L’OMBRA DI CARAVAGGIO

L’OMBRA DI CARAVAGGIO

Imperfetto ma a suo modo affascinante, L’ombra di Caravaggio prova a fare la sintesi di un percorso umano e artistico unico, attraverso l’indagine a ritroso dell’ombra/nemico del protagonista, misterioso emissario vaticano che tenta di ricostruirne la vita. Il film di Michele Placido, biopic sui generis con Riccardo Scamarcio protagonista, è stato presentato nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma 2022.

Il pittore e l’ombra

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Per il suo nuovo film da regista (il quattordicesimo) Michele Placido sceglie il genere del biopic, declinato nella fattispecie come racconto di una delle figure-chiave dell’arte italiana. Una scelta che, per un artista abituato a esplorare temi contemporanei – spesso in ottica noir – rappresenta un po’ un unicuum, esaltato in questo caso dal soggetto ritratto: L’ombra di Caravaggio, interpretato da un sorprendentemente efficace Riccardo Scamarcio, va infatti a esplorare la vita (e la morte) di una delle più rappresentative e discusse figure della nostra cultura, uno dei personaggi che per primi – e con maggior riscontro popolare – hanno incarnato lo stereotipo di “genio e sregolatezza”. Il film di Placido, nello specifico, fa una sorta di indagine a ritroso nella vita del grande pittore, successiva all’accusa di omicidio (e alla relativa condanna papale) e affidata al misterioso emissario del Vaticano noto semplicemente col nome de “l’ombra”. In questo senso, dunque, il titolo stesso del film assume un doppio significato, stando a indicare contemporaneamente i lati oscuri di una personalità non ancora esaurientemente indagata (ivi compresa la sua morte, riguardo alla quale il film accredita una delle tesi non ufficiali) e l’ossessiva ricerca da parte dell’emissario papale interpretato da Louis Garrel, nel tentativo di catturare – fisicamente e intellettualmente – l’essenza di un personaggio per sua natura sfuggente.

Un’indagine “impossibile”

L'ombra di Caravaggio, Louis Garrel in una scena del film
L’ombra di Caravaggio, Louis Garrel in una scena del film di Michele Placido

L’ombra di Caravaggio, dunque, segue l’indagine del personaggio interpretato da Garrel, successiva alla condanna a morte del pittore per omicidio, ricostruendo tutte le tappe della vita di Michelangelo Merisi: dall’ingresso nel mondo artistico romano, con la protezione della vecchia amica di famiglia, la marchesa Costanza Colonna, all’abbandono della bottega di via della Scrofa, successivo all’incontro col cardinal Del Monte; dal vertiginoso successo presso la nobiltà romana, ammaliata dal realismo della sua pittura, agli scandali suscitati presso le gerarchie ecclesiastiche per i soggetti ritratti dai suoi dipinti, raffiguranti vite di santi a cui vengono dati i volti e i corpi di mendicanti e prostitute; dallo stile di vita libertino ai contrasti con l’ambiente artistico “istituzionale” romano, fino all’alterco col rivale Ranuccio Tomassoni e all’uccisione di quest’ultimo, dopo un imboscata tesa al pittore dal Tomassoni – secondo la ricostruzione del film – insieme ai suoi compari.

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Una ricerca, quella dell’”ombra” che insegue Caravaggio, che nel film mostra i tratti dell’ossessione, un’ossessione esperita nel tentativo di comprendere un talento che sfuggiva alle categorie morali dell’epoca, unendo il sublime all’abietto, l’inquieta ricerca di spiritualità all’esplorazione degli ambienti umani più degradati, bagnati nella sofferenza degli strati più umili della popolazione. Quelli che meritavano più degli altri la patente di “santità”.

Ricostruire e ricontestualizzare

L'ombra di Caravaggio, Micaela Ramazzotti con Riccardo Scamarcio in una scena del film
L’ombra di Caravaggio, Micaela Ramazzotti con Riccardo Scamarcio in una scena del film di Michele Placido

Viene naturale fare un parallelo tra questo L’ombra di Caravaggio – presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022, poi da novembre in sala – e il di poco precedente Dante di Pupi Avati, narrazione di un pezzo di vita del Sommo Poeta visto dall’ottica del suo erede Giovanni Boccaccio; due biopic atipici, entrambi tesi a cogliere personalità troppo grandi per essere racchiuse in un film, entrambe raccontate attraverso l’”indagine” di un personaggio terzo (lì il Boccaccio col volto di Sergio Castellitto, qui il misterioso emissario papale, nemico in cerca di comprensione, interpretato da Louis Garrel). Alla base c’è un analogo tentativo di ricondurre a una dimensione umana e concreta – e come tale esperibile e manipolabile dallo spettatore – due figure che la scuola ha raccontato in modo parimenti sommario, seppur con caratteri diametralmente opposti; elegiaci e sacrali nel caso di Dante, oscuri e da racconto noir, nel segno di un tormento interiore confinante con la follia, in quello di Caravaggio. Placido, come già Avati, tenta qui di svelare l’uomo dietro all’icona/stereotipo, desacralizzandone l’arte (calata com’è nella concretezza minuta del suo tempo) e contemporaneamente conferendo spessore e tridimensionalità al suo vissuto. Che a farlo, in questo caso, sia un nemico anziché un fedele “fan”, è in definitiva ininfluente.

La cornice e il dettaglio

L'ombra di Caravaggio, Michele Placido in una sequenza del film
L’ombra di Caravaggio, Michele Placido in una sequenza del suo film

L’ombra di Caravaggio convince più negli interstizi della sua storia – composta da tante storie intersecate con quella del protagonista, dalla già citata marchesa Colonna col volto di Isabelle Huppert, alla prostituta interpretata da Micaela Ramazzotti – che nel filo conduttore dell’indagine, affidata a un personaggio poco sviluppato, reso da un Garrel monocorde e non abbastanza duttile. La sontuosa ricostruzione d’ambiente della Roma del ‘600 si somma alla buona interpretazione di Scamarcio, che rende bene l’inquietudine del personaggio ma anche la sua insolente spavalderia, sempre sospesa tra l’aspirazione all’immortalità artistica – supportata dalla consapevolezza del proprio talento – e il sentore del baratro imminente. Nei flashback che sostanziano la narrazione – alternati alla storyline principale da un efficace montaggio – il film di Placido dà il suo meglio, offrendo anche allo stesso regista il tutt’altro che secondario ruolo del cardinale Del Monte, sorta di padre putativo (e artistico) del protagonista. L’irrisolto personaggio dell’”ombra” guida lo spettatore alla scoperta di una figura contraddittoria e unica, cercando di trasmettergli la stessa ambivalenza da lui provata nei confronti dell’oggetto della sua indagine; un’ambivalenza che tuttavia la sceneggiatura restituisce soprattutto attraverso la forza intrinseca degli eventi narrati, piccole storie che spesso si fanno modello per opere d’arte destinate a diventare immortali. Una costruzione, quella de L’ombra di Caravaggio, che resta quindi più efficace nel dettaglio che nella “cornice”, sintesi imperfetta di un percorso umano, artistico e (a suo modo) spirituale pressoché unico.

L'ombra di Caravaggio, la locandina del film
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Scheda

Titolo originale: L'ombra di Caravaggio
Regia: Michele Placido
Paese/anno: Francia, Italia / 2022
Genere: Biografico, Drammatico
Cast: Louis Garrel, Riccardo Scamarcio, Alessandro Haber, Vinicio Marchioni, Michele Placido, Micaela Ramazzotti, Isabelle Huppert, Gianfranco Gallo, Maurizio Donadoni, Luigi Chiocca, Gianluca Gobbi, Brenno Placido, Lolita Chammah, Orfeo Orlando, Erika D'Ambrosio, Lorenzo Lavia, Marcello Prayer, Tedua, Tommaso De Bacco
Sceneggiatura: Michele Placido, Sandro Petraglia, Fidel Signorile
Fotografia: Michele D'Attanasio
Montaggio: Consuelo Catucci
Musiche: Oragravity
Produttore: Federica Vincenti
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 03/11/2022

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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