VENEZIA 79, ANNUNCIATO IL PROGRAMMA
È stato annunciato oggi, in conferenza stampa, il programma di Venezia 79. Tanti i titoli di richiamo, dal biopic Blonde a Bones and All di Luca Guadagnino, fino alle nuove opere di Darren Aronofsky e Florian Zeller.
È stato annunciato stamattina, attraverso la consueta conferenza stampa diffusa in streaming, l’atteso programma della 79a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, quella che segna il novantesimo anniversario per la manifestazione. Una presentazione che ha visto il direttore artistico Alberto Barbera (dal 2012 alla guida della Mostra) – affiancato dal Presidente della Biennale Roberto Cicutto – illustrare il ricco e variegato programma della manifestazione, che quest’anno si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.
La comunicazione del programma era stata preceduta, nella giornata di ieri, dall’annuncio del film di apertura, quel White Noise che segnerà il ritorno al Lido per il regista Noah Baumbach, tre anni dopo la presentazione del suo fortunato Storia di un matrimonio. Ma sono anche tanti altri i titoli che andranno a costituire l’ossatura della Mostra di quest’anno, alcuni dei quali erano già stati anticipati dalle indiscrezioni circolate negli scorsi giorni.
Barbera, prima della presentazione del fitto programma della manifestazione, ha voluto fare un cenno alla guerra in Ucraina, sottolineando il supporto della Biennale al paese invaso lo scorso febbraio dalla Russia di Vladimir Putin; ribadendo l’attenzione particolare della Mostra ai temi di attualità internazionale (“perché i festival non sono bolle chiuse che non guardano la realtà”) il direttore ha poi dichiarato la sua solidarietà con Cigdem Mater – produttrice turca arresta dal regime di Erdogan per aver progettato di girare un documentario sulle proteste di piazza Taksim nel 2013 – e coi cineasti iraniani dissidenti Jafar Panahi (in concorso col suo No Bears), Mohammad Rasoulof e Mostafa Al Ahmad.
La line-up della Mostra di quest’anno si comporrà, come di consueto, delle sezioni Concorso, Fuori Concorso e Orizzonti: quest’ultima è suddivisa a sua volta tra una sezione cortometraggi (composta da 12 titoli), una dedicata ai lungometraggi (con 18 film) e quella denominata Orizzonti Extra. La principale sezione collaterale della Mostra ospiterà anche quest’anno anche un’importante selezione di titoli fuori concorso, in cui spiccheranno le nuove serie di due registi come Lars Von Trier e Nicolas Winding Refn (rispettivamente intitolate The Kingdom Exodus e Copenhagen Cowboy).
Tra i titoli che erano stati in qualche modo anticipati negli scorsi giorni, è arrivata la conferma della presenza al Lido, in concorso, del nuovo film “cannibalistico” di Luca Guadagnino, intitolato Bones and All: un film interpretato da Taylor Russell e Timothée Chalamet, e ambientato in una provincia statunitense vista come ai margini del sogno americano. Si è rivelata anche indovinata la previsione sulla presenza di Blonde, già chiacchieratissimo biopic su Marilyn Monroe diretto da Andrew Dominik, con Ana de Armas nel ruolo principale.
Tra i titoli di maggior richiamo, il concorso vedrà poi la presenza di Tár, film di Todd Field con Cate Blanchett nei panni di una talentuosa direttrice d’orchestra; del nuovo film di Darren Aronofsky The Whale, girato durante la pandemia e tutto ambientato tra quattro mura, con Brendan Fraser protagonista; di Bardo, attesa nuova regia di Alejandro G. Iñárritu, che Barbera ha definito il film più personale del regista, e che ha richiesto cinque anni di lavorazione. Un’altra previsione che si è rivelata esatta è stata quella sulla presenza di The Son, nuovo film di Florian Zeller con Hugh Jackman e Laura Dern, incentrato come il precedente The Father sui rapporti tra padre e figlio. C’è molta attesa anche per la presenza al Lido di The Banshees of Inisherin, nuovo film di Martin McDonagh girato in Irlanda, con protagonisti Colin Farrell e Brendan Gleeson: un film che il direttore ha presentato come “più piccolo” del precedente Tre manifesti a Ebbing, Missouri, definendolo “una storia alla Beckett”.
L’Italia sarà presente nella sezione competitiva, oltre che col nuovo film di Guadagnino, con il nuovo lavoro di Gianni Amelio Il signore delle formiche, ricostruzione del caso Braibanti degli anni ‘60, interpretato da Luigi Lo Cascio ed Elio Germano; col dramma L’immensità, che segnerà il ritorno di Emauele Crialese al Lido undici anni dopo il suo precedente Terraferma; e con Chiara, nuova regia di Susanna Nicchiarelli, ritratto di Santa Chiara, che segue precedenti ritratti al femminile di Nico, 1998 e Miss Marx. Nella sezione Fuori Concorso potremo invece vedere l’annunciato nuovo lavoro di Paolo Virzì (che non è un instant movie, ha tenuto a precisare Barbera), collage di storie singolari animato da un cast collettivo, composto tra gli altri da Claudia Pandolfi, Silvio Orlando e Valerio Mastandrea.
Sono molti i titoli internazionali di richiamo nella sezione Fuori Concorso, a partire dal nuovo film di Lav Diaz When the Waves are Gone (che Barbera ha scherzosamente definito un cortometraggio, vista la sua durata di sole tre ore); ma c’è grande attesa anche per il nuovo western diretto da Walter Hill, Dead for a Dollar, con protagonisti Christoph Waltz e Willem Dafoe, e per il nuovo lavoro di Paul Schrader, Master Gardener, dramma che vedrà protagonisti Joel Edgerton e Sigourney Weaver. Sempre nella sezione non competitiva è arrivata la conferma di un altro titolo previsto, ovvero il nuovo lavoro di Olivia Wilde Don’t Worry Darling, sorta di thriller distopico interpretato, tra gli altri, da Florence Pugh, Chris Pine e dalla stessa regista. Ma c’è molta curiosità, e attesa, anche per Call of God, film postumo di Kim Ki-duk che il regista aveva iniziato a montare a fine 2020, poco prima della sua scomparsa a causa del Covid.
La sezione Orizzonti offre da par suo un’ampia selezione di titoli, che confermano il carattere cosmopolita della Mostra e ribadiscono altresì la sua attenzione ai temi di attualità sociale: tra i tanti titoli annunciati segnaleremmo l’apertura con Princess, film di Roberto De Paolis sul tema della prostituzione, interpretato da un’autentica prostituta nigeriana; il thriller ispanico On the Fringe, diretto da Juan Diego Botto e interpretato da Penelope Cruz; e The Happiest Day in the World, nuovo lavoro di Teona Strugar Mitevska (regista di Dio è donna e si chiama Petrunya), produzione bosniaca che esplora la ferita dell’assedio di Sarajevo. Nella sotto-sezione Fuori Concorso di Orizzonti, sono da segnalare il documentario di Enrico Ghezzi Gli ultimi giorni dell’umanità, realizzato insieme ad Alessandro Gagliardo, e il nuovo Nuclear, già discusso documentario di Oliver Stone, definito da Barbera “non allineato”.