THE FLASH
Trovatosi a fare (involontariamente?) da ponte tra il vecchio e il nuovo corso DC, The Flash offre un solido intrattenimento, che va anche oltre gli annunciati ritorni del Batman di Ben Affleck e di quello di Michael Keaton. Tra l’epicità tipica dei personaggi dello studio, e l’humour che il personaggio porta naturalmente con sé, il film di Andy Muschietti porta a casa il risultato senza affanni e con buon mestiere.
Un nuovo (vecchio) multiverso
È un destino strano, quello dei nuovi film dell’ormai fu DC Extended Universe, opere che erano state pensate nell’ottica di un certo tipo di progetto (traballante nelle basi, ma comunque con un planning e determinati obiettivi) che ora si trovano a esserne, di fatto, “orfane”. La radicale ristrutturazione avvenuta in casa DC, infatti, per opera del nuovo direttore creativo dei DC Studios James Gunn, ha preannunciato com’è noto un totale reset dell’universo condiviso del franchise; un reseet che ha azzerato nei fatti tutto ciò che, da L’uomo d’acciaio in poi (arrivando al recente Zack Snyder’s Justice League) era stato costruito negli anni precedenti. Proprio per questo motivo, questo The Flash – come già i precedenti Black Adam e Shazam! Furia degli dei, e come i prossimi Blue Beetle e Aquaman e il regno perduto – si trova in una sorta di terra di nessuno tra due mondi, mantenendo tuttavia in un certo senso (e inevitabilmente) più di un piede ancora in quello che è destinato a franare. Una “frana” che tuttavia, col concetto di multiverso qui introdotto – abbondantemente annunciato dalle anticipazioni e dai vari trailer succedutisi prima dell’uscita – potrebbe trovare una qualche giustificazione e collocazione intra-diegetica; a ben vedere, anzi, il film di Andy Muschietti – pur laddove non ci è dato sapere quante e quali modifiche siano state effettuate sul girato successivamente all’annuncio del nuovo corso DC – rappresenta di fatto un buon ponte tra il vecchio e il nuovo universo dello studio. Un risultato non scontato, il cui raggiungimento va certamente riconosciuto al nuovo film di Muschietti.
La scelta di Barry
Il plot di The Flash ci rende edotti, per la prima volta, del background dettagliato del personaggio interpretato da Ezra Miller, già introdotto (limitatamente alla sua versione del DCEU) nei film Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League (con la sua versione estesa Zack Snyder’s Justice Leauge) e nella serie Peacemaker: il geniale investigatore forense Barry Allen si porta infatti dietro il trauma della morte di sua madre Nora, in seguito alla quale suo padre Henry era stato ingiustamente accusato. Un evento-cardine, per tutta la successiva storia personale di Barry/Flash, che tuttavia il giovane scopre casualmente di poter modificare; Barry, durante una delle sue azioni, si accorge infatti che i suoi poteri gli consentono di superare la velocità della luce, e quindi di viaggiare di fatto indietro nel tempo. Una scoperta che gli fa prendere la decisione – fortemente scoraggiata dal suo mentore Bruce Wayne/Batman (qui interpretato di nuovo da Ben Affleck) – di tornare a prima del fatale agguato che provocò la morte di sua madre, salvando quest’ultima e impedendo così anche l’arresto di suo padre. Una decisione che tuttavia avrà conseguenze imprevedibili per il continuum spazio-temporale, creando non solo una nuova linea del tempo, ma un vero e proprio universo alternativo.
Stessi personaggi, altre versioni
Con una premessa per certi versi simile a quella che, in casa Marvel, aveva dato origine alla collisione tra universi vista in Spider-Man: No Way Home, il concetto di multiverso viene quindi introdotto anche nel DC Universe; un concetto che prevedibilmente servirà – e in questo il film di Andy Muschietti trova fortuitamente una collocazione ottimale tra la vecchia e la nuova fase – per giustificare il nuovo corso del franchise così come pensato da James Gunn e Peter Safran. Un concetto a cui The Flash dà una base teorica leggermente diversa (la piegatura del continuum spazio-temporale che diventa conseguenza di un viaggio nel passato, con la creazione di una timeline differente sia nel futuro che nel passato) ma che, nei fatti, provoca risultati del tutto analoghi: versioni alternative dei diversi personaggi, qui incarnate sia da un Barry Allen più giovane e scanzonato – a cui lo stesso Miller dà vita con ammirevole versatilità, specie nelle scene in cui le due diverse versioni sono presenti insieme – sia, soprattutto, dall’annunciato ritorno dopo oltre un trentennio di Michael Keaton nel costume di Batman, indossato nei due film diretti da Tim Burton. Proprio quando Keaton fa la sua prima apparizione nei panni di un anziano e demotivato Bruce Wayne, lo spettatore viene ri-trasportato nella lugubre versione di casa Wayne immaginata da Burton, con la colonna sonora pronta a rievocare il vecchio tema di Danny Elfman; un viaggio nel passato forse leggermente decontestualizzato – visto che il look generale del film, ivi comprese le sequenze con Keaton presente, resta più improntato all’hi-tech che al gotico – ma comunque non tale da stonare nella generale costruzione della trama.
Sorprese ed equilibrio
Ma il viaggio di Barry Allen – che lo vedrà affiancato (anche) dalla Supergirl interpretata da Sasha Calle, a contrapporsi a un Generale Zod che, col volto di Michael Shannon, riprende qui il suo ruolo dopo L’uomo d’acciaio – di sorprese ne riserverà tante, tali da coprire molte delle iterazioni (reali, e persino solo ipotizzate) dei personaggi DC tra grande e piccolo schermo. Una costruzione che, a tratti tesa (in modo un po’ sornione) a strappare l’”oh!” di meraviglia, resta comunque fortunatamente centrata sul percorso del protagonista, e su una doppia presa di coscienza – quella delle due versioni dell’eroe, che si configurano di fatto come due diversi personaggi – che la sceneggiatura è capace di gestire con scioltezza e mestiere. Il tono resta in equilibrio, per fortuna non precario, tra l’epicità che è sempre stata propria dei personaggi DC (e in questo il carattere corale della trama aiuta) e la componente umoristica che già il personaggio aveva portato all’interno del franchise; la gestione del concetto di multiverso non ha la portata teorica, né la raffinatezza, che caratterizzano quella di film come Spider-Man – Un nuovo universo e il suo recente sequel; ma Andy Muschietti gioca chiaramente su un terreno diverso, e su quel terreno – quello dell’ammiccamento al pubblico, sorretto tuttavia da uno script solido e da una buona definizione dei personaggi – porta a casa il risultato con sicurezza. Certi passaggi narrativi lasciano invero un po’ dubbiosi, e a tratti (specie nella parte conclusiva) il film dà l’impressione di esagerare con l’immersione nel multiverso e nelle sue manifestazioni; tuttavia, la barra resta complessivamente dritta, e di questo va dato atto a Muschietti e alla sceneggiatrice Christina Hodson. Siamo pronti a scommettere che il nuovo corso DC non dimenticherà (del tutto) quanto qui mostrato.
Scheda
Titolo originale: The Flash
Regia: Andy Muschietti
Paese/anno: Stati Uniti / 2023
Durata: 144’
Genere: Avventura, Fantascienza, Azione, Fantastico
Cast: Temuera Morrison, Ben Affleck, Ezra Miller, Nicolas Cage, Michael Keaton, Michael Shannon, Kiersey Clemons, Maribel Verdú, Antje Traue, Luke Brandon Field, Rosie Ede, Andoni Gracia, Bastian Antonio Fuentes, Darrenjclarke, Ed Wade, Eric Tiede, Gabriel Constantin, Ian Loh, Isabelle Bernardo, Luis Miguel Alvarez, Nina Barker-Francis, Oleg Mirochnikov, Ron Livingston, Rudy Mancuso, Saoirse-Monica Jackson, Sasha Calle, Sean Rogers
Sceneggiatura: Christina Hodson
Fotografia: Henry Braham
Montaggio: Paul Machliss, Jason Ballantine
Musiche: Benjamin Wallfisch
Produttore: Michael Lerman, Richard Mirisch, Michael Disco, Barbara Muschietti
Casa di Produzione: DC Comics, Warner Bros., DC Entertainment
Distribuzione: Warner Bros.
Data di uscita: 15/06/2023