THE INFORMER – TRE SECONDI PER SOPRAVVIVERE
The Informer - Tre secondi per sopravvivere, seconda regia per Andrea Di Stefano, è un action d’ambientazione carceraria muscolare e adrenalinico, con qualche buona idea non sempre sfruttata a dovere, che trova comunque il suo motivo d’interesse in un gran bel cast (Joel Kinnaman, Rosamund Pike, Clive Owen, Ana de Armas).
Sangue, droga e doppie verità
Domanda: pecchiamo forse di pigrizia mentale nell’avanzare la seguente ipotesi? L’ipotesi, cioè, che la materia di The Informer – Tre secondi per sopravvivere avrebbe potuto essere meglio trattata se diluita nelle cinque o sei ore del tipico raccontino (diminutivo scelto con cognizione di causa) serial televisivo? Le cinque-sei ore di una buona miniserie, niente di più, niente di meno.
La risposta all’ozioso quesito è, probabilmente, sì. Intendiamoci, la questione non è campata in aria. La tendenza del film a perdersi sistematicamente nella miriade di rivoli e rivoletti di cui si (s)compone, non paga fino in fondo. Ma questo è un caso contingente. Un problema di organizzazione del materiale, più che di congruità del mezzo espressivo. La regia di Andrea Di Stefano non ha la forza di mantenere tutte le promesse ma questo non basta, di per sé, a giustificare il trasloco di The Informer – Tre secondi per sopravvivere dal grande al piccolo schermo. Il voto in alto a destra, noterete, resta comunque positivo. Una sufficienza risicata è una sufficienza. Ora cerchiamo di capire perché.
Certo, uno pensa di avere dei problemi nella vita ma solo perché non ha mai sentito parlare di Pete Koslow (Joel Kinnaman). Ci sono due modi per raccontare la sua storia. Possiamo 1) Sorvolare sui fatti senza perderci nei particolari: Pete Koslow è un reduce di guerra affetto da shock post-traumatico, finito in galera, riciclato corriere della droga per conto della mafia polacca di New York e successivamente informatore Fbi agli ordini dell’agente Erica Wilcox (Rosamund Pike). Oppure 2) Scendere nello specifico: per il colmo di tutte le sfortune, Pete Koslow rimane coinvolto in un brutto pasticcio che costa la vita a un poliziotto sotto copertura. Il Generale (Eugene Lipinski), temibile boss della droga, lo rispedisce a questo punto e senza troppi complimenti nel carcere di Bale Hill, per capirci l’inferno sulla terra, a smistare in loco le operazioni di droga. Wilcox e il suo superiore Montgomery (Clive Owen) non si oppongono a quella che a tutta vista si preannuncia come l’inevitabile mattanza del protagonista, nella speranza di riuscir così a smantellare dall’interno il pericoloso cartello criminale. E tutto questo mentre il Detective Grens (Common) attribuisce all’innocente informatore la responsabilità dell’omicidio del collega infiltrato. Bene.
L’esposizione molto schematica tocca sostanzialmente la prima metà del film, che per comodità di spiegazione potremmo definire la metà ottimistica. Amor di spoiler ci impedisce di soffermarci sulla seconda parte, quella cioè in cui Koslow prende coscienza del fatto che, con l’eccezione della figlioletta Anna e della moglie Sofia (Ana de Armas), ciò che resta dell’universo interpreta il concetto di lealtà in maniera, ehm, piuttosto flessibile.
Adattamento del romanzo del 2009 Tre secondi, del duo svedese Roslund & Hellström, The Informer – Tre secondi per sopravvivere vede l’italiano Andrea Di Stefano tornare dietro la macchina da presa a cinque anni dall’esordio con Escobar: Paradise Lost, protagonista Benicio Del Toro. Per questa seconda regia Di Stefano, che è anche attore di cinema e televisione in patria e all’estero, rimaneggia uno script a firma Matthew Cook e Rowan Joffe. Il risultato è un action muscolare d’ambientazione carceraria, teso fino allo spasimo e infuso di un’atmosfera opprimente e di un fatalismo implacabile che prende al collo lo spettatore e non lo lascia fino a giochi fatti. Funziona poco il continuo attorcigliarsi del film intorno a un’idea di verità doppia tripla e mutevole, con i suoi mille tuffi carpiati che sono il riflesso di un mondo in cui, ovviamente, nulla è quel che sembra. Il punto di vista è tutt’altro che trascurabile, ma la mera enunciazione di un principio non basta a garantire un suo sviluppo organico e coerente. Anche il tentativo di allargare il fronte proiettando le ombre e le angosce del racconto nel tinello del protagonista e tatuando alcune verità della storia sul suo corpo, sa di troppo.
Cosa resta dunque? Un cast interessante, la lanciatissima Ana de Armas moglie e madre agguerrita, un Clive Owen un po’ sacrificato nel minutaggio, la disinvolta tranquillità del rapper Common. Notevole fisicità e una buona presenza quella dello svedese Joel Kinnaman, qui protagonista e, fuori scena, in ascesa perenne verso uno status divistico non ancora e non del tutto conquistato. Chiudiamo con un accenno alla splendida ambiguità hitchcockiana di una Rosamund Pike che proprio nel contrasto tra l’apparente freddezza dei suoi modi e la visceralità del racconto trova la scintilla, il conflitto, che fa da bussola alla sua interpretazione.
Imperfetto ma godibile, questo è The Informer – Tre secondi per sopravvivere, in sala dal 17 ottobre. Buona visione.
Scheda
Titolo originale: The Informer
Regia: Andrea Di Stefano
Paese/anno: Regno Unito / 2019
Durata: 113’
Genere: Drammatico, Poliziesco
Cast: Ana de Armas, Joel Kinnaman, Sam Spruell, Arturo Castro, Clive Owen, Martin McCann, Rosamund Pike, Common, Gene Gabriel, Ruth Bradley, Alex Ziwak, Daniel Duru, Eugene Lipinski, James Merrill, Jenna Willis, Joanna Kaczynska, John D. Hickman, Karma Meyer, Nasir Jama, Robin A Townsend, Roy Beck
Sceneggiatura: Matt Cook, Rowan Joffe, Andrea Di Stefano
Fotografia: Daniel Katz
Montaggio: Job ter Burg
Musiche: Brooke Blair, Will Blair
Produttore: Erica Lee, Mark Lane, Robert Jones, James Harris, Wayne Marc Godfrey, Basil Iwanyk
Casa di Produzione: thefyzz, Thunder Road Pictures, Imagination Park Entertainment, Maddem Films
Distribuzione: Adler Entertainment
Data di uscita: 17/10/2019