ESTRANEO A BORDO
di Joe Penna
Cosa succede se in una navicella spaziale in viaggio verso Marte ci sono quattro persone, ma ossigeno solo per tre? La vita è ancora sacra, o si dà addosso al passeggero clandestino? A questo e altro tenta di rispondere Estraneo a bordo, sci-fi dal cuore morale con un’idea potente alla base ma che si perde un po' per strada. Con Anna Kendrick, Toni Collette, Shamier Anderson e Daniel Dae Kim. Su Netflix.
Di morale e di ossigeno
Delle tante strade che poteva scegliere per il suo Estraneo a bordo, ora su Netflix, il merito del regista e co-sceneggiatore Joe Penna è quello di non aver cercato di somigliare troppo a quello che è venuto prima. Avrebbe potuto dilatare la parentesi claustrofobica del racconto e decorare l’ambiente a tinte horror, perchè nello spazio nessuno può sentire urlare nessun altro (Alien). O magari rintracciare nel viaggio l’architettura speculare, il grande disegno dell’esistenza umana (2001: Odissea nello spazio). Dirottare il grande tema e le convenzioni del genere su una piattaforma di meravigliosa poesia che non ha nulla a che vedere con il resto ma qui sta il bello (Solaris). Paragoni atroci, francamente insostenibili sul piano dell’arte, ma non si fa peccato a sottolineare come il film abbia poco a che spartire con questo modo di fare e di intendere la fantascienza. Approccio autoriale senza dubbio, ma con un cuore morale e un focus sull’individuo. Forse ha ragione chi nel film ha visto più di una sintonia con un classico del genere, ma più recente, come Gravity di Alfonso Cuarón, manifesto di fantascienza umanista. Qualcosa c’è.
La trappola del grande tema
Perché è così importante concentrarsi sull’idea portante, il senso nascosto del film, l’anomalia tematica che lo isola e caratterizza dentro e in opposizione al genere? Perché nel bene e nel male, sta tutto qui. Estraneo a bordo tende un po’ a nascondersi dietro al grande tema, talvolta l’impressione è di fare i conti con l’intelaiatura del racconto, e non con il film vero e proprio. Il dilemma morale che struttura le scelte dei protagonisti dovrebbe, autonomamente, dare profondità ai caratteri, accompagnare la narrazione e risolvere ogni contraddizione. Ci riesce, ma solo in parte. Ma quale dilemma morale, precisamente?
Ogni vita è sacra, teoricamente
Il futuro del film non è neanche troppo lontano. Viaggi interplanetari, Marte, esplorazione & colonizzazione; l’equipaggio è composto da capitan Toni Collette, la ricercatrice medica Anna Kendrick e il biologo Daniel Dae Kim (Lost). La nave era stata inizialmente progettata per due viaggiatori, lo spazio per il terzo si trova lavorando di creatività sugli ambienti. Non esattamente la miglior notizia del mondo, stando così le cose, la scoperta del passeggero clandestino Shamier Anderson. Specialmente quando salta fuori che l’impianto d’areazione è guasto, di ossigeno ce n’è per tre e forse anche meno, ma le persone a bordo sono quattro e quindi? Qualcuno deve morire?
Si fa presto a pontificare sulla sacralità della vita, perché in teoria, ma solo in teoria, sono (siamo) tutti d’accordo. Ma quando il tempo stringe, e l’aria pure, il rischio è di misurare la solidità della propria architettura morale imboccando una strada molto stretta. Che può condurre, e lo fa, su territori inesplorati e molto pericolosi. Estraneo a bordo tesse la sua tela sbrigativa sul tema umanità al bivio mostrando lo spettro della più orribile delle scelte morali in tutta la sua estensione, o quasi. Dall’istigazione al suicidio alla solidarietà e alla speranza, chissà se basterà, di un lieto fine. Ogni vita conta, ma è più facile a dirsi che a farsi. Vale la pena provarci, giusto?
Il film si perde per strada
Bello ritrovare Daniel Dae Kim su un palcoscenico di rilievo. Non capitava dai tempi, ugualmente ansiogeni, della popolare serie tv sull’isola pazzerella che viaggiava nel tempo. Nei contorcimenti etici del suo biologo l’unica traiettoria esistenziale davvero approfondita dal film. Per il resto, la struttura narrativa è lineare ma un po’ squilibrata.
Inaugurata da una sobria esposizione, che punta molto sul realismo dei corpi e su un tentativo di recuperare il senso di quotidianità da una situazione e un ambiente decisamente anomali. Estraneo a bordo prosegue suggerendo poi il senso di una minaccia strisciante tramite l’accumulazione di punti interrogativi (il clandestino, l’ossigeno, lo spettro di una scelta) ma scioglie i suoi nodi in maniera troppo frettolosa. Scivolando nel terzo atto sull’olio di un sentimentalismo, una scorza di melodramma che in retrospettiva finisce per smorzare il tono asciutto dell’esordio.
Scheda
Titolo originale: Stowaway
Regia: Joe Penna
Paese/anno: Stati Uniti, Germania / 2021
Durata: 116’
Genere: Fantascienza
Cast: Toni Collette, Shamier Anderson, Daniel Dae Kim, Anna Kendrick
Sceneggiatura: Joe Penna, Ryan Morrison
Montaggio: Ryan Morrison
Musiche: Volker Bertelmann
Produttore: Nick Spicer, Aram Tertzakian, Neshe Demir, Jens Wolf, Bastian Griese, Jonas Katzenstein, Maximilian Leo, Clay Pecorin, Ulrich Schwarz
Casa di Produzione: Stage 6 Films, Black Canopy Films, MMC Movies, Phiphen Pictures, RISE PICTURES, XYZ Films, RainMaker Films, Yale Productions, Augenschein Filmproduktion
Distribuzione: Netflix
Data di uscita: 22/04/2021