I FILM PER UN SAN VALENTINO DA SINGLE

I FILM PER UN SAN VALENTINO DA SINGLE

Ironici, romantici e, a volte, sottilmente cinici. Questi sono i film perfetti per la giornata più romantica dell’anno nel caso non si abbia un compagno o una compagna con cui condividerla. Perché ridere dell’amore è sempre possibile.

Quando il romanticismo fa ridere

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San Valentino è arrivato e a raccontarcelo è anche il cinema. In effetti il grande schermo ha sempre celebrato l’amore con o senza lieto fine. Amori compiuti, persi, riconquistati, sofferenti o finiti. Ogni aspetto di questo sentimento è stato finemente scandagliato utilizzando diversi tipi di toni che vanno dal dramma, al melò, arrivando fino alla commedia. Sarà per quest’ampia produzione che realizzare le immancabili liste dei migliori film romantici per festeggiare degnamente la giornata non è poi un’impresa difficile e, a dirla tutta, nemmeno molto originale. Ma cosa fare se all’arrivo di quest’appuntamento si è single? Il cinema corre in aiuto anche in questo caso proponendo soprattutto delle storie leggere dove le atmosfere sono rese più brillanti da un pizzico di cinismo e non rischiano di essere troppo stucchevoli. Due caratteristiche, ad esempio, che sembrano vestire alla perfezione il cinema britannico, sempre pronto a ridere dei propri protagonisti con una certa dissacrante leggerezza. Per questo motivo, dunque, se si è appassionati di pellicole dal gusto british è praticamente impossibile evitare il tocco inconfondibile di Richard Curtis.

Love Actually

Tra tutti i suoi film la scelta cade in modo particolare su Love Actually – L’amore davvero, ormai diventato un classico, e sull’indimenticabile Quattro matrimoni e un funerale, pellicola che ha decretato la consacrazione di un giovane Hugh Grant. Il primo, dopo la sua presentazione Fuori Concorso al Festival di Venezia del 2003, è riuscito a diventare non solo un must del racconto amoroso, ma anche delle festività natalizie. Un doppio successo che Curtis ottiene grazie a una narrazione del sentimento a tutto tondo, andando a scandagliare ogni età e aspetto dell’amore fino ad allargarlo a una visione universale. Come se non bastasse, al suo interno inserisce due scene iconiche. La prima ci mostra un Hugh Grant ballerino nei panni del Primo Ministro britannico. La seconda, invece, mostra una delle dichiarazioni d’amore più efficaci e d’effetto della storia del cinema. Perché poche frasi possono colpire al cuore più di “to me you are perfect. Più o meno dieci anni prima, però, Curtis si era destreggiato in un altro racconto corale sull’amore, mettendo in scena un’allegra compagnia di amici tutti uniti da una diversa interpretazione del sentimento. Nel 1994 Quattro matrimoni e un funerale riesce a sorridere proprio sull’istituzione del matrimonio, chiarendo che, grazie anche a quel famoso “spiritoso santo”, ognuno ha il diritto di trovare un personale equilibrio nella sfera personale. Oggi può sembrare un fatto scontato ma, in quel momento, ad esempio, ancora non era così usuale parlare al cinema di una coppia gay.

Se la commedia è donna

Pitch Perfect

Solitamente la commedia romantica è abbinata con facilità a un pubblico femminile. Una convinzione non poi così lontana dalla verità, anche se è possibile registrare delle eccezioni. Considerato quest’apprezzamento, dunque, non è raro trovare delle pellicole con al centro una figura femminile molto forte, disposta a conquistare la felicità in amore e, quasi sempre, a complicare le cose con le sue mani. Ovviamente il pensiero corre immediatamente a Bridget Jones, la paladina di tutte le single che si sentono incapaci di mostrare il proprio sex appeal. In questo caso, però, la ragazza più goffa e simpatica di Londra è destinata a lasciare il passo ad altre protagoniste.

Le prime sono il gruppo ben nutrito e variegato delle Bellas, capitanato da Anna Kendrick. Il riferimento è al film Pitch Perfect, perfetto per un San Valentino da single per il suo mashup musicale a cappella e per la tematica dove il vecchio ma sempre efficace girl power fa bella figura di se. Per chi, invece, ha voglia di una commedia romantica dalla struttura più classica, ma con al centro una protagonista forte e indipendente, Il matrimonio del mio migliore amico può essere la scelta giusta. Al centro della vicenda c’è una giovane Julia Roberts, critico culinario, che, dopo un inaspettato invito a nozze, scopre di essere ancora innamorata del futuro sposo, suo ex e grande amico. Con queste premesse, il film diretto da P.J.Hogan dà vita a una serie di situazioni paradossali e comiche col tentativo di bloccare il matrimonio. Alla fine, però, la protagonista si dovrà rende conto che il suo tempo è trascorso e imparerà che “se ami qualcuno devi dirglielo, se no il momento… il momento passa”.

Romanticismo al maschile

500 giorni insieme

Non è molto frequente ma, in alcuni casi, il cinema ha raccontato il mal d’amore declinandolo tutto al maschile senza andarsi a rifugiare in atmosfere troppo ciniche. Piuttosto, ha preferito utilizzare un tono fortemente ironico, provando a prendere in giro le insicurezze dell’altra parte della mela. Un perfetto esempio di questo tipo di racconti è il film Crazy, Stupid, Love, interpretato da Ryan Gosling e Steve Carell. Il primo è il simbolo dell’uomo perfetto, grande conquistatore e fisico scolpito da sembrare modificato con Photoshop. Il secondo, invece, è un uomo normale, sposato da molti anni, che si trova ad affrontare una separazione indesiderata. Cosa hanno in comune i due? Ovviamente nulla. Eppure le loro strade s’incrociano tanto che il conquistatore si ammalerà di romanticismo e l’uomo tranquillo scoprirà il suo potenziale con il mondo femminile. Chiudiamo questa carrellata tra i film romantici per un San Valentino da single con una commedia forse poco conosciuta al grande pubblico, ma che vale la pena ricordare o scoprire per la sua delicata freschezza. Si tratta di 500 giorni insieme, con protagonisti due giovanissimi Joseph Gordon-Levitt e Zooey Deschanel. In questo caso è il personaggio di Tom a credere fermamente nell’amore, tanto da rincorrerlo a tutti i costi, anche se con la ragazza sbagliata. Una storia, questa, perfetta proprio per insegnare a non accontentarsi. D’altronde, solo facendo spazio nella vita diamo la possibilità a qualche cosa di nuovo di arrivare.

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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