L’ESORCISTA DEL PAPA
di Julius Avery
Lontano da Padre Amorth, lontano da qualsiasi pretesa di riprodurre la reale pratica dell’esorcismo, lontanissimo dal genere del biopic, L’esorcista del papa è un furioso “popcorn-action-horror”, svelto come un b-movie anni ‘90 e con quella stessa carica di sana assurdità. Il risultato, a sorpresa, si regge in piedi complessivamente bene, pur nei suoi ovvi limiti.
È un’operazione curiosa, quella che ha dato vita a questo L’esorcista del papa, (teorico) biopic horror dedicato alla figura del discusso prete esorcista Gabriele Amorth. Un’operazione che, per com’è arrivata sullo schermo, risulta essere talmente lontana da quelle che sembravano le sue premesse, da venirne fuori in un oggetto strambo, talmente fuori registro rispetto al suo soggetto, e fuori dai canoni di qualsiasi regola del biopic propriamente detto, da risultare sorprendentemente simpatico. Sia chiaro, i primi annunci sul casting del film – con la presenza di Russell Crowe nel ruolo del protagonista, e quella di Franco Nero nei panni del papa – e poi (soprattutto) la visione del trailer, avevano chiaramente annunciato quello che sarebbe stato il tono dell’opera; stesso discorso per la scelta del regista, lo stesso Julius Avery che poco tempo prima aveva trasformato il carismatico Sylvester Stallone in uno stagionato e atipico supereroe nel suo Samaritan. E, in fondo, la componente super-eroistica non è assente neanche da questa singolare, sghemba rilettura del genere demoniaco, con un Crowe integerrimo difensore della Chiesa (ma al contempo marginalizzato dalla stessa, in quanto troppo onesto e fuori dalle logiche politiche) e al contempo prete eccentrico e dalla battuta facile. Si chiama Gabriele Amorth solo per caso, viene da pensare, vista la complicata sovrapposizione col personaggio reale, almeno per come ci è stato narrato durante la sua vita.
Esorcismi e complotti
In ogni caso, nella trama del film (liberamente ispirata ai due libri di memorie Un esorcista racconta e Nuovi racconti di un esorcista) Padre Amorth viene chiamato a investigare su un presunto, difficile caso di possessione: il soggetto è un ragazzino che si è appena stabilito, con sua madre e sua sorella, in una vecchia abbazia sita in Spagna, sconsacrata e da poco ereditata dalla famiglia. Siamo nel 1987, e la Chiesa sta tentando di rifarsi un volto più in linea con la modernità, accantonando gli esorcismi; lo stesso Amorth, da par suo, ha appena ricevuto una ramanzina dai suoi superiori cardinali per aver effettuato un falso esorcismo su un ragazzo teoricamente posseduto, in realtà vittima di disturbi psichiatrici. Appena arrivato nella vecchia dimora, tuttavia, l’esorcista appura da subito la verità della possessione del giovane Henry; con l’aiuto del sacerdote locale Padre Esquibel, Amorth darà vita a una feroce battaglia contro il demone, scoperchiando nel frattempo un antico complotto, la cui venuta alla luce finirà per minare le fondamenta stesse della Chiesa.
L’equilibrio è precario, ma c’è
Per approcciarsi correttamente a L’esorcista del papa, bisogna dimenticare qualsiasi pretesa di (pur libera) attinenza storica col personaggio e gli eventi reali, disponendosi a guardare quello che è a tutti gli effetti un popcorn horror. Proprio per questo, fa un po’ sorridere la reazione al film dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti (la realtà fondata nel 1994 dallo stesso Padre Amorth) che ha messo in luce la rappresentazione fuorviante della pratica dell’esorcismo nel film. In realtà, quello a cui siamo di fronte è semplicemente l’ennesimo epigono del filone dell’horror sugli esorcismi, con tutto l’armamentario a cui il genere ci ha abituato da un cinquantennio a questa parte (voci gutturali, lineamenti stravolti, levitazioni e posseduti che camminano sui muri) e un passo svelto e privo di sottigliezze, da tipico b-movie. Un epigono che tuttavia, nel suo inserirsi comunque in un contesto da cinema-blockbuster, occhieggia anche al cinecomic e al genere avventuroso, con qualche spruzzata del complottismo di matrice religiosa dei libri di (e dei film tratti da) Dan Brown. Un mix che, nella sua spudoratezza da fantasy/horror anni ‘90, nella trivialità di certe trovate – la solita intro con auto che viaggia tra i boschi occhieggiante a Shining, i rumori notturni nella vecchia dimora da ghost story, i già citati stereotipi del filone demoniaco – riesce sorprendentemente (a suo modo) a divertire. Merito anche di un Russell Crowe che, in questa fase della sua carriera, ci risulta sempre più simpatico (si vedano i suoi ruoli in Una birra al fronte e Poker Face) oltre che di un ritmo sostenuto e praticamente privo di pause o lungaggini.
Un nuovo guilty pleasure?
Certo, bisogna comunque ribadire che L’esorcista del papa non è un film per palati fini, e a fare eccessivamente le pulci alla sua (a tratti assurda) sceneggiatura, si finirebbe probabilmente per perdersi tutto il divertimento da guilty pleasure che la visione genera. Il film è svelto, in un modo che punta chiaramente a far stare più azione (moderatamente) orrorifica possibile nei suoi 105 minuti di durata: le poche pause finiscono per palesare ancor più chiaramente l’inutilità del personaggio interpretato dall’impagabile Franco Nero (che ovviamente non è Karol Wojtyla, visto che siamo in un 1987 alternativo… o no?) e la guasconeria, da Masaniello improvvisato, di questo strambo Padre Amorth versione extralarge trasformato in uomo d’azione. Tutto improbabile, poco scritto e poco ragionato, al punto che nell’ultima mezz’ora il film sembra quasi andare col pilota automatico, dimenticando anche quel minimo di coerenza interna che qualsiasi opera di genere dovrebbe avere. Eppure, il tutto si regge in qualche modo in piedi e riesce a intrattenere, in molti passaggi anche sorprendentemente bene. Forse lo scopo non era propriamente questo tipo di intrattenimento, ma resta comunque un risultato.
Scheda
Titolo originale: The Pope's Exorcist
Regia: Julius Avery
Paese/anno: Regno Unito, Stati Uniti, Spagna / 2023
Durata: 103’
Genere: Horror, Drammatico, Thriller
Cast: Laurel Marsden, Russell Crowe, Franco Nero, Alex Essoe, Daniel Zovatto, Matthew Sim, Tom Bonington, Alessandro Gruttadauria, Bianca Bardoe, Carrie Munro, Cornell John, Edward Harper-Jones, Jordi Collet, Marc Velasco, Paloma Bloyd, Peter DeSouza-Feighoney, River Hawkins, Ryan O'Grady, Santi Bayón, Victor Solé
Sceneggiatura: Michael Petroni, Evan Spiliotopoulos
Fotografia: Khalid Mohtaseb
Montaggio: Matt Evans
Musiche: Jed Kurzel
Produttore: Doug Belgrad, Jeff Katz, Michael Patrick Kaczmarek
Casa di Produzione: Screen Gems, Ad hoc studios, Loyola Productions, Intimacy on Set, 2.0 Entertainment, Jesus & Mary
Distribuzione: Warner Bros.
Data di uscita: 13/04/2023