JANUARY
January di Viesturs Kairiss, nonostante la buona regia e la perizia tecnica espressa, appare un’opera controversa, che probabilmente dividerà il pubblico: l’importanza e la tragicità degli eventi bellici del Gennaio 1991 in Lituania – raccontati nel film – rischiano di soverchiare la linea narrativa delle vite dei protagonisti, ovvero una coppia di giovani registi, che deve scegliere da che parte stare.
Un film apertamente politico
January del lettone Viesturs Kairiss, già vincitore del Tribeca Film Festival 2022, rischia di essere un film divisivo, nonostante la bravura tecnica e artistica del regista e dei suoi collaboratori; questo perché l’attenzione politica, che investe nell’intenzione e nella sostanza il lungometraggio, appare soverchiare l’iter narrativo affidato al protagonista del film, così come quello delle altre figure principali.
In un’edizione della Festa del Cinema di Roma in cui si è scelto di puntare molto sui film che raccontano varie sfaccettature della guerra (Alam, SHTTL, I morti rimangono con la bocca aperta solo alcuni tra i tanti titoli), January fatica a trovare la sua cifra e la sua originalità; il carattere del racconto storico, infatti (spesso affidato a spezzoni di telegiornale), non riesce ad amalgamarsi fino in fondo alla storia dei due giovani protagonisti, che si trovano nel mezzo di scelte amorose, lavorative e storiche di grande importanza: la sensazione che rimane è che alla storia di Jazis (interpretato da Karlis Arnolds Avots) e Anna (Alise Danovska) si sarebbero tranquillamente potute sostituire le vicende personali di qualunque altra persona.
La storia collettiva sovrasta le vicende personali
A mancare non è, tra l’altro, neanche la caratterizzazione dei personaggi; il problema è semmai il fatto che lo spazio dato ai conflitti interiori e allo sviluppo dei protagonisti risulti minoritario e marginale rispetto al contesto storico, vero protagonista di quest’opera dai contorni così netti.
La storia del film vede Jazis alle prese con la difficile decisione di arruolarsi o meno, in un contesto in cui il padre si è sempre dichiarato comunista (e dunque favorevole al governo dell’Unione Sovietica) e oltretutto la stessa Lituania appare divisa tra i sostenitori dell’Indipendenza lituana e quelli dell’Urss.
La narrazione vera e propria di January parte nel momento in cui Jazis decide di iscriversi all’Accademia di Cinema, sia per la passione personale nel documentare i conflitti armati in corso, che per evitare l’arruolamento nell’esercito russo – su consiglio della madre; da qui si incroceranno le vite del protagonista e di Anna, giovane donna e promettente regista che introdurrà Jazis nell’ambiente.
Per quanto riguarda lo sviluppo della trama dei due protagonisti lo spettatore rimarrà probabilmente deluso: avvenimenti scontati e banali si susseguono nell’interazione amorosa fra i due, mentre gli altri personaggi appaiono soltanto come figure di contorno.
Il problema della prevedibilità e l’omaggio alla storia lituana
Dunque, in un film che fa della memoria e del ricordo dei fatti storici legati all’indipendenza lituana la sua ragion d’essere, a causa della prevedibilità sul piano dell’interazione amorosa tra Jazis e Anna, oltre che sul piano della presentazione dei conflitti violenti e drammatici scoppiati a Vilnius e dintorni, si avrà (probabilmente) l’impressione di trovarsi all’interno di una ricostruzione verosimile di fatti e avvenimenti, più che in presenza di un lavoro creativo e originale.
L’intento esplicito di Kairiss, ossia quello di omaggiare tutti i documentaristi che filmarono le violenze avvenute durante il conflitto, riesce sicuramente – con omaggio annesso al regista Juris Podnieks – ma nel complesso January non spicca per originalità e creatività.
Scheda
Titolo originale: Janvaris
Regia: Viesturs Kairiss
Paese/anno: Polonia, Lituania, Lettonia / 2022
Durata: 95’
Genere: Drammatico
Cast: Aleksas Kazanavicius, Alise Danovska, Baiba Broka, Juhan Ulfsak, Karlis Arnolds Avots, Rudolfs Cirulis, Sandis Runge
Sceneggiatura: Andris Feldmanis, Livia Ulman, Viesturs Kairiss
Fotografia: Wojciech Staron
Montaggio: Armands Zacs
Produttore: Inese Boka-Grube, Gints Grube, Kestutis Drazdauskas
Casa di Produzione: Mistrus Media, Artbox, Latvian Film Fund, Staron Film