LE FATE IGNORANTI VENT’ANNI DOPO, DAL FILM ALLA SERIE TV
Dopo il grande successo ottenuto sul grande schermo, l’ormai storico film di Ferzan Ozpetek Le fate ignoranti diventa la prima produzione italiana della Disney: presentata stamattina a Roma, la serie conquisterà la piattaforma streaming dal 13 aprile. Il cuore della vicenda rimane intatto ma, allo stesso tempo, questa nuova avventura traghetta all’interno di un racconto più sfaccettato e corale, riuscendo, forse, a stupire e conquistare chi ancora ha nel cuore le atmosfere del film.
Le fate ignoranti vent’anni dopo, dal film alla serie TV
Solitamente, quando si cerca di bissare un grande successo, si dice “squadra che vince non si cambia”. Un concetto che Ferzan Opzetek deve avere avuto ben chiaro nella mente quando ha raccolto intorno a se il team storico formato dalla produttrice Tilde Corsi, lo sceneggiatore Gianni Romoli e l’attrice Serra Yilmaz, amica di una vita. Lo scopo da raggiungere è trasformare Le fate ignoranti in una serie tv prodotta dalla Disney e lanciata sulla sua piattaforma streaming da mercoledi 13 aprile in otto puntate. Ma com’è possibile riuscire a dilatare la narrazione di un film seguendo i tempi più ampi di un prodotto televisivo a puntate? E, soprattutto, come confrontarsi con un successo diventano un cult, un classico capace di raccontare un periodo storico e culturale molto preciso?
L’impresa non è semplice, e per questo non poteva che essere portata a termine da chi quella creatura l’ha immaginata, scritta e interpretata, dandole vita in ogni suo aspetto. “Quest’avventura non ci sarebbe stata se non fosse stato per la testardaggine di Tilde Corsi”, ammette Ferzan Opzetek, “per quattro anni praticamente non mi ha dato pace, insistendo sul fatto che dovessimo trasformare questa storia entrata nel cuore di molti in una serie tv. L’occasione, poi, ci è stata offerta dalla Disney con una grande disponibilità e libertà creativa da parte loro. Non dimentichiamo, infatti, che si tratta della loro prima produzione italiana. Nel lavoro svolto insieme la Disney mi ha sorpreso fin dai primi passi. Da subito, infatti, hanno capito la bellezza dei miei personaggi, vedendo delle persone e non certo i rappresentanti di minoranze sociali o culturali. Insieme abbiamo parlato della fluidità delle cose in relazione all’uomo e all’amore. Il tema omosessualità è stato uno scoglio da superare? Assolutamente no. Nei miei film non ho mai omesso quest’argomento. Sono gli altri che lo fanno. E tra questi, evidentemente, non c’è la Disney”.
Inutile dire che durante i minuti iniziali del primo episodio il confronto con il mood, i suoni, i volti e le atmosfere del film è inevitabile. D’altronde stiamo parlando di un successo che ha definito in modo netto i primi anni del 2000. Tanto che alcuni critici stranieri definirono Le fate ignoranti una storia militante, in grado di entrare nelle case e nel cuore delle persone aprendo al cambiamento e a una nuova visione. E dire che, all’inizio, nessuno avrebbe mai scommesso su un riscontro positivo da parte del pubblico. Il titolo non piaceva alla produzione e la storia poteva suscitare delle perplessità. Mai previsione, però, è stata più sbagliata. A sorpresa, in una sola settimana di programmazione, le poche copie iniziali sono state portate a più di trecento. Mai, come in questo caso, il passaparola ha decretato il successo di una pellicola regalando al regista e al suo cast una grande soddisfazione personale.
Tutto questo non può essere certo dimenticato ma non deve nemmeno rappresentare una zavorra negativa. Questo vuol dire che, per rendere la serie tv una creatura autonoma e, soprattutto, attuale, Gianni Romoli ha lavorato sulla storia rendendola contemporanea ai nostri giorni.“Vent’anni fa eravamo all’inizio di un nuovo secolo e sentivamo, in qualche modo, una grande energia”, ricorda lo sceneggiatore. “Avevamo voglia di conoscere mondi diversi ed eravamo tutti pronti ad accogliere la diversità. Per questo motivo, dunque, la storia era narrata quasi esclusivamente dal punto di vista di Antonia che, varcando la porta dell’appartamento di Michele, scopre e si apre a un universo di cui non immaginava l’esistenza. Oggi il mondo è cambiato ancora. Ci troviamo tra eguali, anche se tendenzialmente più chiusi, in difensiva. Per questo motivo, dunque, complice la lunghezza della narrazione televisiva, abbiamo inserito più punti di vista, dando spazio a tutti i componenti della famiglia di Michele. In questo senso, dunque, il gruppo e la casa stessa diventano un elemento di resistenza, una specie di avamposto affettivo”.
Antonia e Michele, ieri, oggi e…
Il nucleo centrale della narrazione è rimasto intatto. Gran parte della storia, infatti, si basa sull’intreccio delle strade di Antonia e Michele dopo la morte di Massimo. L’uomo, che ha amato entrambi, sarà il motivo dell’incontro tra due mondi che, sulla carta, sembrano essenzialmente inavvicinabili. Ma, esattamente come per l’atmosfera dell’intera vicenda, è opportuno chiedersi come anche questi personaggi siano cambiati nel corso degli ultimi tempi. A portarli sul grande schermo vent’anni fa sono stati Margherita Buy e Stefano Accorsi. Oggi i loro testimoni sono stati presi da Cristiana Capotondi ed Eduardo Scarpetta. Tra queste due interpretazioni, però, esiste un’ampia differenza figlia proprio dello scorrere del tempo, dei cambiamenti sociali e, soprattutto, della natura dei protagonisti. Secondo Opzetek, infatti, non è l’attore a doversi adattare al personaggio ma esattamente il contrario. Tenendo presente questo elemento essenziale, dunque, il personaggio destinato a subire l’evoluzione più evidente è quello di Antonia.
Nella sua interpretazione, infatti, la Buy rimane sconvolta e travolta dalla consapevolezza di essere stata tradita con un uomo. Oggi, però, questa eventualità non crea più stupore. Per questo motivo, dunque, l’interpretazione della Capotondi ci consegna una giovane donna delusa dalla ricerca da parte del marito di una vita al di fuori di lei. “Per lei non è difficile affrontare la vedovanza sapendo che il suo Massimo ha amato anche un uomo”, chiarisce l’attrice, “il suo dolore nasce soprattutto dalla consapevolezza di una felicità e di un mondo che lui andava a cercare lontano da lei e dal quale era rimasta completamente esclusa. Per quanto riguarda la personalità di Antonia, questa è sicuramente più furba e fluida rispetto al personaggio costruito per la Buy. E non è certo una sorpresa. D’altronde ci troviamo di fronte a una sceneggiatura viva e vivace fin dal primo momento. Credo che Gianni Romoli abbia scritto più durante le riprese che in tutta la sua carriera fino a questo momento.“
La famiglia logica
L’altro elemento che caratterizzava il cuore pulsante de Le fate ignoranti è la famiglia. E con questo termine s’intende un nucleo affettivo logico, ossia non trovato per ragioni di “sangue” ma scelto per pure motivazioni di cuore. Un aspetto che torna con grande forza anche nella serie tv e che si percepisce fin dalle prime immagini. A chiarire il concetto è la stessa Serra che, proprio a un Luca Argentero nei panni di Massimo, spiega come tutti loro siano un solo cuore. Ma chi fa parte di questa nuova, grande famiglia? Oltre all’immancabile Serra Yilmaz, che rappresenta il filo d’unione tra passato e presente, entrano in scena Paola Minaccioni, nei panni di Luisella, una vivace fruttivendola convinta di somigliare a Brigitte Bardot, Lilith Primavera nel ruolo di Mara, Samuel Garofalo, che presta il volto al giovano Sandro, Filippo Scicchitano ed Edoardo Purgatori, una coppia che sembra indissolubile.
Chiudono il gruppo anche le new antry Ambra Angiolini e Anna Ferzetti. Rispettivamente interpretano l’astrologa Anna Maria e la psicologa Roberta. Sposate e innamorate, nel corso delle puntate inizieranno a mostrare le difficoltà di una coppia di lunga data. “È stato bellissimo lavorare in questo progetto”, racconta Ambra, “insieme abbiamo portato avanti un discorso sull’amore senza pensare ad alcuna differenza se tra due donne o all’interno di una coppia etero. In questo senso, dunque, abbiamo puntato a ricreare l’innamoramento. E poi ci sono state delle scene piuttosto esplicite che hanno messo in imbarazzo solamente Ferzan.” All’ironia dell’Angiolini risponde Anna Ferzetti, ribadendo il concetto di normalità ed equità all’interno di un sentimento al di là del sesso di chi è coinvolto. “Con Ambra abbiamo parlato di una coppia. E, come spesso accade nella vita vera, si condivide e si cresce insieme. Il che vuol dire anche arrivare a un certo punto della vita, intorno ai fatidici quarant’anni, ad avere dei dubbi e delle incertezze.” Questo vuol dire che, alla fine, Le fate ignoranti sembrano destinate a lasciare ancora il segno, vent’anni dopo.