L’ERA GLACIALE – LE AVVENTURE DI BUCK
Per il suo primo spin-off (che è in realtà anche un sequel) la saga de L’era glaciale tenta un moderato rinnovamento, comunque non sufficiente a mantenere vivo l’interesse di un pubblico che sembra essersene disamorato: questo L’era glaciale – Le avventure di Buck sconta una sceneggiatura troppo esile, e una reiterazione ormai stucchevole di idee e temi portanti.
Potere ai comprimari
Arrivata ormai al suo ventesimo anno di vita (il primo film è datato 2002), e passata nel frattempo sotto l’egida Disney, la saga de L’era glaciale cerca almeno in parte di rinnovarsi. Una strada quasi obbligata, per il franchise d’animazione creato dai defunti Blue Sky Studios, vista la fisiologica usura del formato, già chiara nel precedente L’era glaciale – In rotta di collisione; un’usura che ha provocato l’insuccesso commerciale di quest’ultimo film, co-diretto da Mike Thurmeier e Galen T. Chu, prodotto nel 2016 dalla 20th Century Fox prima che quest’ultima fosse acquistata dalla casa di Topolino. L’acquisto dello studio da parte del colosso americano, unito al flop al botteghino dell’ultimo film (che all’epoca della sua uscita ha fatto registrare l’incasso più basso dell’intera saga), ha fatto sì che questo nuovo L’era glaciale – Le avventure di Buck – più uno spin-off della saga principale che un sequel vero e proprio – fosse distribuito direttamente su Disney+: una decisione che non ha provocato grosse alzate di scudi da parte dei fans del franchise (differentemente da quanto avvenuto per gli ultimi titoli Pixar, per fare un esempio), segno di un calo di interesse per quello che resta comunque un “marchio” storico per l’animazione digitale. Marchio che il neoregista John C. Donkin, già produttore dei Blue Sky Studios e qui alla sua prima regia, prova ora a rinvigorire.
Le avventure di Buck… ma soprattutto di Crash ed Eddie
A dispetto del titolo, L’era glaciale – Le avventure di Buck ha come protagonisti principali i due opossum Crash ed Eddie, che, poco dopo gli eventi narrati nell’ultimo film, decidono di staccarsi dallo storico branco in cerca di una loro indipendenza. I due finiscono casualmente nel “mondo perduto” dei dinosauri, dove vengono attaccati da due velociraptor agli ordini del perfido Orson, un protoceratopo deciso a fare del mondo perduto un suo regno, e ad annientare tutti i mammiferi. In aiuto dei due giunge Buck, intrepido opossum e vecchia conoscenza del branco, che sta cercando di contrastare le mire di Orson. Al gruppo si unirà anche una zoorilla di nome Zee, vecchia fiamma di Buck.
Come è evidente dalla sinossi, questo primo spin-off ufficiale de L’era glaciale (laddove non si contino i vari cortometraggi) è all’insegna della semplicità, di un’essenzialità che punta in parte a recuperare lo spirito iniziale della saga – comico e avventuroso al tempo stesso, nonché trasversale nel target. Malgrado la sua natura di spin-off, il nuovo film ha un plot direttamente collegato alla continuity della saga (con ripercussioni non indifferenti sul suo prosieguo) vedendo anche la presenza – non secondaria – di quasi tutti i suoi personaggi principali (fa eccezione lo scoiattolo Scrat). La scelta nel segno di un (moderato) rinnovamento pare quindi mitigata dalla voglia di non perdere il pubblico storico del franchise, magari intercettando nuove generazioni di spettatori.
Semplicità o esilità?
A dispetto delle buone intenzioni dei creatori di questo spin-off, i tentativi di svecchiamento dei temi della saga, nonché di un approfondimento di un suo gruppo di personaggi secondari, si scontrano con una semplicità che diventa qui (sovente) esilità. Laddove si è scelto di puntare l’obiettivo sui due (moderatamente) simpatici opossum, il punto di vista da cui viene letta la loro storia è quello di una frusta dialettica indipendenza/fedeltà al branco, ricollegata a quell’idea di famiglia (sui generis) che fu all’origine della saga. Non molto di nuovo sotto il sole, insomma, al di là di un gruppo di comprimari passato qui per la prima volta al centro della storia: ma soprattutto, al di là di una reiterazione di temi che in fondo resta fisiologica a qualsiasi saga (d’animazione e non), il motivo di un rapporto “materno” tra i due opossum e la mammut Ellie risulta in definitiva un po’ forzato, non molto in linea con le premesse della saga e con i personaggi così come li conoscevamo. Delude anche un po’, invero, la gestione del personaggio del titolo (a doppiare il quale torna la voce di Simon Pegg): un avventuriero monodimensionale, protagonista di un’appena accennata “love story” – virgolette d’obbligo – con l’ugualmente poco sviluppato personaggio di Zee. Più in generale, laddove la forza della saga – tralasciando i suoi valori tecnici – è sempre stata quella di una scrittura semplice quanto attenta, capace di caratterizzare i suoi personaggi con poche pennellate, qui questi ultimi restano abbozzati e involuti, ivi compresi quelli che si vorrebbero al centro della storia.
Forma e (poca) sostanza
Questo L’era glaciale – Le avventure di Buck ha comunque dalla sua un ritmo vivace, tale da preservare almeno in parte il risultato dal fantasma sempre in agguato della noia. L’avventura, all’interno di un regno perduto che cita (con moderazione) Avatar e Jurassic Park – ma anche, in modo estemporaneo, uno storico dialogo di Apocalypse Now – si snoda tra “location” ben disegnate, frutto di un comparto tecnico che non ha subito grossi scossoni dal passaggio della saga in casa Disney. Non si fanno registrare grosse sorprese, in una narrazione che contrappone un quartetto mal assortito, come da manuale, a un cattivo piuttosto deludente (mosso da motivazioni, peraltro, appena accennate); il tutto con una morale finale – la convivenza tra le specie e la reciproca accettazione – reiterata talmente tante volte nel corso di questo ventennio da essere diventata francamente stucchevole.
La critica d’oltreoceano è stata tutt’altro che benevola con questo L’era glaciale – Le avventure di Buck, andando forse oltre i suoi effettivi demeriti: in realtà, quello di John C. Donkin resta una sorta di sequel/spin-off che nulla aggiunge e nulla toglie a una saga che già pareva essersi avviata (da qualche tempo) su una sorta di binario morto. C’è comunque in sviluppo, attualmente, un sesto episodio “ufficiale” della saga – che in ogni caso non potrà non tener conto di quanto narrato qui – oltre a una vaga ipotesi di prosecuzione della storyline qui aperta. Idee che comunque, allo stato attuale, non suscitano grande entusiasmo, visto il non eccelso stato di salute di una saga che fatica a stare in piedi, in un mondo dell’animazione radicalmente diverso rispetto a quello che ne vide la nascita.
Scheda
Titolo originale: The Ice Age Adventures of Buck Wild
Regia: John C. Donkin
Paese/anno: Stati Uniti, Canada / 2022
Durata: 82’
Genere: Commedia, Avventura, Animazione
Cast: Simon Pegg, Utkarsh Ambudkar, Aaron Harris, Dominique Jennings, Jake Green, Jason Harris, Justina Machado, Kristin McGuire, Sean Kenin, Skyler Stone, Theodore Borders, Vincent Tong
Sceneggiatura: Jim Hecht, William Schifrin, Ray DeLaurentis
Montaggio: Braden Oberson
Musiche: Batu Sener
Produttore: Josh Eckland, Richard Grieve, Lori Forte, Rick Mischel, Cristina-Ioana Tanase, Tina Chow
Casa di Produzione: Twentieth Century Animation, Blue Sky Studios, 20th Century Studios, Bardel Entertainment
Distribuzione: Disney+
Data di uscita: 25/03/2022