ADDIO A JANE BIRKIN, LA CANTANTE E ATTRICE È MORTA A 76 ANNI

ADDIO A JANE BIRKIN, LA CANTANTE E ATTRICE È MORTA A 76 ANNI

È morta Jane Birkin, cantante e attrice britannica naturalizzata francese, icona di fascino ed eleganza. Al cinema fu portata al successo da Blow-Up di Michelangelo Antonioni. Aveva 76 anni.

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È morta oggi Jane Birkin, cantante e attrice inglese naturalizzata francese, grande icona di stile ed eleganza, una carriera alternata in parti uguali tra musica e cinema. Birkin, che aveva 76 anni, è stata trovata senza vita in mattinata nella sua casa parigina. L’artista era nota, oltre che per i molti brani e film famosi interpretati, per la sua lunga relazione, artistica e sentimentale, col cantante e compositore francese Serge Gainsbourg negli anni ‘60.

Nata il 14 dicembre 1946 a Londra, Jane Birkin aveva mosso i suoi primi passi nella musica con l’apparizione in un musical negli anni ‘60, stimolata dal compositore John Barry, che sposò a 19 anni (dal matrimonio sarebbe nata nel 1967 la figlia Kate Berry, poi deceduta nel 2013). L’esordio al cinema arrivò nel 1965 con Non tutti ce l’hanno, diretto da Richard Lester; ma è con Blow-Up di Michelangelo Antonioni, di un anno successivo, che Birkin divenne celebre, trasformandosi, grazie a un corpo androgino e a una femminilità sensuale, in un simbolo della swinging London anni ‘60.

Trasteritasi in Francia a 21 anni, recitò in Slogan (1968), durante la lavorazione del quale conobbe Serge Gainsbourg: la loro collaborazione artistica darà vita a uno dei brani più famosi e controversi dei sixties, ovvero Je t’aime… moi non plus, del 1969; una canzone che fece scandalo per il contenuto esplicito. Negli anni ‘70 (durante i quali nacque la figlia Charlotte Gainsbourg) Birkin continuò ad alternare musica e cinema, incidendo molti album scritti dal marito; parallelamente recitò in pellicole di successo francesi (La piscina, Il romanzo di un ladro di cavalli, Una donna come me) e internazionali (Assassinio sul Nilo). Fu anche diretta dal marito in Je t’aime moi non plus (1976), film che si rivelò controverso tanto quanto la canzone omonima.

Negli anni ‘80, dopo la separazione da Gainsbourg, Jane Birkin si legò al regista francese Jacques Doillon, grazie al quale iniziò una nuova fase della sua carriera: non più l’icona trasgressiva del decennio passato, ma una personalità più matura e complessa. Recitò in questo periodo in film diretti da Jean-Luc Godard, Patrice Leconte, Paul Morrissey e soprattutto Agnès Varda, con cui stabilì un rilevante sodalizio professionale, al punto che nel 1988 la regista le dedicò il film Jane B. par Agnès V.

Due volte in questo decennio Jane Birkin fu candidata ai premi César, gli “Oscar francesi”: la prima volta nel 1984 per La Pirate di Jacques Doillon, e la seconda due anni dopo per La donna della mia vita di Régis Wargnier. Nel 1984 la compagnia francese Hermès dedicò a Birkin una sua borsa, la Birkin Bag, che in seguito sarà considerata tra le borse più iconiche e lussuose del mondo.

Dagli anni ‘90 in poi Birkin diradò le sue presenze cinematografiche continuando a concentrarsi soprattutto sull’attività musicale, recitando comunque in film come Daddy Nostalgie (1990) di Bertrand Tavernier, La bella scontrosa di Jacques Rivette (1991), che le valse una nuova candidatura ai premi Cèsar, Cento e una notte di Agnès Varda (1995), Parole, parole, parole… di Alain Resnais (1997), La figlia di un soldato non piange mai di James Ivory (1998).

Nel 2007 Jane Birkin esordì nella regia col film autobiografico Boxes; successivamente, in seguito a una malattia cronica, si ritirò dalle scene dopo aver interpretato il film Quai d’Orsay di Bertrand Tavernier (2013). Fu sempre impegnata, soprattutto dagli anni 2000 in poi, anche come attivista e sostenitrice dei diritti umani: nel 2008 si spese per la liberazione della leader birmana Aung San Suu Kyi, e negli stessi anni partecipò a iniziative umanitarie in Bosnia e in Cecenia, cantando poi in Cisgiordania e a Ramallah, e impegnandosi a favore delle vittime del conflitto in Ruanda. Nel 2016 il Festival del Cinema di Locarno la omaggiò con un riconoscimento alla carriera.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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