LA BEFANA VIEN DI NOTTE 2 – LE ORIGINI

LA BEFANA VIEN DI NOTTE 2 – LE ORIGINI

La regista Paola Randi dirige con La Befana vien di notte 2 – Le origini un film dedicato ai ragazzi e alle famiglie, facendosi portavoce del potere dell’immaginazione e della fantasia attraverso la naturale romanità della sua protagonista e un uso degli effetti speciali volto a dare forza all’impossibile.

Il ritorno del cinema per ragazzi

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Ci sono dei film che, più di altri, devono essere collocati con particolare attenzione all’interno del genere cui appartengono prima di venire commentati. Si tratta, il più delle volte, di storie particolari con un carattere e una natura ben precisa. Due elementi che, se non considerati fin dall’inizio, potrebbero fuorviare lo sguardo critico e condurre a una valutazione non pienamente onesta. Questo è il caso del secondo capitolo de La Befana vien di notte, diretto da Paola Randi e scritto dal duo Guaglianone – Menotti. Un film indubbiamente non indimenticabile, ma che potrebbe incorrere in critiche fin troppo superficiali se non inserito di diritto all’interno di un cinema per ragazzi. Un genere che, fatta eccezione per alcune animazioni, negli ultimi anni ha perso appassionati e adepti. Tenendo conto di questo particolare elemento, dunque, questa seconda avventura prende in prestito atmosfere fantasy per costruire un’ambientazione dove il potere della magia e dell’impossibile trova possibilità di esprimersi con tutto lo stupore di cui solo un bambino può essere capace. Questo non vuol dire che questo La Befana vien di notte 2 – Le origini sia privo di difetti o di momentanee cadute di stile, ma ha comunque la capacità di strutturare una narrazione facilmente fruibile dai più piccoli, per cui il mondo dell’impossibile rappresenta ancora un universo completamente aperto e a piena disposizione. Ma proviamo ad andare con ordine evidenziando proprio gli aspetti che hanno reso questa sorta di prequel un’esperienza, in fin dei conti, sorprendente.

Chi è la Befana?

La Befana vien di notte 2 - Le origini recensione

Come abbiamo già accennato, rispetto al primo capitolo, la nuova avventura di La Befana vien di notte 2 – Le origini abbandona completamente la contemporaneità, riportando le lancette indietro verso un passato immaginario. Lo scopo del cambio di ambientazione è assolutamente funzionale per raccontare, in qualche modo, le origini di un personaggio “mitologico”come la Befana. Prima di continuare, però, è bene chiarire che nel film della Randi non è utilizzata in nessun modo l’iconografia classica della vecchina dall’aspetto obiettivamente inquietante, nonostante i dolci che porta in dono. Il suo posto, infatti, è preso dall’algida e smemorata Dolores, con le fattezze di Monica Bellucci, e dalla “scugnizza” Paola Diotallevi. Chi delle due sarà la versione più giovane e originale della Befana? Ovviamente, trattandosi di un film per ragazzi, la protagonista assoluta non poteva che essere una ragazzina dal volto sporco e dai modi impertinenti che, abituata a badare a se stessa, è una vera esperta di furti, insieme all’amico Chicco.

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Un’orfanella che, però, incappa nell’avventura sbagliata quando attira su di se lo sguardo del Barone De Michelis, un insolito Fabio De Luigi nei panni di un cattivo da commedia, famoso cacciatore di streghe e arrampicatore sociale senza scrupoli. Meno male che in suo aiuto arriva Dolores, bella e smemorata, che riesce a vedere tutte le potenzialità di Paola. In questo modo, dunque, non solo gli sceneggiatori scelgono un personaggio con cui il pubblico più giovane può empatizzare immediatamente ma, oltretutto, lo caratterizzano attraverso uno stile linguistico simpaticamente“coatto” e strafottente. Una caratteristica evidente ma mai esagerata o posticcia. Tutto merito della naturalezza della protagonista Zoe Massenti, che sembra uscita da un film di Verdone prima maniera, dove la romanità è un elemento che arricchisce e non una diminutio. La sua ruvidezza, ovviamente, è solamente una maschera di cinismo che, però, regista e sceneggiatori gestiscono senza nessuna intenzione di redenzione. Il cambiamento interiore di Paola, infatti, rappresenta solo una presa di coscienza delle sue potenzialità. Ossia una normale fase vissuta da qualsiasi ragazzino negli anni della sua crescita.

Creare la magia

La Befana vien di notte 2 - Le origini recensione

Un altro aspetto insolito per il cinema italiano, soprattutto quello dedicato ai più piccoli, è l’utilizzo degli effetti speciali. In La Befana vien di notte 2 – Le origini, in effetti, ne viene fatto un suo importante ma mai eccessivo o accessorio. Ovviamente non ci si deve aspettare un effetto patinato in stile Hollywood, ma nemmeno un risultato grossolano. Qui l’intervento tecnico s’inserisce con grazia nella vicenda, mettendosi al completo servizio della storia e, in modo particolare, della crescita e del cambiamento della giovane Paola. Per la regista, infatti, l’elemento irrinunciabile è l’aspetto magico che deve essere reso il più concreto possibile, sempre che si possa definire in questo modo un elemento che vive di sogno e immaginazione. E, in fin dei conti, il valore di questo film, oltre le diverse interpretazioni o la messa in scena, risiede proprio nella grande forza dell’immaginario, reale protagonista di una storia che attinge e reinventa la leggenda del magico.

La Befana vien di notte II – Le origini poster locandina

Scheda

Regia: Paola Randi
Paese/anno: Italia / 2021
Durata: 116’
Genere: Commedia, Fantasy
Cast: Alessandro Haber, Monica Bellucci, Vincenzo Sebastiani, Corrado Guzzanti, Francesco Russo, Fabio De Luigi, Giulietta Rebeggiani, Guia Jelo, Francesco Paolantoni, Luigi Luciano, Aurora Lera, Carlotta Scacco, Mario Luciani, Massimiliano Pazzaglia, Zoe Massenti
Sceneggiatura: Nicola Guaglianone, Menotti
Fotografia: Gherardo Gossi, Alberto Marchiori
Montaggio: Chiara Griziotti
Musiche: Michele Braga
Produttore: Andrea Occhipinti, Mattia Guerra, Stefano Massenzi
Casa di Produzione: Bartlebyfilm, Rai Cinema, Lucky Red
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 30/12/2021

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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