PETER PAN & WENDY
di David Lowery
Approdato direttamente su Disney+, Peter Pan & Wendy non riesce a elevarsi dalla “medietà” delle altre trasposizioni in live action targate Disney, nonostante il regista David Lowery dissemini la storia di suggestioni interessanti quanto non sviluppate.
Il live action che non c’è
Mentre l’imminente trasposizione in live action de La sirenetta continua a suscitare discussioni e polemiche – in primis per le scelte di casting, improntate a una supposta sudditanza al politically correct – arriva quasi in sordina su Disney+ – privo del clamore che ha accompagnato altre operazioni analoghe – questo Peter Pan & Wendy, adattamento del classico animato del 1953 Le avventure di Peter Pan. Un’operazione, quella che la Disney ha affidato al regista David Lowery, che da un lato vuole ovviamente trasporre per il pubblico moderno la struttura del film d’animazione originale – di cui viene anche rispettata l’ambientazione primo novecentesca; dall’altro tenta fin dal titolo di ricollegarsi all’opera originale di J.M. Barrie, e in particolare alla sua versione più celebre, quella uscita nel 1911 in forma di romanzo. Una scelta che si propone quindi di porre l’accento innanzitutto sul rapporto che si instaura tra i due protagonisti, mettendo più o meno volutamente in secondo piano altri elementi della storia originale (in primis il ruolo della fata Trilli); una scelta quindi solo apparentemente nel segno della filologia, non esente in realtà da varie libertà – anche importanti – tanto rispetto all’opera di Barrie quanto al suo celebre adattamento animato del 1953.
Qualcosa in più, qualcosa in meno
Lowery e il co-sceneggiatore Toby Halbrooks cercano in effetti una sintesi tra le due fonti di partenza, mettendo in evidenza soprattutto il carattere di coming of age della storia per il personaggio di Wendy Darling (interpretato da Ever Anderson), e il contraddittorio rapporto da lei instaurato con Peter (che ha il volto di Alexander Molony): un rapporto già coltivato dalla ragazza attraverso la lettura di storie (anche qui, come nel film animato, la leggenda di Peter Pan esiste nella diegesi) e tramite i racconti della madre Mary, personaggio che mostra un’inedita empatia verso la ragazza e il suo carattere di sognatrice. Il plot del film di fatto ripercorre, per grandi linee, la vicenda del romanzo e quella dell’adattamento animato: dal primo incontro di Wendy con Peter e Trilli, passando per il viaggio verso l’Isola che non c’è, l’incontro coi Bambini sperduti, il rapimento da parte di Uncino dei due fratellini di Wendy, per approdare il successivo confronto/scontro tra i due antagonisti. Tuttavia, le divergenze della sceneggiatura rispetto alle due fonti – sia in termini di aggiunte di elementi che, al contrario, di sfrondamento di temi e subplot – emergono presto tra le pieghe della storia: tra le prime, la più macroscopica è quella legata al personaggio di Uncino interpretato da Jude Law, a cui viene fornito (come già aveva fatto Steven Spieberg in Hook – Capitan Uncino) un corposo background che lo lega al protagonista; tra le seconde va invece evidenziata la messa in secondo piano – al punto di farne poco più di una figura ornamentale – del personaggio di Trilli, che ha qui il volto di Yara Shahidi.
Peter Pan & Hook?
Al di là della fedeltà o meno di questo Peter Pan & Wendy alle sue fonti – discorso che in sé non dice molto sulla sua riuscita – va evidenziato come Lowery si preoccupi soprattutto di mantenere il mood disneyiano della vicenda (nell’accezione più moderna del termine), limitando al massimo le sue suggestioni potenzialmente più oscure. Una scelta che, nel suo aderire a quello che è ormai un “formato”, sta evidentemente stretta allo stile del regista e alla sua anima più indie (parliamo pur sempre dell’autore di Storia di un fantasma e di Sir Gawain e il Cavaliere Verde) trasmettendo l’impressione di un compitino svolto correttamente, ma anche un po’ svogliatamente. La scelta di accentuare il lato edificante della storia finisce per elidere persino il carattere conflittuale del rapporto originale tra Wendy e Trilli – qui del tutto assente in favore di una blanda mancanza di comunicazione tra i due; stessa cosa succede per la figura – anch’essa poco approfondita, e ridotta a pedina funzionale unicamente al progredire della storia – della principessa nativa Giglio Tigrato, volutamente poco caratterizzata. Nei fatti, i due vettori principali della storia sono proprio il rapporto tra i due protagonisti e (forse in misura ancor maggiore) quello tra Peter e Uncino: e paradossalmente – anche in virtù della prova di un Jude Law decisamente in parte – quest’ultimo finisce per risultare in realtà l’elemento più interessante del film, a dispetto del titolo e dei propositi (teorici) dell’operazione.
(Occasionali) scosse da un piacevole torpore
Si giova di una messa in scena più che discreta, Peter Pan & Wendy (David Lowery è un regista capace, e lo mostra nel piano sequenza iniziale in casa dei Darling, e più in generale con una regia avvolgente ed efficace) e di un’estetica che con poco sforzo ricrea tanto il contesto della Londra edoardiana – cornice e contenitore della storia – quanto quella di un’Isola che non c’è abbastanza credibile e accogliente. Ci si immerge volentieri, nell’ora e tre quarti di film, in una storia che abbiamo già letto, ascoltato e visto tante volte, e che mantiene efficacemente (complici anche musiche e canzoni) il suo carattere di rassicurante abbraccio per lo spettatore; tuttavia, è tra le pieghe del racconto e le sue suggestioni non sviluppate (l’accennato, conflittuale rapporto tra Wendy e suo padre, la fascinazione ambigua per una mancata crescita che diventa cinica chiusura all’altro, l’ambivalente conflittualità tra protagonista e antagonista) che si finisce poi per trovare gli elementi che scuotono un po’ da questo piacevole torpore. Elementi, comunque, inevitabilmente costretti tra le maglie di un racconto che deve assolvere al suo formato e alla sua collocazione, e penalizzati anche da due interpreti da rivedere: se il giovane Molony risulta un po’ incerto, e privo del quid di carisma necessario per prendere su di sé il ruolo di Peter, Ever Anderson sembra una Wendy già fisicamente troppo cresciuta (malgrado i suoi tredici anni al tempo delle riprese) per apparire davvero credibile. Limiti, in parte strutturali e in parte contingenti, che impediscono di considerare Peter Pan & Wendy come un’operazione pienamente riuscita, o capace di svettare rispetto alla “medietà” delle altre, recenti trasposizioni live action targate Disney.
Scheda
Titolo originale: Peter Pan & Wendy
Regia: David Lowery
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Durata: 106’
Genere: Commedia, Avventura, Fantastico
Cast: Alan Tudyk, Jude Law, Jim Gaffigan, Molly Parker, Ever Anderson, Alexander Molony, Alyssa Wapanatâhk, Caelan Edie, Diana Tsoy, Felix de Sousa, Florence Bensberg, Garfield Wilson, Jacobi Jupe, John DeSantis, Joshua Pickering, Kelsey Yates, Noah Matthews Matofsky, Sebastian Billingsley-Rodriguez, Skyler Yates, Yara Shahidi
Sceneggiatura: David Lowery, Toby Halbrooks
Fotografia: Bojan Bazelli
Montaggio: Lisa Zeno Churgin
Musiche: Daniel Hart
Produttore: Jim Whitaker, John Catron
Casa di Produzione: Walt Disney Pictures, Roth/Kirschenbaum Films, Whitaker Entertainment
Distribuzione: Disney+
Data di uscita: 28/04/2023