AMBULANCE
di Michael Bay
Presentato come un film di Michael Bay meno muscolare del solito, Ambulance è in realtà un discreto tentativo di adattamento dello stile del regista alla dimensione del remake (qui di un film europeo). Il risultato, dal buon ritmo e dall’ovvia improbabilità, farà felici i fans del regista, restando un superfluo divertissment per tutti gli altri.
Fratelli braccati
Remake del film danese omonimo del 2005, questo Ambulance è stato annunciato, fin da quando Michael Bay è entrato nel progetto, come una deviazione dallo stile usuale del regista americano, da quell’ipercinetismo patinato che è ormai marchio di fabbrica per l’uomo che ha creato le saghe di Bad Boys e Transformers. Un annuncio che potrebbe lasciare un giustificato scetticismo, vista l’indubbia coerenza con cui Bay ha proposto, in quasi un trentennio di carriera, un cinema d’azione tutto basato sulla saturazione (soprattutto visiva), in cui lo sfarzo dei mezzi produttivi si accompagna a un montaggio talmente rapido da risultare, spesso, ai limiti della leggibilità. Tutte caratteristiche che, è bene dirlo subito, non mancano nemmeno in quest’ultima prova, che segna il ritorno del regista a un film distribuito su grande schermo (negli USA il passaggio sulla piattaforma Peacock avverrà 45 giorni dopo l’uscita cinematografica) dopo il recente film destinato a Netflix 6 Underground. Tuttavia, è indubbiamente vero che il soggetto mutuato da un altro film (in questo caso europeo: è la prima volta per Bay) favorisce in effetti un approccio lievemente meno muscolare al soggetto, che si sforza almeno di abbozzare un background per la vicenda che vuole mettere in scena.
Vivere e rapinare a Los Angeles
Al centro della trama di Ambulance c’è il personaggio di William Sharp (col volto di Yahya Abdul-Mateen II), ex marine decorato che cerca disperatamente la somma necessaria per curare sua moglie Amy, affetta da una grave forma di tumore e priva di copertura assicurativa. L’uomo si rivolge al suo fratello adottivo Danny (Jake Gyllenhaal), che gestisce un concessionario di auto come copertura per una serie di attività criminali. Questi gli propone di prendere parte a una rapina in banca per una somma gigantesca, che permetterebbe non solo a William di pagare le cure per sua moglie, ma anche a Danny e a tutta la banda di ritirarsi dall’attività criminale.
William, controvoglia, accetta, ma le cose vanno subito male: durante il colpo, l’uomo spara ferendo gravemente un agente di polizia. Nei concitati eventi che seguono, i due prendono possesso dell’ambulanza che stava trasportando all’ospedale l’agente ferito, prendendo in ostaggio questi e la paramedica Cam (Eiza González). Inizierà così un frenetico inseguimento per le strade di Los Angeles, coi due braccati dalle squadre speciali della polizia e dall’FBI.
L’educazione criminale di Will e Danny
Già dal prologo, un flashback che mostra l’infanzia dei due fratelli adottivi, si avverte in effetti il tentativo di Ambulance di costruire un minimo di cornice, contestualizzando per quanto possibile quello che resta, al suo cuore, un action movie puro, basato in gran parte sul concetto di tempo reale; un approccio mutuato parzialmente da esempi come Speed, cult mai dimenticato di Jan De Bont uscito nel lontano 1994. In questo senso, all’impostazione “pura” dell’azione, centrata su un soggetto più che mai essenziale (un lungo inseguimento coi protagonisti braccati, con l’elemento di tensione sempre presente delle condizioni dell’agente ferito) si unisce un tentativo di caratterizzazione più marcata del contesto (umano e sociale), in particolare nella delineazione del background dei tre personaggi principali. Un tentativo che almeno al suo livello più superficiale dà i suoi frutti, visto il soffermarsi iniziale della sceneggiatura sul rapporto tra i due fratelli, sulla loro “educazione criminale” da parte di un padre rapinatore, e sulla successiva rottura a causa della scelta di William di allontanarsi dagli ambienti criminali.
Sacrifici sull’altare dell’azione
Se la parte iniziale di Ambulance – che da un lato mostra i preparativi del colpo da parte dei due fratelli (e dell’improvvisata banda), e dall’altro introduce il personaggio di Cam – punta a far salire la tensione, facendo convergere come pedine i personaggi sul luogo della rapina, la parte successiva si articola sul lunghissimo inseguimento al centro del film, mostrando il più classico dei canovacci con due protagonisti braccati. Anche in questa fase, come nella prima, la sceneggiatura tenta di sfruttare i dialoghi che inframezzano l’azione, per proseguire una caratterizzazione in fieri dei personaggi (in particolare di quello della paramedica interpretata da Eiza González); ma Bay non è mai stato regista uso alle caratterizzazioni psicologiche complesse, né a un cinema di genere realmente guidato dai personaggi. La componente action più muscolare e pirotecnica, per quanto più contenuta che in passato, finisce inevitabilmente per fagocitare lo sviluppo del dramma – in sé non privo di potenziale – che si svolge all’interno dell’ambulanza. In questo, a soffrirne è soprattutto il personaggio (mal sfruttato) di Cam, il cui sviluppo non va al di là di un ritrovato (e mai giustificato) senso di umanità ed empatia nello svolgimento del suo lavoro.
Il prodotto-Bay
Ambulance offre comunque, nei suoi 135 minuti di durata, il consueto campionario di esplosioni, scontri e montaggio serratissimo che hanno reso noto Michael Bay in tutto il mondo, appena attenuati dalle necessità di un soggetto da altri (e in altre latitudini) concepito. Un campionario che, a livello di puro ritmo cinematografico, fa comunque bene il suo mestiere, non facendo mai calare la tensione e conducendo la storia a un finale piuttosto telefonato, ma in fondo in linea con le sue premesse. Non ci soffermeremmo qui sull’improbabilità della risoluzione della vicenda, né sull’inconsistenza dei personaggi secondari (tra questi, l’agente dell’FBI col volto di Keir O’Donnell), o sui goffi tentativi di melò in cui la sceneggiatura si lancia, rischiando in più di un’occasione il ridicolo involontario. Si può semmai rimarcare la buona prova di un Gyllenhaal che, con un personaggio caratterizzato lo stretto essenziale dello script, trova la giusta mistura di istrionismo borderline, affetto fraterno e humour, e su un Yahya Abdul-Mateen II in fondo misurato ed efficace. Qualche momento grottesco e sopra le righe (specie quelli che vedono protagonista lo strambo aiutante di Danny), stempera in parte il tono roboante del tutto, ma si tratta di semplici frammenti. Nella sua essenza, Ambulance resta puro Michael Bay, che adatta discretamente bene il suo approccio alla regia alla dimensione del remake. Prendere o lasciare.
Scheda
Titolo originale: Ambulance
Regia: Michael Bay
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Durata: 136’
Genere: Drammatico, Azione, Thriller
Cast: Moses Ingram, Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul-Mateen II, Eiza González, Garret Dillahunt, Colin Woodell, Cedric Sanders, Chelsea Harris, Jose Pablo Cantillo, Remi Adeleke, Sheila Houlahan, A Martinez, Brendan Miller, Devan Long, Gary Sievers, Jackson White, Jamie McBride, Jesse Garcia, Kayli Tran, Keir O'Donnell, Olivia Stambouliah, Victor Gojcaj
Sceneggiatura: Chris Fedak
Fotografia: Roberto De Angelis
Montaggio: Pietro Scalia, Doug Brandt, Calvin Wimmer
Musiche: Lorne Balfe
Produttore: Bradley J. Fischer, William Sherak, James Vanderbilt, Ian Bryce, Michael Bay
Casa di Produzione: Universal Pictures, Bay Films, Project X Entertainment, New Republic Pictures, Endeavor Content
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita: 24/03/2022