INVENTING ANNA

INVENTING ANNA

Creata da Shonda Rhimes

Voto: 8

Dal capello magico di Shonda Rhimes esce Inventing Anna, una miniserie tv presentata sulla piattaforma di Netflix dove si gioca tra reale e immaginario, ricostruendo il ritratto di uno dei personaggi femminili più sfuggenti raccontati negli ultimi tempi.

Questa storia è completamente vera tranne che per tutte le parti che sono totalmente inventate

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Solitamente si dice che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina, o che l’apparenza può ingannare. Due detti che provengono dalla saggezza popolare e che, in questo caso, sembrano adattarsi perfettamente a Inventing Anna, la miniserie tv Netfliz prodotta da Shonda Rhimes, interpretata da Giulia Garner e Anna Chlumsky. Dalle prime immagini, infatti, sembra di essere stati catapultati in un rifacimento più adulto di Gossip Girl, ma bastano veramente pochi minuti per capire che, attraverso la rappresentazione del lusso newyorkese e immagini patinate, si vuole raccontare una storia tutt’altro che superficiale dove i temi principali sono le difficoltà sostenute dalle donne per imporre la propria professionalità, l’esigenza di emergere e il sogno americano visto con gli occhi di uno straniero. Tutto questo, poi, assume un valore ancora più interessante se si considera l’ambientazione nell’America di Donald Trump e il fatto, tutt’altro che trascurabile, che si tratta di una vicenda realmente accaduta. Per comprendere bene di cosa si sta parlando, dunque, è bene partire proprio dalle pagine della cronaca. Tutto inizia da un articolo di Jessica Pressler pubblicato sul New York Magazine. Si trattava di un’inchiesta in cui la giornalista cercava di ricostruire come Anna Delvey sia riuscita a conquistare e imbrogliare gran parte del jet set newyorkese, senza dimenticare finanzieri e grandi gruppi bancari.

Ad appena 26 anni, infatti, questo personaggio, ambiguo e al tempo stesso affascinante, viene arrestata per frode dopo aver fatto credere ai vertici più alti e irraggiungibili della città che non dorme mai di essere un’ereditaria tedesca. La sua vita a molte stelle è tutta immortalata su Instagram, e anche durante il processo per frode continua a far parlare di se per il suo stile. Tutto è accaduto nel 2017. Anna Sorokin, questo si scoprirà essere il suo vero nome, è in attesa di ricevere dei fondi consistenti per dare vita a una fondazione per l’arte contemporanea del valore di 60 milioni di dollari. Nel frattempo, però, inizia a frodare hotel di lusso, banche e amicizie importanti. Ma come riesce a portare avanti tutto questo? Le cronache la descrivono come una giovane donna carina ma non così bella per dare scacco matto a un mondo maschile tanto potente utilizzando solo il sex appeal. A fare di lei un personaggio unico, infatti, sono delle caratteristiche ben diverse come cultura, fascino e la capacità di manipolare le persone. Tutti elementi che fanno di lei uno dei personaggi più enigmatici, potenzialmente pericolosi e ambigui raccontati dal cinema o dalla televisione. E il fatto che non sia inventato ma assolutamente reale rende il tutto ancora più inquietante e affascinante al tempo stesso.

Who’s That Girl?

Inventing Anna recensione

Anna appare improvvisamente sulla scena sociale e culturale di Manhattan. Nessuno sa da dove provenga esattamente ma il suo stile, l’eleganza naturale e un buon gusto esercitato a lungo nell’abbigliamento come nel cibo, nel vino e nell’arte sembrano parlare per lei e garantire sulle sue origini di ereditiera. Questo è quello che vede Vivian, una giornalista alla ricerca della storia giusta per riscattare la propria carriera, osservando le foto sul profilo Instagram di questa giovane ragazza caduta improvvisamente dall’Olimpo dei privilegiati. Cosa c’è, però, dietro la facciata di una vita volutamente esposta? Chi è veramente Anna e cosa desidera? Il suo profilo è psicotico oppure si tratta di un’intelligenza lucida? Questi sono solo una parte degli interrogativi che, attraverso la caparbia ricerca di Vivian, Inventing Anna pone anche agli spettatori, riuscendo a inchiodarli, un episodio dopo l’altro, a un volto di donna sempre sfuggente.

Ad accendere e mantenere l’interesse contribuisce anche una narrazione gestita come una vera e propria inchiesta il cui fine è ricostruire il ritratto di Anna. Per riuscire anche solo lentamente a ottenere questo risultato, è necessario l’intervento di chi l’ha avvicinata o è entrato nel cerchio magico del suo fascino. Per questo motivo ogni episodio è dedicato a un racconto profondamente soggettivo della protagonista il cui scopo è spingere a capire sotto quanti e quali strati di mistificazione si nasconde un piccolo frammento di verità. Un puzzle che non è assolutamente facile da comporre perché il ritratto di Anna è sempre relativo e parziale. Solamente alla fine, grazie al rapporto personale creato con Vivian, riusciremo a capire la forza che muove la sua mente, i desideri che la rendono inarrestabile di fronte al raggiungimento della fama. Più di qualsiasi altra cosa, infatti, questa giovane donna di ventisei anni desidera affermare la sua intelligenza, acume e arguzia battendo un mondo profondamente e radicalmente maschile. E, vista da quest’ottica, il riconoscimento di otto capi d’accusa su dieci è la dimostrazione che è riuscita nel suo intento. La giuria, decretandola colpevole, ha ammesso la superiorità della sua mente, capace di ridicolizzare e mettere in ginocchio il mondo degli affari di New York.

Il sogno americano al femminile.

Inventing Anna recensione

Continuando ad analizzare i sottotesti della vicenda di Inventing Anna, salta chiaramente agli occhi come una delle tematiche centrali sia la questione femminile, soprattutto in relazione alle ambizioni e alle realizzazioni personali. Non solo la protagonista e la voce narrante di questa storia sono rappresentate da due donne, ma molte altre co-protagoniste contribuiscono a scriverne pagine importanti raccontando una verità ben più ampia. Vivian, ad esempio, vive un momento di difficoltà dopo un errore commesso per troppa fiducia in suo collega. Il prezzo da pagare è un blocco improvviso della carriera giornalistica, lasciandola in una sorta di limbo di notizie stantie e ormai fuori tempo massimo. Tutto questo perché, come ci ricordano, alle donne uno sbaglio non viene mai condonato. Anna, dal canto suo, cerca il riscatto per un’adolescenza svantaggiata. Vuole che il mondo si accorga del suo potenziale, di quella sorta d’intelligenza omicida che la porta a vivere costantemente in bilico tra la bellezza dei suoi sogni e la freddezza necessaria per non crollare. Introno a loro, gravitano un gruppo di donne tutte mosse dalla necessità di non scomparire nell’anonimato o di non perdere la propria reputazione professionale.

In una New York dove comanda la forza del denaro e tutti vogliono qualche cosa, la vita declinata al femminile è tutt’altro che semplice se si ha la presunzione di voler essere protagonista del proprio mondo. Nonostante la moda sia al centro della vita di Anna, dunque, questa volta non vediamo il roseo punto di vista, non si corre dietro all’amore e, soprattutto, non si utilizzano delle Manolo Blahnik come un semplice oggetto del desiderio. In Inventing Anna, come nella vita reale di questo personaggio fuori dal comune, la moda e lo stile hanno sempre rappresentato un modo con cui riuscire a scardinare le resistenze di determinati ambienti. Non è un caso, infatti, che nel corso di poco tempo Anna cambi più volte il suo look, adattandolo, in modo particolare, alle ambizioni e alle aspettative del piccolo e blindato universo che desiderava conquistare. Perché in una città come New York e, soprattutto in un paese come quello di Trump, tutto può essere manipolato e riletto, anche il sogno americano.

Inventing Anna poster locandina

Scheda

Titolo originale: Inventing Anna
Creata da: Shonda Rhimes
Regia: David Frankel, Ellen Kuras, Nzingha Stewart, Tom Verica, Daisy von Scherler Mayer
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Durata: 67 (episodio)’
Genere: Drammatico
Cast: Terry Kinney, Julia Garner, Kate Burton, Alexis Floyd, Anders Holm, Anthony Edwards, Arian Moayed, Caitlin FitzGerald, Katie Lowes, Laverne Cox, Tim Guinee, Anna Chlumsky, Anna Deavere Smith, Armand Schultz, Chris Cafero, Jeff Perry, Kyle Beltran, Rebecca Henderson, T.L. Flint
Sceneggiatura: Abby Ajayi, Jess Brownell, Matt Byrne, Juan Carlos Fernandez, Carolyn Ingber, Nicholas Nardini, Shonda Rhimes
Fotografia: Manuel Billeter, Maryse Alberti, Pierrot Colonna, Tim Norman
Montaggio: Kayla Emter, Michael Hathaway, Gregory T. Evans
Musiche: Pierre Charles, Kris Bowers
Produttore: Holden Chang, Jessica Pressler, Shonda Rhimes
Casa di Produzione: Shondaland
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 11/02/2022

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Trailer

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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