DEMETER – IL RISVEGLIO DI DRACULA
Nonostante la distribuzione nostrana lo abbia, di fatto, condannato a una quasi invisibilità (solo 32 sale su tutto il territorio italiano) Demeter – Il risveglio di Dracula offre uno sguardo rinnovato e interessante su un soggetto ormai cristallizzato nell’immaginario collettivo: il racconto del viaggio della Demeter, e degli orrori che lo animano, viene intelligentemente sviluppato e ampliato dal film di André Øvredal, anche se forse non sfruttato in tutte le sue potenzialità.
Abissi d’orrore
Uscito al cinema, già negli USA, in un periodo non proprio favorevole per i lavori a basso/medio budget (con le sale ancora dominate dai “pezzi da novanta” Barbie e Oppenheimer, protagonisti quasi esclusivi della stagione estiva) questo Demeter – Il risveglio di Dracula è stato di fatto condannato, nel nostro paese, a una quasi invisibilità. Una scelta difficile da comprendere, quella di 01 Distribution di far uscire il nuovo film di André Øvredal in sole 32 sale in tutta Italia; ancora più paradossale se si pensa che, solo qualche settimana fa, un’opera di un differente distributore dal target sostanzialmente sovrapponibile, ma dall’appeal tematico certamente minore come La maledizione della Queen Mary (lasciando da parte qualsiasi confronto qualitativo tra i due film) aveva invece goduto, almeno nel periodo a ridosso dell’uscita, di una distribuzione ben più capillare. L’ennesimo mistero della distribuzione italiana, che però stavolta va colpevolmente a penalizzare un film che, anche solo per come riesce a dire qualcosa di fresco e interessante su un soggetto abbondantemente sviscerato (ormai da oltre un secolo) avrebbe meritato ben altra visibilità. Anche perché, vista la sua ottima cura visiva, e una confezione certamente accattivante, il film di Øvredal gode senz’altro della migliore resa su un grande schermo, al buio di una sala cinematografica.
Un carico maligno
Come rivelato in partenza dal titolo italiano (quello originale era un più evocativo The Last Voyage of the Demeter) il film va a ricostruire e ampliare una specifica frazione del Dracula di Bram Stoker: quella concentrata, in particolare, ne settimo capitolo, che narrava il viaggio verso le coste britanniche del vampiro, nascosto tra le casse piene di terra provenienti dalla sua Transilvania. La narrazione, che muove dal ritrovamento da parte delle autorità portuali del relitto della nave – privo di equipaggio, con l’unica eccezione del corpo del comandante legato al timone – si sviluppa poi in un lungo flashback: dal caricamento a bordo della nave delle stesse casse, passando per le prime tappe del viaggio, subito segnato da eventi inquietanti che suggeriscono la presenza di una forza malvagia a bordo, fino al crescendo di orrore che provocherà la decimazione dell’equipaggio e il naufragio. La storia si concentra in particolare sul personaggio del medico di bordo Clemens (interpretato da Corey Hawkins) da subito testimone di quello che sembra uno strano contagio, che presto sfiderà tutte le sue convinzioni di uomo di scienza; accanto a lui, in quella che da subito assume i contorni di una lotta conto il male personificato, l’attonito capitano Elliot, suo nipote Toby, e l’enigmatica Anna, una donna malata, apparentemente imbarcatasi sulla Demeter clandestinamente.
Un viaggio da compiere… malgrado l’approdo
Diretto da un regista, quale Øvredal, che già aveva dato prova di ottime capacità di generare tensione in soggetti con pochi personaggi, tutti concentrati in spazi ristretti (si ricordi il suo Autopsy), Demeter – Il risveglio di Dracula ha innanzitutto il merito di rendere interessante – nonché capace di mantenere alto l’interesse dello spettatore – un soggetto di cui è (quasi) perfettamente nota la conclusione. Il nostro “quasi” non è casuale, visto che la sceneggiatura adatta il materiale di base (il capitolo Il diario del capitano del romanzo di Stoker, volutamente poco dettagliato nella descrizione degli orrori della nave, e per questo tanto più evocativo) in modo giustamente libero, per quello che è in parte un ampliamento, in parte una sorta di riscrittura. Senza tradire, ovviamente, l’esito della narrazione (la nave naufragherà, e l’unica presenza umana ritrovata sarà quella del corpo del capitano) e mantenendo in gran parte le parole del diario – a più riprese utilizzate in forma di voice over – il film introduce alcune importanti elementi (il personaggio della donna interpretato da Aisling Franciosi) adottando in toto il punto di vista del medico; questi, caratterizzato dallo script in modo abbastanza dettagliato, si troverà a dover mettere in questione la sua fede cieca nella scienza, compiendo un percorso di accettazione dell’irrazionale e dell’inspiegabile – capace di trascendere la sua stessa fame di conoscenza – e scegliendo di affrontare il male sul suo stesso terreno.
Fascino e suggestioni non sfruttate
Proprio la caratterizzazione (anche iconografica) del vampiro è un altro dei punti più caratterizzanti questo Demeter – Il risveglio di Dracula: dapprima ripreso in inquadrature fugaci, brevi scorci perlopiù in ombra, il mostro diventa gradualmente sempre più (sfacciatamente) visibile, parallelamente alla caduta dello scetticismo da parte di tutti i membri dell’equipaggio. Ed è, quello di Øvredal, un Dracula che ha quasi del tutto abbandonato la sua forma umana, dalle fattezze vagamente ricalcate su quelle del Nosferatu di Murnau, ma con un sovrappiù di bestialità nella stessa mimica facciale (la prova dell’interprete Javier Botet, sotto il make-up, è complessivamente buona). Il look ferino del vampiro, e la sua caratterizzazione quale incarnazione di un male tanto irrazionale quanto assoluto, carica di epica lo scontro col personaggio del medico, che assume un po’ il ruolo di un Van Helsing ante litteram: uomo di scienza costretto a confrontarsi con l’irrazionale, con un male tanto atavico quanto privo di giustificazioni. Il crescendo claustrofobico che caratterizza, in particolare, la seconda parte del film, fa dimenticare qualche schematismo nella descrizione dei personaggi, e soprattutto le potenzialità psicologiche del soggetto non del tutto sfruttate: le iniziali linee di tensione tra il protagonista e un paio di personaggi, in particolare, sfumano (troppo) rapidamente nel raggiunto fronte comune contro il mostro; così come solo accennato resta il carattere quasi sacrilego – e quindi foriero di sventura – di una presenza femminile su una nave e con un equipaggio interamente maschile. Preoccupato di funzionare al meglio come macchina per generare tensione e paura – compito in cui riesce decisamente bene – Demeter – Il risveglio di Dracula perde un po’ per strada i suoi personaggi, e soprattutto le loro potenzialità nel contesto della storia. Ma l’intrattenimento e il fascino non mancano, e il risultato, viste le premesse quasi provocatorie del soggetto – e le perplessità che poteva provocare – era tutt’altro che scontato.
Locandina
Gallery
Scheda
Titolo originale: The Last Voyage of the Demeter
Regia: André Øvredal
Paese/anno: Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Malta, Italia / 2023
Durata: 118’
Genere: Horror
Cast: Javier Botet, David Dastmalchian, Corey Hawkins, Aisling Franciosi, Christopher York, Liam Cunningham, Noureddine Farihi, Stefan Kapicic, Woody Norman, Adam Shaw, Andy Murray, Chris Walley, Graham Turner, Jack Doggart, Joe Depasquale, Jon Jon Briones, Malcolm Galea, Martin Furulund, Nicolo Pasetti, Nikolai Nikolaeff, Rudolf Danielewicz, Sally Reeve, Vladimir Cabak
Sceneggiatura: Bragi F. Schut, Zak Olkewicz
Fotografia: Roman Osin, Tom Stern
Montaggio: Christian Wagner, Patrick Larsgaard, Julian Clarke
Musiche: Bear McCreary
Produttore: Mike Medavoy, Bragi F. Schut, Christoph Fisser, Miki Emmrich, Shelly Strong, Henning Molfenter, Arnold Messer, Bradley J. Fischer, Charlie Woebcken, Winston Azzopardi
Casa di Produzione: Universal Pictures, Latina Pictures, New Republic Pictures, Dreamworks Pictures, Firebrand Video, Amblin Partners, Viola Film, Studio Babelsberg, Phoenix Pictures
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 10/08/2023