PERFECT DAYS

PERFECT DAYS

I vari momenti della giornata seguono in Perfect Days una precisa routine. Una routine che, tuttavia, potrebbe subire inaspettati cambiamenti da un momento all’altro. L’approccio registico adottato da Wim Wenders si è rivelato la soluzione vincente non soltanto per rendere omaggio in modo mai forzato o banale al grande Yasujirō Ozu, ma anche per conferire a questo prezioso e apparentemente semplice lungometraggio uno spiccato lirismo.

In un mondo (quasi) perfetto

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In molti ricorderanno il bellissimo documentario Tokyo-Ga, diretto da Wim Wenders nel 1985 e dedicato al maestro della storia del cinema Yasujirō Ozu. Da sempre ammiratore del grande regista di Tokyo, Wenders ha deciso, a suo tempo, di rendergli omaggio con questa sua preziosa opera partendo per un viaggio atto a ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera. Tokyo-Ga fu presentato a Cannes all’interno della sezione Un Certain Regard e, curiosamente, proprio a Cannes Wenders è tornato ben trentotto anni dopo con un lungometraggio che tanto ricorda proprio il cinema di Ozu: Perfect Days, in corsa per l’ambita Palma d’Oro e per cui il magnetico protagonista Kōji Yakusho ha vinto il Prix d’Interpretation Masculine.

Una precisa routine

Perfect Days, Koji Yakusho in un'immagine del film
Perfect Days, Koji Yakusho in un’immagine del film

Già dall’incipit di Perfect Days, dunque, ci viene trasmessa una piacevole pace interiore. La pace interiore di Hirayama (Kōji Yakusho, appunto), che vive nella sua piccola casetta all’estrema periferia di Tokyo e che ogni mattina si sveglia prima che faccia giorno, dal momento che è incaricato di pulire i bagni pubblici del centro città. Le sue giornate trascorrono placidamente ed egli è sempre pronto a regalare un sorriso a chiunque gli capiti di incontrarlo, malgrado la stanchezza, la maleducazione di alcuni clienti e la pigrizia di giovani colleghi. Soltanto terminato il suo lavoro egli si dedica a qualche ora di relax in sauna o alla sua grande passione per la fotografia. Per quanto riguarda il suo passato, invece, solo pian piano verremo a scoprire cosa lo ha portato a scegliere quel tipo di vita.

Come nei film di Yasujirō Ozu

Perfect Days, Koji Yakusho in un'immagine tratta dal film
Perfect Days, Koji Yakusho in un’immagine tratta dal film

I vari momenti della giornata seguono in Perfect Days una precisa routine. Una routine che, tuttavia, potrebbe subire inaspettati cambiamenti da un momento all’altro. Soprattutto per quanto riguarda la prima parte del lungometraggio, dunque, i dialoghi sono ridotti all’osso, le musiche sono quasi esclusivamente diegetiche (il protagonista stesso possiede una raffinata collezione di musicassette, che ascolta mentre si dirige al lavoro) e – proprio come abbiamo più e più volte visto nei film dello stesso Ozu – la macchina da presa, rigorosamente fissa, viene posta, soprattutto per quanto riguarda le scene in interni, a un’altezza leggermente inferiore a quella del protagonista, per una perfetta, studiatissima composizione del quadro.

Un mondo senza tempo

Perfect Days, Koji Yakusho e Arisa Nakano in una scena del film
Perfect Days, Koji Yakusho e Arisa Nakano in una scena del film

Tale approccio registico, dunque, si è rivelato la soluzione vincente non soltanto per rendere omaggio in modo mai forzato o banale al cineasta giapponese, ma anche er conferire a questo prezioso e apparentemente semplice Perfect Days uno spiccato lirismo. Già, perché di fatto è soprattutto un’atmosfera serena e rilassata che ci cattura fin dall’inizio e che ci fa immediatamente sentire parte di quel mondo perfetto e quasi senza tempo o, meglio ancora, in cui il tempo sembra essersi definitivamente fermato. Almeno per quanto riguarda la prima parte del lungometraggio.

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Quando il passato bussa alla porta

Perfect Days, un momento del film
Perfect Days, un momento del film

Wim Wenders ha prestato attenzione proprio a ogni minimo dettaglio. E in questo suo raffinato Perfect Days sa anche come inferirci, al momento giusto, forti scossoni emotivi, tramite il passato che torna a fare capolino nella vita del protagonista e, soprattutto, mediante gli intensi primi piani di quest’ultimo, perfettamente in grado di cambiare registro da una scena all’altra, senza mai risultare eccessivo o innaturale. Potranno mai alcuni conflitti risolversi definitivamente? Probabilmente, soltanto la momentanea interruzione di quella placida routine e un confronto generazionale non sempre facile potranno svolgere un ruolo fondamentale in questo senso.

Locandina

Perfect Days, la locandina italiana del film

Gallery

Scheda

Titolo originale: Perfect Days
Regia: Wim Wenders
Paese/anno: Giappone, Germania / 2023
Durata: 123’
Genere: Drammatico
Cast: Koji Yakusho, Aoi Yamada, Arisa Nakano, Min Tanaka, Sayuri Ishikawa, Tokio Emoto, Tomokazu Miura, Yumi Asô
Sceneggiatura: Wim Wenders, Takuma Takasaki
Fotografia: Franz Lustig
Montaggio: Toni Froschhammer
Produttore: Wim Wenders, Koji Yanai, Keiko Tominaga, Kota Yabana, Reiko Kunieda, Yasushi Okuwa, Takuma Takasaki
Casa di Produzione: Master Mind, Wenders Images
Distribuzione: Lucky Red

Data di uscita: 04/01/2023

Trailer

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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