MARY E LO SPIRITO DI MEZZANOTTE
di Enzo D'Alò
Enzo D’Alò torna alla regia di un lungometraggio adattando un romanzo di Roddy Doyle, in una co-produzione internazionale che ha la sua base tra Italia, Irlanda e Regno Unito: Mary e lo spirito di mezzanotte è una fiaba contemporanea dal forte afflato universale, incentrata sui temi della crescita, del lutto e del distacco. Un lavoro semplice nella struttura quanto denso nei temi, ulteriore dimostrazione della consistenza del mondo poetico e fantastico del regista italiano.
Storia di fantasmi irlandesi
Sei anni dopo Pipì, Pupù e Rosmarina in Il mistero delle note rapite, Enzo D’Alò torna con questo Mary e lo spirito di mezzanotte a dirigere un lungometraggio, stavolta prendendo spunto (come peraltro ha fatto spesso, nella sua carriera) da una fonte letteraria. L’ispirazione per questo nuovo lavoro del regista italiano – assurto al successo internazionale ormai 25 anni orsono con La gabbianella e il gatto – viene infatti dal romanzo La gita di mezzanotte dell’autore irlandese Roddy Doyle (dai suoi romanzi, film noti come The Commitments e The Snapper) per quella che è una coproduzione dal carattere più che mai internazionale: non solo Italia e Irlanda, nel team produttivo che ha dato vita all’opera, ma anche Regno Unito, Germania, Estonia, Lettonia e Lussemburgo, per un progetto che – data anche la rilevanza della fonte letteraria – vuole proporsi con un appeal più che mai trasversale e dall’afflato universale. E “universale” è forse davvero il termine più corretto per definire il nucleo tematico del nuovo film di D’Alò, che va ad affrontare i motivi della crescita, del confronto intergenerazionale e soprattutto del lutto, in un coming of age fantastico ad alto tasso emozionale; un approccio semplice nella struttura quanto denso tematicamente.
Tansey, chi sei?
La trama ruota intorno al personaggio dell’undicenne Mary, una ragazzina con una forte passione per la cucina, che vive a Dublino insieme ai genitori Paddy e Scarlett, ai due fratelli e alla nonna Emer. Nonostante il forte affetto che lega insieme la famiglia, Scarlett cerca spesso di placare l’entusiasmo di Mary per la sua passione, reputandolo alla stregua di un sogno giovanile, e tentando il più possibile di mantenere la ragazzina coi piedi per terra; una linea che non è seguita da sua madre Emer, che invece arriva ad accompagnare Mary nella sede della scuola di cucina locale, dove la ragazza partecipa, senza successo, alla prova di ammissione per l’anno successivo. Poco dopo, l’anziana Emer finisce in ospedale per un malore, lasciando la famiglia preoccupata e Mary priva del suo sostegno principale; proprio durante una visita alla nonna, la ragazza incontra una misteriosa, giovane donna di nome Tansey, che sembra sapere molte cose su di lei e sulla sua famiglia. Tansey si sostituirà a Emer come supporto emotivo e sprone per seguire i suoi sogni, per la giovane Mary, mentre le notizie sulla salute dell’anziana donna sembrano sempre più preoccupanti; ma Tansey sembra essere giunta anche per trasmettere un messaggio a Emer, forse l’ultimo prima che sia troppo tardi…
Elogio della lentezza
C’è un afflato fiabesco d’altri tempi, in Mary e lo spirito di mezzanotte, che conferma la predilezione di Enzo D’Alò per i soggetti dal respiro universale, le tematiche forti e immediatamente riconoscibili (ma non per questo esili nella consistenza), lo spirito avventuroso e la capacità di essere trasversali nel target. Qui, il tema principale è intuibilmente quello del lutto e del distacco: un tema incarnato dal personaggio della protagonista undicenne, espresso in modo esplicito nella difficoltà della ragazzina nell’accettare la possibile dipartita della nonna, vista come custode di una sapienza antica – sia pratica che emotiva – che la modernità ha gravemente compresso. In controluce, nel film di D’Alò, si nota anche il tema del confronto generazionale, espresso non solo come ovvia dialettica tra i personaggi (la sequenza della lite tra Mary e Scarlett, nella parte iniziale, è in questo senso emblematica, oltre che narrativamente centrale) ma anche come più generale giustapposizione di diversi modi di vivere: nella figura di Emer si nota anche, in questo senso, un elogio della lentezza e della cura degli altri (che trova un perfetto terminale nella giovane protagonista, espresso nell’elemento simbolico della cucina) plasticamente contrapposto alla frenesia della modernità incarnata invece dal personaggio di Scarlett.
Semplicità e densità tematica
In questo senso, lo schema narrativo di Mary e lo spirito di mezzanotte può apparire (e per certi versi è) piuttosto semplice, ma non lo sono altrettanto le conseguenze, né le sue implicazioni. C’è infatti (anche) un’anima più cupa, nel cuore narrativo del film, espressa negli incubi della ragazzina – messi in scena in bianco e nero, con un tratto grezzo e quasi espressionista – che va a impattare col passato remoto della famiglia, e con un elemento problematico presente nello stesso personaggio di Emer. In questo, la misteriosa figura di Tansey – che anch’essa riserverà più di una sorpresa, nel suo modo di interagire con gli altri personaggi – funge ottimamente da riequilibrio e collante “magico” tra le tre generazioni rappresentate nella famiglia, con una missione che in fondo riguarda tanto Mary, quanto Scarlett e soprattutto Emer. L’elemento fantastico, nel film, si integra così con naturalezza nel tessuto narrativo della storia, legando i personaggi e guidandoli con apprezzabile leggerezza verso un’ultima parte tanto lirica quanto forte nel contenuto emotivo. In mezzo, nel film di D’Alò, c’è un tono apprezzabilmente sospeso tra humour e tocchi – dapprima accennati, poi sempre più consistenti – di dramma, un design degli sfondi che riproduce al meglio la suggestione dei paesaggi irlandesi circostanti la città di Dublino, vero valore aggiunto in una storia dal così marcato contenuto fiabesco, e un commento sonoro (tanto nello score di David Rhodes, quanto nelle canzoni di Matilda de Angelis) capace di aggiungere suggestione e contenuto emotivo alla storia. Il risultato non può che soddisfare, e confermare il rilievo del suo autore nell’attuale panorama dell’animazione internazionale, per un ritorno tanto atteso quanto gradito.
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Scheda
Titolo originale: A Greyhound of a Girl
Regia: Enzo D’Alò
Paese/anno: Irlanda, Lettonia, Regno Unito, Italia, Lussemburgo, Estonia, Germania / 2023
Durata: 85’
Genere: Drammatico, Animazione, Fantastico
Cast: Brendan Gleeson, Sharon Horgan, Charlene McKenna, Fiona Condon, Mia O’Connor, Paul Tylak, Rosaleen Linehan, Sharon Coade
Sceneggiatura: Enzo D’Alò, Dave Ingham
Montaggio: Gianluca Cristofari
Musiche: David Rhodes, Richard Evans
Produttore: Adrien Chef, Richard Gordon, Paul Thiltges, Mark Cumberton, Xenia Douglas, Riina Sildos, Vilnis Kalnaellis, Arthur Kubiczek
Casa di Produzione: JAM Media, Aliante, Paul Thiltges Distributions, GOAG Prod, Rija Films, Amrion, Fish Blowing Bubbles, MEDIA Programme of the European Union, GOAG Production
Distribuzione: BiM Distribuzione
Data di uscita: 23/11/2023