THE WITCHER 2

THE WITCHER 2

Un eroe silenzioso e indomito, una giovane ragazza con misteriosi poteri e un mondo ambiguo dove è sempre più difficile distinguere i nemici dagli amici. Questi sono gli elementi fondamentali alla base del successo della seconda stagione di The Witcher, seria tratta dalla saga di Andrzej Sapkowski. Su Netflix dal 17 dicembre 2021.

La magia di un successo

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Dopo pochi giorni dalla sua comparsa sulla piattaforma di Netflix, la seconda stagione di The Witcher ha conquistato i primi posti della classifica tra le serie più viste. Non solo ha ottenuto un numero di visualizzazioni pari a 142 milioni, riuscendo a superare anche se stessa, ma ha dato una nuova spinta alla prima stagione. È indiscusso, dunque, che ci si trovi di fronte a un enorme successo che, ancora una volta, chiarisce quanto sia potente il fascino del fantasy sull’immaginazione degli spettatori. E, guardando i nuovi otto episodi di quest’avventura ambientata in un mondo immaginario tra creature fantastiche, si comprendono perfettamente le motivazioni alla base di tanto apprezzamento. Prima di addentrarci tra i particolari narrativi e le tematiche sottintese, proviamo a riavvolgere un attimo il nastro e partire dall’inizio di questa vicenda. Tutto è cominciato con una saga di romanzi realizzati dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowski tra il 1990 e il 1999. La Saga di Geralt di Rivia racconta le gesta di uno degli ultimi strighi, ossia umani modificati dalla magia per combattere e sconfiggere i mostri. L’ambientazione, invece, è un continente di cui non si conosce mai il nome. Una terra immaginaria, dunque, divisa in due parti.

Quella meridionale è dominata interamente dall’impero di Nilfgaard, mentre il lato settentrionale è diviso tra diversi regni in lotta tra di loro. Ma chi popola esattamente questo luogo? Sicuramente gli uomini e le cosiddette Razze Antiche, ossia nani, gnomi e gli immancabili elfi. Già da quanto descritto fino a questo punto, dunque, si avverte forte e ben definita l’influenza di Tolkien e del suo Il Signore degli Anelli. Per quanto riguarda tutto l’impianto magico e la gestione del rapporto tra streghe e druidi, invece, entra in gioco l’immaginazione di Marion Zimmer Bradley, un’altra voce determinante nella costruzione della narrazione fantasy. Da queste influenze fondamentali, dunque, nasce il personaggio di Geralt che, nella seconda stagione, convinto di aver perso la sua Yennefer durante la battaglia di Sodden, inizia a prendersi cura della principessa Cirilla. La ragazza ha delle capacità magiche che ancora non riesce a controllare pienamente e che la destabilizzano. Per capire la portata del suo potere e per proteggerla, Geralt la mette in salvo a Kaer Morhen, la fortezza dov’è cresciuto ed è diventato uno strigo. Qui, però, comprende che il nemico più pericoloso è il mistero che la ragazza nasconde dentro di se e che potrebbe essere utilizzato come un’arma distruttiva, se gestito dalle mani sbagliate.

The Winter is Coming anche a The Witcher

The Witcher 2 recensione

Come abbiamo detto, i riferimenti culturali che hanno ispirato la saga sono molto chiari. A quelli già elencati si aggiunge anche l’immancabile Trono di Spade, diventato ormai un elemento di confronto al quale non si può ovviare quando si discute di fantasy. In questa seconda stagione, in particolare, la creatura nata dalla fantasia di George R.R. Martin fa sentire la sua influenza soprattutto da un punto di vista estetico. L’ambientazione invernale sempre innevata in cui si aggira questo eroe granitico, nel fisico come nell’espressione, ci fa esclamare che anche per The Witcher “The Winter is Coming”. La neve, però, ha una funzione narrativa. In qualche modo, infatti, diventa un prolungamento del gelo interiore che Henry Cavill mostra nella sua interpretazione di Geralt e, allo stesso modo, si confonde tra la capigliatura bionda, al limite del bianco, di Cirilla. Per uno strigo, però, il freddo e la stagione invernale non rappresentano un problema ma un momento per riposare e trarre nuova forza.

Per questo motivo, dunque, i primi episodi della seconda stagione mostrano un protagonista sicuramente meno in action ma più impegnato a comprendere i movimenti naturali e magici della sua protetta. Con il procedere della vicenda, cui s’intreccia su piani paralleli il destino di Yennefer e della popolazione elfica perseguitata dagli uomini, tutto si dipana con maggior velocità, aumentando anche l’interesse da parte dello spettatore. In questo senso, dunque, possiamo dire che la seconda stagione si muove, nella gestione della narrazione, attraverso dei ritmi puramente letterari in cui, a un prologo più riflessivo, segue un corpo centrale attivo fino ad arrivare a un epilogo che mette in discussione tutte le certezze acquisite. Perché, se c’è un aspetto che questa serie, ideata da Lauren Schmidt Hissrich, segue con grande chiarezza è la capacità di giocare con la suspense e l’intrattenimento. Lo spettatore, infatti, procede nella scoperta della vicenda accanto ai personaggi, immedesimandosi con loro e, in alcuni casi, venendo a conoscenza del pericolo con un certo anticipo. Una struttura classica, dunque, che però continua a produrre i suoi effetti come un teorema perfettamente dimostrabile.

I sottotesti

The Witcher 2 recensione

Esattamente come accade ne Il Signore degli Anelli, in questa saga e nella serie esistono dei sottotesti importanti che esulano dall’ambientazione magica, andando a raccontare una questione ben più universale e contemporanea. In particolare, in questa seconda stagione viene posta un’attenzione particolare nei confronti della persecuzione e dello sterminio della popolazione elfica. Considerata una razza inferiore e diversa, infatti, questa è ridotta alla fuga ed esposta al pericolo dell’estinzione. Questo semplice intreccio, dunque, mette in evidenza la questione del “diverso”, del giusto e dello sbagliato, della maggioranza e della minoranza.

Questioni, queste ultime, che il più delle volte non hanno nessun fondamento concreto, ma sono preconcetti creati esclusivamente da chi deve imporre la propria forza. Allo stesso modo il “sangue meticcio” viene interpretato come una limitazione più che come una ricchezza. Inevitabile, dunque, pensare che, alla base, ci sia una certa critica nei confronti della società moderna in cui l’altro è spesso visto con sguardo scettico e sospettoso. Soprattutto se proveniente da una cultura diversa. Come controcanto, però, verso la fine della stagione, The Witcher concede un segno di speranza invitando ad abbandonare la lotta solitaria e a capire quanta potenza c’è in un percorso condiviso.

The Witcher 2 poster locandina

Scheda

Titolo originale: The Witcher 2
Regia: Louise Hooper, Stephen Surjik, Sarah O’Gorman, Edward Bazalgette
Paese/anno: Stati Uniti, Polonia / 2021
Genere: Fantasy, Avventura
Cast: Henry Cavill, Royce Pierreson, Eamon Farren, Freya Allan, Lars Mikkelsen, Mimi Ndiweni, Yasen Atour, Adam Levy, Anna Shaffer, Anya Chalotra, Basil Eidenbenz, Joey Batey, Jota Castellano, Kim Bodnia, Mecia Simson, MyAnna Buring, Nathanial Jacobs, Paul Bullion, Tom Canton, Wilson Mbomio
Sceneggiatura: Lauren Schmidt, Beau DeMayo, Declan De Barra, Clare Higgins
Fotografia: Jean-Philippe Gossart, Romain Lacourbas
Montaggio: Jean-Daniel Fernandez-Qundez, Nick Arthurs
Musiche: Joseph Trapanese
Produttore: Steve Gaub, Sean Guest, Matthew O’Toole
Casa di Produzione: Netflix, Cinesite, Platige Image, Pioneer Stilking Films, Hivemind
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 17/12/2021

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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