UNA STORIA D’AMORE E DI DESIDERIO

UNA STORIA D’AMORE E DI DESIDERIO

Presentato a Cannes nella sezione Settimana della critica, Una storia d’amore e di desiderio descrive un viaggio intimo e giovanile alla scoperta delle proprie origini e della gestione di un amore in cui il sentimento richiede di vivere anche la controparte fisica. Il tutto declinato tra le atmosfere poetiche e quotidiane di un mondo arabo più sfaccettato di quanto si possa credere.

L’educazione sentimentale

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Ahmed è un ragazzo di origini algerine che, insieme ai suoi genitori, vive in una banlieue parigina. Nato e cresciuto in Francia, conosce ben poco della cultura della sua famiglia e s’identifica, per pura comodità e consuetudine, con la comunità araba. Nella realtà dei fatti, però, vive in una sorta di terra di mezzo, visto che percepisce di essere diverso dall’ambiente che lo circonda. Rispetto ai suoi amici d’infanzia, infatti, ha talento e propensione per lo studio. Qualità che lo portano a frequentare, grazie a una borsa di studio, la Sorbone e, in particolare, i corsi di poesia romantica ed erotica araba. Anche la sua famiglia, però, sembra essere avulsa da lui. Nonostante il grande amore che li unisce, infatti, non comprende l’inattività del padre, vinto da una condizione sociale e lavorativa che non lo qualifica per le sue effettive capacità culturali.

Fuggito durante la guerra civile del 1991, che vedeva opposto il governo a dei gruppi islamisti, l’uomo sente di aver perso la sua vera identità una volta arrivato in Francia. Per questo motivo, dunque, i suoi figli non conoscono l’arabo e sono all’oscuro di molti aspetti della cultura d’origine. Tutti questi elementi vanno a costruire delle vere e proprie barriere nella vita emotiva di Ahmed. Una serie di blocchi e rigidità che, però, vengono messi in evidenza grazie all’incontro con Farah. La ragazza, arrivata dalla Tunisia per motivi di studio, rappresenta un mondo sicuramente più definito di quello del ragazzo, riuscendo a mettere in difficoltà le sue rigidità grazie a un amore giovanile che, con tutta la sua passionalità, mette in discussione sentimento e desiderio. Due elementi che, se fusi insieme, creano la relazione perfetta.

L’identità e il sesso

Una storia d’amore e di desiderio, Sami Outalbali e Zbeida Belhajamor in una scena del film di Leyla Bouzid
Una storia d’amore e di desiderio, Sami Outalbali e Zbeida Belhajamor in una scena del film di Leyla Bouzid

Quale legame può esserci tra la consapevolezza della propria provenienza e la naturalezza con cui si vivono le prime esperienza sessuali? Per la regista Leyla Bouzid il rapporto è stretto. Almeno per quanto riguarda la crescita e l’evoluzione personale di Ahmed. La sua inconsapevolezza culturale, infatti, sembra influenzare in modo diretto anche la sua vita privata. Non sapendo bene cosa vuol dire far parte della comunità algerina e, allo stesso tempo, non riuscendo a identificarsi come francese, diventa ostaggio di diverse influenze di base islamica che cercano di sottometterlo a dei comportamenti più radicali. In realtà, grazie a questo Una storia d’amore e di desiderio, scopriamo quanto il mondo arabo e la sua cultura siano ampiamente frastagliati e complessi. Una presa di coscienza che accomuna lo spettatore come il protagonista del film, ma non la regista la quale, ben prima del giovane Ahmed, è passata attraverso una scoperta consapevole di sé. In questo modo, durante le lezioni della Sorbone viene messo in evidenza un lato più passionale e sensoriale di un mondo che si pensa essere genericamente restrittivo.

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Seguendo questa linea del discorso, infatti, la Bouzid utilizza il piacere fisico e il desiderio come un volano attraverso il quale il ragazzo inizia a mettere in discussione se stesso, provando a spingersi oltre un limite personale che, in realtà, trova origine nella non conoscenza delle sue origini. E non è un caso che, a guidarlo sulla strada tortuosa della scoperta e dalla presa di coscienza siano essenzialmente due donne “straniere”. Da una parte una professoressa della Sorbone, che tenta in ogni modo di introdurlo al racconto lirico del desiderio, spingendolo a non temere il confronto con la terminologia e il pensiero erotico. Dall’altra Farah, che rappresenta l’occasione di riscatto, il viaggio reale all’interno del romanticismo. Uno stato che, solo dopo molte negazioni, finalmente diventa concreto senza essere appesantito dal senso di colpa. Perché è possibile conoscere se stessi anche attraverso le sensazioni del proprio corpo.

Riflessioni sul maschile

Una storia d’amore e di desiderio, Sami Outalbali in un'immagine del film di Leyla Bouzid
Una storia d’amore e di desiderio, Sami Outalbali in un’immagine del film di Leyla Bouzid

Il film di Leyla Bouzid ha una struttura narrativa molto semplice che, però, spinge alla profondità del pensiero e della riflessione. Anche lo stile registico di Una storia d’amore e di desiderio mantiene quest’attitudine a farsi quasi da parte, diventando sguardo e spettatore di una crescita personale. In questo modo, dunque, a prendere notevolmente il sopravvento sono i due ragazzi che, insieme, creano una sorta di melodia prima dissonante e, poi, sempre più orchestrata. A prima vista, questa potrebbe sembrare una storia simile a molte altre, concentrata sul mondo giovanile e le loro difficoltà. In realtà, a rendere questa narrazione insolita ed interessante è il suo nuovo punto di osservazione.

Solitamente, infatti, siamo abituati a confrontarci con le problematiche legate all’intimità e al sesso da una prospettiva esclusivamente femminile. Questa volta, invece, tutto è rovesciato e il focus è indirizzato sul mondo maschile. In questa eterna dicotomia dei sessi, dunque, i ruoli sembrano essere completamente rovesciati. La sicurezza dei sentimenti e del corpo appartengono esclusivamente alla ragazza, mentre il mondo maschile si trova ad affrontare una serie di difficoltà nella gestione delle emozioni e della sessualità. Una prospettiva molto interessante, quella di Una storia d’amore e di desiderio che, giocando sullo scambio delle parti, per una volta mostra come, nel gioco dell’amore e del desiderio, spesso non esistono né vinti e né vincitori.

Una storia d’amore e di desiderio, la locandina italiana del film di Leyla Bouzid

Scheda

Titolo originale: Une histoire d'amour et de désir
Regia: Leyla Bouzid
Paese/anno: Francia, Tunisia / 2021
Durata: 102’
Genere: Drammatico
Cast: Aurélia Petit, Baptiste Carrion-Weiss, Diong-Kéba Tacu, Sami Outalbali, Sofia Lesaffre, Bellamine Abdelmalek, Charles Poitevin, Céline Rotard, Khemissa Zarouel, Mahia Zrouki, Mathilde Lamusse, Omar Khasb, Samir El Hakim, Zaineb Bouzid, Zbeida Belhajamor
Sceneggiatura: Leyla Bouzid
Fotografia: Sébastien Goepfert
Montaggio: Lilian Corbeille
Musiche: Lucas Gaudin
Produttore: Sandra da Fonseca, Bertrand Gore, Nathalie Mesuret
Casa di Produzione: Arte France Cinéma, Cinémage 14, Blue Monday Productions, Canal+, Ciné+
Distribuzione: Cineclub Internazionale

Data di uscita: 25/03/2022

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Fin da bambina, ho sempre desiderato raccontare storie. Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a fare proprio quello che desideravo, narrando o reinterpretando il mondo immaginato da altri. Da quando ho iniziato a occuparmi di giornalismo, ho capito che la lieve profondità del cinema era il mio luogo naturale. E non poteva essere altrimenti, visto che, grazie a mia madre, sono cresciuta a pane, musical, suspense di Hitchcock, animazioni Disney e le galassie lontane lontane di Star Wars; e un ruolo importante l’ha avuto anche il romanticismo di Truffaut. Nel tempo sono diventata giornalista pubblicista; da Radio Incontro e il giornale locale La voce di Roma, passando per altri magazine cinematografici come Movieplayer e il blog al femminile Smackonline, ho capito che ciò che conta è avere una struggente passione per questo lavoro. D’altronde, viste le difficoltà e le frustrazioni che spesso s’incontrano, serve un grande amore per continuare.

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