collettivo con un preciso stereotipo (tematiche politiche e/o familiari, messa in scena scarna quando non minimale) un gruppo di nuovi autori, nel corso degli ultimi anni, ha testimoniato al contrario di una cinematografia viva, ricca di idee e stimoli, più che mai in evoluzione. Non solo Asghar Farhadi e la sua capacità di raccontare il suo paese attraverso una lettura personale dei generi, quindi; ma anche (su un versante più underground) alcuni giovani registi che si sono fatti fautori di un cinema maggiormente popolare, chiaramente debitore ai modelli occidentali. In questo contesto va letta un’opera come questo A Girl Walks Home Alone at Night, lungometraggio d’esordio della regista Ana Lily Amirpour, già presentato al Sundance Film Festival del 2014, e in seguito nell’edizione dello stesso anno del Festival del Film di Roma.
Un film, quello della Amirpour, definito dalla stessa regista, “il primo spaghetti western vampiresco iraniano”, avvalsosi di capitali statunitensi e della produzione esecutiva di Elijah Wood. E c’è, in effetti, molto dell’indie statunitense (il primo Jim Jarmusch innanzitutto) nonché del cinema popolare italiano di qualche decennio fa, nella costruzione visiva e narrativa del film della regista. Un vampire movie che rovescia molte delle convenzioni del genere (un vampiro di sesso femminile, un’ambientazione in un’imprecisata città iraniana, con tratti ibridi tra occidente e – medio – oriente), finanche quelle della sua variante moderna e metropolitana (un padre tossicodipendente, il figlio lavoratore che si prende cura di lui). In una lettura originale e personale del filone del vampirismo, il film non rinuncia alla riflessione sulla moderna società iraniana (un ribellismo al femminile che diventa nichilismo autodistruttivo), raccontandone (anche) le inevitabili contaminazioni con quella occidentale (l’ossessione per il denaro e per i suoi status symbol, tra cui l’automobile).
Una vera e propria sorpresa, dunque, questo horror d’esordio di Ana Lily Amirpour, almeno per quegli spettatori che non abbiano già assistito all’anteprima romana di due anni fa: un’interpretazione personale tanto del genere, quanto della sua variante più moderna, calata in un contesto insolito come quello di una città iraniana, capace di dire molto sulla contemporaneità del paese e sulle sue contraddizioni. La figura di vampira interpretata dall’attrice Sheila Vand (statunitense di origine iraniana, già vista in Argo di Ben Affleck) resta a lungo impressa nella memoria dello spettatore: la sua immagine velata, ma anche la fragilità mista a ferocia della sua interpretazione, costruiscono un’icona di immediata presa e di durevole suggestione. Visivamente accattivante, fotografato in un suggestivo bianco e nero, A Girl Walks Home Alone at Night si avvale di una regia avvolgente e di una colonna sonora più che mai azzeccata (tra composizioni eighities e rimandi a tonalità tipicamente morriconiane) sfruttando al meglio il genere per raccontare quello che è, insieme, un fosco dramma familiare e una malinconica (e aperta) love story.
Non si ravvisano veri difetti, in un esordio come A Girl Walks Home Alone at Night che mostra consapevolezza e capacità di giocare col genere e i suoi cliché, frustrando costantemente e rovesciando, nel segno di una totale libertà espressiva e narrativa, le attese dello spettatore. Proprio nel mancato rispetto delle convenzioni del genere (tra cui il carattere di contagio del vampirismo, qui assente) si può forse trovare una sorta di controindicazione per quegli spettatori più legati alla filologia horror (e alla sua più usurata iconografia). Non ci si aspetti, quindi (se non in chiave ironica) il più vieto armamentario del vampirismo, ma neanche le degenerazioni adolescenziali dei vari Twilight, o le derive pop à la True Blood. Siamo, piuttosto, di fronte a una lettura del genere che ha qualche punto di contatto con una sensibilità europea (viene in mente il cult svedese Lasciami entrare) o col gusto decadente dell’ultimo Jarmusch (il notevole Solo gli amanti sopravvivono); calata, tuttavia, nel contesto socioculturale iraniano, e filtrata da un’ottica che è assolutamente originale e personale.
Scheda
Titolo originale: A Girl Walks Home Alone at Night
Regia: Ana Lily Amirpour
Paese/anno: Iran, Stati Uniti / 2014
Durata: 101’
Genere: Horror, Drammatico
Cast: Mozhan Marnò, Sheila Vand, Ana Lily Amirpour, Arash Marandi, Caitlin Reza, Dominic Rains, Marshall Manesh, Maruti Garikiparthi, Masuka The Cat, Milad Eghbali, Pej Vahdat, Ray Haratian, Reza Sixo Safai, Rome Shadanloo
Sceneggiatura: Ana Lily Amirpour
Fotografia: Lyle Vincent
Montaggio: Alex O’Flinn
Musiche: Bei Ru
Produttore: Michael J. Zampino, Justin Begnaud, Shahrzad Davani, Chris Maleki, Sina Sayyah, Alan Noel Vega
Casa di Produzione: Say Ahh Productions, SpectreVision, Logan Pictures, Black Light District
Distribuzione: Academy Two
Data di uscita: 30/06/2016