DELTA
Secondo lungometraggio di Michele Vannucci, Delta è una sorta di neo-western dal taglio thriller, tutto immerso in una nebbia che pare ricoprire (e forse avvelenare) l’animo dei due gruppi umani al centro della storia. Un film che, al netto di qualche difetto di scrittura, si caratterizza anche per l’apprezzabile assenza di manicheismo.
Neo-western padano
Sul delta del Po, nella zona rurale tra Ferrara e Rovigo, si affrontano due comunità dalle opposte istanze: da una parte i residenti locali, rappresentati nell’associazione ambientalista di Osso, che difendono il territorio dagli sversamenti industriali e dalla pesca indiscriminata; dall’altra una famiglia di bracconieri di origine romena, in cui ha trovato posto Elia, loro “figlio” adottivo originario del luogo. I bracconieri si muovono prevalentemente di notte, pescando attraverso il metodo illegale degli storditori elettrici, e depredando le risorse di un territorio già gravemente compromesso dall’inquinamento ambientale; gli ambientalisti, da parte loro, sono sempre più insofferenti verso l’impunità di un nemico a cui le autorità locali non sembrano intenzionate a opporsi seriamente. Un confronto che presto assumerà contorni violenti, incarnandosi nella lotta personale tra Osso ed Elia, mossi da un complesso di motivazioni in cui troveranno spazio la sopravvivenza, l’amore e la vendetta; il tutto in un’area in cui le istituzioni sono deboli e lontane, e il rispetto della legalità e delle regole di convivenza è sempre a un passo dal lasciare spazio alle logiche della giustizia personale e dell’occhio per occhio.
Ombre grigie
Si vedono abbastanza bene le origini da documentarista di Michele Vannucci in questo Delta, secondo lungometraggio di fiction del regista, già presentato in anteprima al Festival di Locarno 2022; origini che si esplicitano nello sguardo su un territorio che diviene parte integrante della costruzione drammatica: più che sfondo elemento significativo, e dal forte valore simbolico, dell’atmosfera e dello svolgimento stesso della storia. L’onnipresente nebbia dell’ambientazione, la fotografia dal taglio naturalista, l’insistenza su una wilderness che pare esprimere plasticamente le pulsioni che muovono la storia: il tutto va a comporre una sorta di cupo neo-western, che del western ha il passo e la filosofia di base (lo scontro per il territorio, la frontiera come simbolo anche ideale del confronto tra gruppi umani) compensate però dalla sostanziale assenza di manicheismo. Tutta la parte introduttiva del film di Vannucci, infatti, presenta in modo sostanzialmente neutro le due comunità, mettendone in luce le diverse ragioni: lo fa illuminando da un lato le ombre, le meschinità e le connivenze che si annidano nel gruppo di Osso, e dall’altro il disperato bisogno di sopravvivenza di quello di Elia. Una dialettica in cui presto i fantasmi personali si sovrapporranno alle istanze ideali, e il desiderio di vendetta si confonderà con quello di giustizia.
Un mondo a parte
L’ottima confezione di Delta testimonia una volta di più il taglio produttivo dei lavori della Groenlandia di Matteo Rovere, all’insegna di un ricercato appeal internazionale e di un’attenzione ai contenuti che va di pari passo a quella alla fruibilità per un target più ampio possibile; lo sguardo antropologico alla base del film si contamina quindi, fin da subito, con un’impostazione fortemente improntata al genere, espressa soprattutto sul confronto a distanza (e poi ravvicinato) tra i due protagonisti interpretati – ottimamente – da Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio. Se il primo, reduce da Le otto montagne, è avvezzo alla ruvidezza di ruoli simili – dando vita a un personaggio ben delineato quanto, in fondo, prevedibile nel misto di istintualità e laconica malinconia che incarna – la costruzione del ranger ambientalista interpretato da Lo Cascio sorprende e spiazza forse ancora di più; una sorpresa che consiste soprattutto nella credibile rappresentazione della progressiva perdita di razionalità, e di contatto coi propri valori, di un uomo che – per come la sceneggiatura lo presenta fin dall’inizio – è quello con cui lo spettatore è portato da subito a empatizzare maggiormente. Un’empatia che tuttavia assume presto caratteri problematici, parallelamente allo svelamento di un mondo in cui le pulsioni più oscure (per tutti) possono avere la meglio da un momento all’altro.
Le figure di contorno
Perennemente immerso in un grigio spettrale quanto accattivante, rappresentazione di una nebbia che copre l’animo dei protagonisti (e della loro stessa natura divisa) Delta è dapprima un dramma e uno spaccato antropologico, poi un western dal taglio thriller, per toccare alla fine il filone del revenge movie. La regia di Vannucci è avvolgente, magnetica, ricca di stile, capace di valorizzare tanto il paesaggio quanto il dramma – esteriore e interiore – dei due protagonisti; il limite del film risiede piuttosto in una definizione un po’ sommaria delle figure di contorno, tra cui citeremmo per esempio il personaggio del barista – funzionale solo all’avanzamento della trama – e soprattutto le due importanti figure femminil,i interpretate da Emilia Scarpati Fanetti e Greta Esposito. Specie queste ultime, nelle complesse relazioni che le legano ai due protagonisti, avevano un potenziale di espressione sicuramente maggiore rispetto allo sviluppo effettivo dei rispettivi personaggi; un potenziale che tuttavia la sceneggiatura sceglie di non sfruttare, “personalizzando” un po’ troppo il dramma collettivo alla base del film. Una scelta che sottrae un po’ di incisività a questo secondo lavoro di Vannucci, comunque rappresentante di un cinema italiano da incoraggiare e, per quanto possibile, sostenere.
Scheda
Titolo originale: Delta
Regia: Michele Vannucci
Paese/anno: Italia / 2022
Durata: 105’
Genere: Drammatico
Cast: Alessandro Borghi, Luigi Lo Cascio, Greta Esposito, Marius Bizau, Denis Fasolo, Emilia Scarpati Fanetti, Sergio Romano
Sceneggiatura: Michele Vannucci, Fabio Natale, Massimo Gaudioso, Anita Otto
Fotografia: Matteo Vieille
Montaggio: Francesco Di Stefano
Musiche: Teho Teardo
Produttore: Giovanni Pompili, Matteo Rovere
Casa di Produzione: Rai Cinema, Kino Produzioni, Groenlandia
Distribuzione: Adler Entertainment
Data di uscita: 23/03/2023