ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO
di Ari Folman
Con Anna Frank e il diario segreto, già presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2021, Ari Folman ripercorre con stile e afflato lirico una vicenda nota, utilizzando gli strumenti dell’animazione e del realismo magico. Il risultato è un lavoro prezioso, capace di coinvolgere sia il suo target naturale (quello più giovane), sia lo spettatore più smaliziato.
Dov’è Anna Frank?
Sulla vicenda di Anna Frank, e sul suo noto diario, si è detto, scritto e filmato già molto. È proprio per questo motivo che, per sua esplicita ammissione, il regista Ari Folman aveva inizialmente rifiutato di realizzare questo Anna Frank e il diario segreto, reputando evidentemente superfluo un altro film su una storia tra le più emblematiche e tragiche dell’intera vicenda dell’Olocausto. Vedendo tuttavia questo nuovo lavoro d’animazione di Folman (presentato lo scorso anno a Cannes, frutto di una genesi la cui concezione risale addirittura al 2013) c’è da rallegrarsi che il regista abbia infine cambiato idea; perché, anche laddove Where Is Anne Frank (questo il più calzante titolo originale del film) non è Valzer con Bashir, siamo comunque di fronte a un’opera preziosa, non solo dal punto di vista divulgativo e didattico. Utilizzando un’animazione perlopiù tradizionale – con alcuni “invisibili” inserti in stop motion – Folman sceglie qui la cifra del realismo magico per (ri)narrare la storia che tutti conosciamo, alternando passato e presente e parlando soprattutto (ma non esclusivamente) al pubblico più giovane. L’afflato pedagogico del film non esclude – ma anzi si integra consapevolmente – con una confezione accattivante e un tono fiabesco, anche laddove gli eventi raccontati si fanno duri e disperati.
La nuova vita di Kitty
La trama di Anna Frank e il diario segreto è situata temporalmente a “un anno da oggi”, secondo quanto dichiarato nella didascalia iniziale. Durante una giornata piovosa come tante, nella vecchia casa di Anna divenuta museo, ad Amsterdam, si verifica un evento miracoloso: dalle pagine del diario infatti fuoriesce e prende vita il personaggio di Kitty, l’amica immaginaria a cui la giovane si rivolgeva mentre scriveva le sue pagine. La ragazza, sperduta nella Amsterdam contemporanea, cerca disperatamente l’amica, leggendo nel frattempo le pagine del diario che le fanno (ri)vivere quegli eventi, che le sembrano così vicini nel tempo.
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Nelle sue peregrinazioni per le strade della città, Kitty scopre che Anna è praticamente ovunque: c’è un ponte dedicato a lei, un teatro, una scuola. Tuttavia, gli abitanti della capitale olandese sembrano aver dimenticato chi fosse realmente questa figura tragica, mantenendone al contrario un’idea vaga e sbiadita: solo un’icona e un nome ormai privi di contenuto e sostanza. Kitty, sulle cui tracce si è nel frattempo messa la polizia, allertata dal “furto” del diario, si chiede quindi con sempre maggior insistenza: dov’è Anna Frank?
Il passato, il presente, e un diario come varco
Se da un lato Anna Frank e il diario segreto ha la struttura e il tono della fiaba contemporanea – oltre agli accattivanti colori di un prodotto pensato per un pubblico più vasto possibile – dall’altro il film di Ari Folman stimola la comprensione dei lati più duri e meno edificanti della vicenda della ragazza, spingendo lo spettatore a riappropriarsi, nella sua complessità, di una storia divenuta suo malgrado vuoto cliché. Proprio per recuperare la complessità umana della storia di Anna – quella di un’adolescente capace sì di resistere all’orrore tramite la forza di un’immaginazione fuori dal comune, ma anche consapevole del portato quell’orrore – il film di Folman giustappone costantemente passato e presente, alternando alla storyline principale che vede protagonista Kitty nella Amsterdam moderna, quella degli eventi raccontati da Anna nel diario. La ricerca condotta dall’amica immaginaria di Anna Frank, divenuta presenza concreta e capace di operare nel presente grazie alla “magia” del diario, si configura come la caccia di tracce reali della testimonianza dell’amica, capaci di trascendere un mero nome affibbiato, in modo più o meno casuale, a un edificio o un monumento. Una ricerca che porterà Kitty a contatto con la marginalità, la discriminazione e la violenza poliziesca contro le minoranze, facendole capire che la sua materializzazione ha (forse) un ruolo preciso.
Testimonianza e azione
Percorso da una semplicità narrativa che non diviene mai vuoto semplicismo – declinata semmai nei termini dell’accessibilità e della capacità di “dare del tu” allo spettatore – Anna Frank e il diario segreto è un ottimo viatico per gli spettatori più giovani per l’approfondimento della vicenda, ma anche il frutto di uno sguardo fresco e personale su una storia nota e più volte narrata. Gli eventi raccontati nel diario si aprono sovente a parentesi oniriche (i sogni di Anna popolati dalle sue star del cinema, l’esercito dei suoi eroi che respinge quello nazista) o a fosche visioni (i gerarchi rappresentati come marionette umanoidi senza volto); il tono resta lieve, puntellato di momenti di humour, perlopiù avventuroso; un tono che si adegua al punto di vista di una ragazza adolescente e alla sua indomita voglia di speranza – anche e soprattutto nel recupero di un’impossibile normalità – a dispetto dell’orrore che giorno dopo giorno le cresce intorno. Il messaggio (la necessità di far vivere costantemente, nel quotidiano, la forza di una testimonianza, evitando che questa si svuoti di senso) sarà anche semplice, ma le sue implicazioni restano dolorosamente reali e attuali. Il film di Folman non arretra quando deve raccontare (direttamente) il tragico epilogo della vicenda di Anna, parallelamente all’ultima fase del viaggio di Kitty e del suo amico Peter; una scelta che restituisce da un lato il portato tragico di un sacrificio imposto, dall’altro l’invito a farne vivere la testimonianza nel presente. Un risultato che viene raggiunto grazie a uno strumento duttile come quello dell’animazione, capace di restituire al meglio le nuances della vicenda – e quelle psicologiche della stessa protagonista – così come la chiave fiabesca scelta per narrarla; una chiave che, della fiaba, contempla sia la meraviglia che l’orrore, elementi da sempre difficili da scindere. Una considerazione tanto più vera per una vicenda come quella di Anna Frank.
Scheda
Titolo originale: Where is Anne Frank
Regia: Ari Folman
Paese/anno: Israele, Paesi Bassi, Francia, Belgio, Lussemburgo / 2021
Durata: 99’
Genere: Drammatico, Animazione
Cast: Emily Carey, Michael Maloney, Ruby Stokes, Sebastian Croft, Ari Folman, Mike Tehrani, Nell Barlow, Ralph Prosser, Skye Bennett
Sceneggiatura: Ari Folman
Fotografia: Tristan Oliver
Montaggio: Nili Feller
Musiche: Ben Goldwasser, Karen O
Produttore: Anton Roebben, Yves Kugelmann, Jani Thiltges, Claude Waringo, Jean Labadie, Bruno Felix, Oleksandr Yukhymovych Rodnyanskyy, David Claikens, Femke Wolting, Alex Verbaere, Bernard Michaux, Samuel Feller, Eric Goossens, Ari Folman
Casa di Produzione: Le Pacte, Bridgit Folman Film Gang, Samsa Film, Walking The Dog, Doghouse Films, Highly Spirited, KUK Films, Magellan Films, Submarine, Philophon, Purple Whale Films, AJH Films, Studio Moshi
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: 29/09/2022