WILLOW 1X01 – 1X02
Dal 30 novembre, Disney+ propone i primi due episodi di Willow, sequel diretto del cult movie del 1988 di Ron Howard: un esordio che mostra il tentativo da parte del creatore Jonathan Kasdan di tenere insieme due pubblici, iniziando a delineare una vicenda che appare più dark e corale di quella del film originale.
Il ritorno del nelwin
Il fantasy televisivo, sull’onda dei risultati dei pur discussi Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere e House of the Dragon, sta vivendo in questi anni un periodo particolarmente fortunato, trainato dalle piattaforme e dalle potenzialità che queste offrono in termini di estensione e articolazione narrativa. Proprio in virtù di questa considerazione, potrebbe stupire un po’ che a essere “riesumato” da Disney+ in forma seriale sia proprio un film come Willow, un prodotto attraversato dal mood della sua epoca (la fine degli anni ‘80) il cui soggetto univa – cosa oggi quasi impensabile – semplicità narrativa e apparente autoconclusività. Eppure, di un sequel del cult movie diretto nel 1988 da Ron Howard e prodotto sotto l’egida di George Lucas, si parlava già da diversi anni, malgrado un posto apparentemente di secondo piano tra i “testi sacri” che l’ormai imperante nostalgia per gli eighties sembra aver imposto. Sia quel che sia, seguendo l’esempio di Top Gun: Maverick – portato stavolta nell’ambito della serialità – i vertici Disney hanno optato per un sequel diretto della pellicola di Howard, ambientato a qualche decennio di distanza e col ritorno, nel ruolo principale, del nano stregone interpretato da Warwick Davis. Ad affiancarlo, un cast quasi interamente rinnovato, con in primo piano le giovani Ruby Cruz ed Erin Kellyman, rispettivamente principessa e donna guerriera, la poco nota Ellie Bamber in quello che si rivelerà un ruolo centrale per l’intera serie, e Dempsey Bryk nei panni di un affascinante e scapestrato principe; stante l’indisponibilità di Val Kilmer a tornare a vestire i panni del ladro Madmartigan, co-protagonista del film originale, l’altro ritorno importante di questi primi due episodi di Willow è quello di Joanne Whalley, che torna a interpretare Sorsha, già figlia della crudele regina Bavmorda e ora regnante di Tir Asleen.
Un principe in pericolo
Questi primi due episodi della serie creata da Jonathan Kasdan (figlio del regista Lawrence Kasdan) introducono il setting della storia, che si svolge alcuni decenni dopo la fine del film originale: il regno di Tir Asleen, riportato agli antichi splendori dopo la sconfitta di Baymorda, viene governato da Sorsha, che sta preparando il matrimonio di sua figlia Kit col principe Graydon, rampollo di un vicino regno alleato. Nel corso degli anni si sono perse le tracce tanto del marito di Sorsha, Madmartigan, quanto della piccola Elora Danan, prescelta per sconfiggere il male e tenuta in un luogo segreto, lei stessa inconsapevole dei suoi poteri. Poco dopo il banchetto con cui viene annunciato l’imminente matrimonio di Kit, tuttavia, un’antica visione del nano stregone Willow sembra realizzarsi; il regno viene attaccato da un’orda di creature senza volto, che rapiscono il principe Airk, fratello gemello di Kit. Il rapimento sembra essere opera di creature legate allo spirito di Bavmorda, il cui potere non è stato ancora del tutto estirpato; la regina mette insieme così una squadra che, allo scopo di liberare il principe rapito, dovrà recarsi nella terra dei Nelwyn e chiedere aiuto proprio al vecchio amico di Sorsha, Willow. Alla squadra, composta da Kit, dalla sua amica Jade, da Graydon e dal ladro Boorman (vecchio amico di Madmartigan) si unisce di nascosto Dove, giovane cameriera del castello, innamorata di Airk.
Tra rimandi e nuove suggestioni
Se il prologo dell’episodio iniziale di Willow, che riassume gli eventi del film del 1988, sembra voler mantenere un fil rouge con le atmosfere e l’estetica del film di Ron Howard, nel prosieguo la serie pare voler camminare decisamente per conto proprio, presentando un’ambientazione e una struttura narrativa che offrono solo rimandi indiretti al film di Howard. L’estetica della serie mostra chiaramente i 34 anni passati, così come la struttura maggiormente corale della narrazione: se, di fatto, il film originale rappresentava essenzialmente il viaggio dei personaggi interpretati da Warwick Davis e Val Kilmer (con la presa di coscienza di ognuno di loro di essere destinato a un’importante missione) qui il focus del racconto si divide tra un numero decisamente maggiore di personaggi, andando a strutturare una serie di subplot (l’amore segreto tra la principessa Kit e l’amica guerriera Jade, il ruolo del promesso sposo Graydon, il rapporto tra Dove e Arik, l’enigmatica figura di Boorman) che appaiono sicuramente più adatti alla struttura seriale. Una struttura che, per ora, questi due episodi sembrano sfruttare con sapienza, iniziando a dipanare una vicenda che ha tutti i crismi della novità – anche nel modo in cui viene messa in scena – senza dimenticare i necessari rimandi e le strizzatine d’occhio al film del 1988. Rispetto a quest’ultimo – al netto delle ovvie differenze di messa in scena e di estetica – la serie creata da Kasdan sembra valorizzare decisamente di più la componente dark fantasy, con l’enfasi sulle plumbee visioni del protagonista e l’abbozzo di un discorso sulla predestinazione.
Il “mistero” di Elora
In un’impostazione visiva e narrativa che vuole catturare due pubblici insieme (gli spettatori più stagionati e quelli che magari il primo Willow l’hanno visto – se l’hanno visto – solo in anni recenti) la serie cerca da una parte di svecchiare l’approccio un po’ naif del film di Ron Howard, conferendo una diversa statura al personaggio di Warwick Davis (palesemente felice di tornare nel suo ruolo), incupendone le premesse e mostrandone la problematica evoluzione; dall’altra parte, getta una diversa luce sulla figura della regina ed ex guerriera col volto di Joanne Whalley, abbozzando un contrasto con lo stesso Willow (esplicitato soprattutto nei flashback che vediamo nel secondo episodio) che certamente troverà i necessari sviluppi nel prosieguo. Capitolo a parte lo merita la “mitologica” figura di Elora Danan, con cui la sceneggiatura “gioca” per tutta la durata del primo episodio, lanciando anche indizi fuorvianti prima di dare una risposta sulla sua identità, in fondo, tutt’altro che imprevedibile (che comunque, almeno in questo articolo, non riveleremo). Il successivo svelamento fa configurare, per tutto il secondo episodio, il classico rapporto maestro/allieva col personaggio dello stesso Willow, in uno sviluppo che mostra qualche parentela (non a caso) con la saga di Star Wars. Per il resto, questa nuova serie Disney+ sembra per ora voler limitare i quantitativi di azione, a favore di un’atipica quest (per una volta il personaggio da salvare è un principe, anziché una principessa) e di alcuni archi narrativi che aspettano solo di essere sviluppati. Le basi, considerata anche la difficoltà di adattare e proseguire un materiale di partenza così datato, sembrano solide; gli sviluppi restano tutti da valutare.
Scheda
Titolo originale: Willow
Creata da: Jonathan Kasdan
Regia: Stephen Woolfenden
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Genere: Drammatico, Fantasy, Avventura, Azione
Cast: Erin Kellyman, Tony Revolori, Amar Chadha-Patel, Ellie Bamber, Ruby Cruz, Warwick Davis, Dempsey Bryk, Ralph Ineson, Rosabell Laurenti Sellers, Joanne Whalley, Talisa Garcia, Graham Hughes, Sarah Bennett
Sceneggiatura: Jonathan Kasdan, Bob Dolman
Fotografia: Stijn Van der Veken
Montaggio: Adam Green
Musiche: James Newton Howard
Produttore: Ron Howard, Hameed Shaukat, Jonathan Kasdan, Tommy Harper, Julia Cooperman, Michelle Rejwan, Roopesh Parekh, Kathleen Kennedy, Hannah Friedman, Wendy Mericle
Casa di Produzione: Imagine Entertainment, MGM Television, Lucasfilm Television, Lucasfilm
Distribuzione: Disney+
Data di uscita: 30/11/2022