RUMORE BIANCO
Con Rumore bianco, Noah Baumbach ha voluto effettuare innanzitutto una profonda analisi della società odierna scandagliando minuziosamente ogni aspetto del nostro passato e della nostra quotidianità, toccando tanti, tantissimi argomenti, molti dei quali, tuttavia, avrebbero necessitato di un maggiore approfondimento. Film d’apertura della 79a Mostra del Cinema di Venezia.
Vivere (e morire) nel presente
Gli ultimi anni, si sa, hanno stravolto le vite di ognuno di noi. Chi siamo? Da dove veniamo? Cosa siamo stati? Cosa ci fa realmente paura? E, soprattutto, come ci rapportiamo al fatto che, prima o poi, siamo tutti destinati a morire? Sono domande, queste, a cui difficilmente si riesce a dare una risposta. Domande che non smettiamo mai di porci. Domande che tornano in continuazione, per esempio, anche al cinema o in ambito letterario. Il lungometraggio Rumore bianco – ultima fatica dell’acclamato cineasta Noah Baumbach, presentata, in corsa per l’ambito Leone d’Oro, come film d’apertura della 79a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e tratta dal romanzo Rumore bianco di Don DeLillo – ha posto tali quesiti al centro del proprio discorso.
Una vita perfetta?
Jack (impersonato dall’ottimo Adam Driver) è uno stimato professore universitario, che ha incentrato i suoi studi principalmente sulla figura di Adolf Hitler, sulla sua capacità di influenzare le masse e sugli effetti che egli ha ancora oggi sulla società. La sua vita famigliare è apparentemente idilliaca: sua moglie Babette (Greta Gerwig) è molto innamorata di lui e i loro figli (alcuni dei quali nati dai loro precedenti matrimoni) sono ancora troppo giovani per andare via di casa e costruirsi una vita altrove. Eppure, c’è qualcosa che non va. Babette sembra avere dei segreti e assume ogni giorni misteriosi medicinali. Come se non bastasse, le cose si complicano ulteriormente nel momento in cui, in seguito a un incidente, verranno liberate nell’aria pericolose sostanze tossiche e Jack, insieme alla sua famiglia e ai suoi concittadini, sarà costretto a fuggire dalla sua città.
Ciò che siamo stati, ciò che siamo
Rumore bianco. Così viene definito il rumore prodotto da telegiornali, chiacchiericci e ogni qualsivoglia fonte di false informazioni mediatiche. Jack è l’uomo contemporaneo, che tenta di rifugiarsi in un presente apparentemente perfetto, ma che teme fortemente un futuro incerto. In questo suo importante lungometraggio, Noah Baumbach ha messo in scena non soltanto le conseguenze che un passato drammatico e un presente in cui sembra non esserci memoria storica e in cui il consumismo regna sovrano (“Finché il supermercato funziona come si deve, tutto va bene”) hanno sulla società, ma, ricollegandosi ai tempi nostri, non ha esitato a tirare in ballo questioni come la recente pandemia o, addirittura, la religione. In poche parole, tanta carne al fuoco. Troppa? Probabilmente sì.
Noi o loro?
Già, perché, di fatto, restando il più possibile fedele al romanzo di DeLillo, Rumore bianco vuole effettuare innanzitutto una profonda analisi della società odierna scandagliando minuziosamente ogni aspetto della nostra quotidianità e toccando tanti, tantissimi argomenti, molti dei quali, tuttavia, avrebbero necessitato di un maggiore approfondimento. A partire dal discorso sul nazismo e su quanto peso esso abbia avuto e continui ad avere nel mondo in cui viviamo. In Rumore bianco, alla fine, tutto sembra girare, sostanzialmente, intorno ai due protagonisti e alle loro crisi di coppia e di mezza età. Discorso interessante e perfettamente in linea con la filmografia di Baumbach, su questo non c’è dubbio. Eppure, di potenziale ce n’era molto di più.
Luci e ombre
Il regista, dal canto suo, ha puntato molto su suggestioni visive e uditive e su quanto esse ci comunichino più di quanto le parole non riescano a fare. Dopo la tempesta torna (quasi) sempre il sereno. E così, nei momenti di normale quotidianità, a casa di Jack le luci hanno finalmente la meglio sulle ombre. Proprio come accade – costantemente e nonostante tutto – al supermercato, con le sue illuminazioni al neon e i colori sgargianti dei prodotti sugli scaffali (memorabile la scena del balletto di romeriana memoria a cui prendono parte tutti i personaggi). Baumbach sa indubbiamente il fatto suo, quando si tratta di giocare con la macchina da presa. Eppure, a volte, voler fare il passo più lungo della gamba può penalizzare un intero lavoro, com’è successo proprio con Rumore bianco. Peccato.
Scheda
Titolo originale: White Noise
Regia: Noah Baumbach
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Durata: 136’
Genere: Giallo, Drammatico
Cast: Adam Driver, Lars Eidinger, Alessandro Nivola, Matthew Shear, Don Cheadle, Greta Gerwig, Jodie Turner-Smith, Sam Nivola, Mike Gassaway, Raffey Cassidy, André 3000, Francis Jue, Laura Wimbels, Logan Fry, Thomas W Wolf
Sceneggiatura: Noah Baumbach
Fotografia: Lol Crawley
Montaggio: Matthew Hannam
Musiche: Danny Elfman
Produttore: Noah Baumbach, David Heyman, Uri Singer
Casa di Produzione: Heyday Films, Netflix, A24, Passage Pictures (II), BB Film Productions
Distribuzione: Netflix
Data di uscita: 07/12/2022