IL LUPO E IL LEONE
Ennesimo epigono del filone del film ecologista per famiglie, Il lupo e il leone dà il suo meglio quando a “recitare” sono gli animali che interpretano i due inseparabili protagonisti. Il film di Gilles de Maistre mostra poi, nella consapevolezza dell’irreversibilità dell’azione dell’uomo sugli equilibri naturali, un apprezzabile fondo amaro, che lo eleva al di sopra del livello di molte produzioni analoghe.
Una favola extraumana
Un filone che da sempre si rivela buono per tutte le stagioni, capace di catturare pubblico a tutte le latitudini, appartenente alle più diverse tipologie anagrafico-sociali, è quello del cosiddetto film per famiglie. Un filone con una solida storia, e tuttavia difficile da maneggiare in modo davvero consapevole: ciò in virtù della naturale, e per certi versi inevitabile, sovrabbondanza di buoni sentimenti che tende a contenere, e la sua attitudine a parlare a un’emotività facile e basilare. Questo è ancor più vero, forse, nel caso di quei film per famiglie a sfondo ecologista, un background che spesso e volentieri va d’accordo col genere: e forse, a ben vedere, le tematiche ecologiste sono parte integrante di una tipologia di racconto che voglia porsi come edificante, nonché capace di richiamare il modello della fiaba e la sua valenza pedagogica (magari epurata delle sue componenti più cupe e crudeli). E proprio alla fiaba – ecologista – guarda in definitiva un film come questo Il lupo e il leone, ultimo lavoro del regista Gilles de Maistre e seguito ideale del suo precedente (e fortunato) Mia e il leone bianco. Un approfondimento delle tematiche di quest’ultimo, che tuttavia evita di farsene mera riproposizione.
La strana coppia
La vicenda de Il lupo e il leone muove dal personaggio di Alma (Molly Kunz), giovane pianista che, alla morte del nonno, fa ritorno sull’isola in cui è cresciuta in Quebec, per prendere possesso della casa lasciatale in eredità. Mentre soggiorna nella tenuta per prepararsi a un importante esame – che dovrebbe permetterle di entrare in una prestigiosa filarmonica – la ragazza si imbatte casualmente in una lupa; questa sta cercando rifugio nella sua casa insieme al suo piccolo, in fuga dal tentativo di cattura da parte di due studiosi.
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Poco dopo, un incidente aereo provoca la fuga sull’isola di un cucciolo di leone, prelevato dall’Africa e destinato a un circo; Alma, spinta dal suo spirito animalista, finisce suo malgrado per adottare entrambi i piccoli esemplari, che ribattezza rispettivamente Mozart e Dreamer. La ragazza fa crescere insieme i due animali, che diventano presto inseparabili amici; ma un incidente finirà per provocarne la separazione mettendone in pericolo le stesse vite.
Inclusività animalista
Se si pensa a come il cinema per famiglie ecologista, spesso, esplori il rapporto tra l’umano e l’animale – il più delle volte mettendo in luce la posizione di forzata subalternità del secondo verso il primo – Il lupo e il leone fa, almeno in questo, un interessante allargamento dell’ottica: nel film di Gilles de Maistre, infatti, c’è anche e soprattutto il tema del rapporto tra specie diverse, legato qui a doppio filo all’azione umana, con la forzata rilocazione delle specie lontano dai loro habitat naturali. Il rapporto tra un lupo e un leone, due specie entrambe predatrici che tuttavia, in natura, non potrebbero mai trovarsi a convivere, vuole mettere in scena una situazione di paradosso, con una doppia valenza: da un lato c’è la denuncia dell’azione umana, che pur laddove costruisce riserve e “bioparchi” finisce inevitabilmente per alterare un equilibrio e ridurre gli altri animali a uno stato di più o meno marcata cattività; dall’altro, la trasparente metafora sull’accettazione e la tolleranza, rappresentata attraverso due esseri entrambi predatori (quindi teoricamente in competizione) che finiscono per sviluppare empatia e non ostilità. È qui che la natura pedagogica del film di De Maistre diventa più palese, laddove mostra la tendenza alla discriminazione e al rifiuto per il diverso – così usuali nelle società umane – come estranee al più inclusivo mondo animale.
Il fondo amaro
Se la parte de Il lupo e il leone che vede protagonisti gli umani è forse quella più debole, costretta in un intreccio un po’ esile (con l’usuale figura del circense malvagio, contrastato dal figlio che, in virtù della sua giovane età, si rivela più umano e lungimirante), sono le scene con protagonisti Mozart e Dreamer a funzionare al meglio: momenti che restituiscono in gran parte l’occhio da documentarista di De Maistre, aiutato in questo dalla splendida location naturale dell’isola di Lac Sacacomie, riserva naturale e paesaggio incontaminato. Uno sfondo che esalta la “recitazione” dei vari esemplari che interpretano i due animali – nei differenti stadi della loro vita – che danno il loro meglio proprio quando interagiscono tra loro a prescindere dalla presenza umana. Una presenza che in fondo si rivela (relativamente) necessaria solo nel personaggio di Alma, sorta di eroina disneyiana mossa dalla cocciutaggine dei giusti.
Il lupo e il leone, nella sua efficace natura di favola ecologista per famiglie, mostra tuttavia (anche) un fondo amaro, che rappresenta forse, nella sua originalità, il suo aspetto più interessante: la consapevolezza, ribadita nella conclusione della storia, che l’azione umana abbia alterato per sempre gli equilibri naturali, e che le specie subalterne non abbiano potuto che adattarsi, soccombendo a una violenza che resta presente anche laddove si nasconde tra le pieghe dello studio e della necessità di conoscenza. Una consapevolezza che regala un ending meno happy che in altre storie, e che eleva il film al di sopra del livello medio delle produzioni del genere.
Scheda
Titolo originale: The Wolf and the Lion
Regia: Gilles de Maistre
Paese/anno: Stati Uniti, Canada / 2021
Durata: 99’
Genere: Avventura
Cast: Charlie Carrick, Brent Radford, Daniel Brochu, Derek Johnson, Evan Buliung, Graham Greene, Jean Drolet, Melissa Plante, Molly Kunz, Paula Costain, Rebecca Croll, Rhys Slack, Victor Cornfoot
Sceneggiatura: Prune de Maistre
Fotografia: Serge Desrosiers
Musiche: Armand Amar
Produttore: Claude Léger, Francois Mergier, Jacques Perrin, Valentine Perrin, Jean Drolet, Sylvain Proulx, Gilles de Maistre, Jonathan Vanger, Nicolas Dumont, Nicolas Elghozi
Casa di Produzione: Mai Juin Productions, Galatée Films, Les Productions Wematin, StudioCanal, M6 Films
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 20/01/2022