BABY REINDEER
Creata da Richard Gadd
Un diario tragicomico devastante all’interno della propria intimità approda finalmente su Netflix. “La piccola renna” ci conquista e ci disturba, ci affascina e ci fa rabbrividire, ci diverte e ci disorienta, ci tiene seduti a interrogarci sul perché viviamo entro determinati limiti e quando decidiamo di colpevolizzarci. Baby Reindeer si svela al pubblico come un amico nel giorno più brutto della sua vita intento a nascondersi a un bancone del bar, fiducioso che una voce confidenziale possa accogliere una volta per tutte i suoi più oscuri segreti.
Solo quando ottieni ciò che vuoi capisci che non fa per te?
Siamo veramente in grado di liberarci dei nostri blocchi più ancestrali? Forse si, forse no, sicuramente il punto di partenza è ricostruire una storia su di sé che sia coerente con ciò che ci mette in difficoltà, perché non tutti i mali vengono per nuocere. Baby Reindeer è la storia di un uomo che non riesce a far ridere, che non riesce a vivere veramente; Donny ha bisogno di piangere davvero tanto e poi, perché no, di perdonarsi. Interessante? Assolutamente sì. Baby Reindeer è un piccolo diario di bordo e pagina dopo pagina ci strazia per quanto racconti, con una certa dolcezza intrisa di violenza pura, quello che è reale. È una storia vera? Anche ma non è questo il punto!
Di cosa parliamo quando parliamo di “stalker”?
Era il 1990 quando nello stato della California faceva notizia il primo episodio di quello che oggi definiamo “stalking”. Alcuni omicidi efferati tra cui quello di Rebecca Schaeffer, attrice statunitense uccisa dal suo fan che l’aspettava in agguato sull’uscio del suo appartamento a Los Angeles, hanno progressivamente fotografato e delineato le caratteristiche peculiari del fenomeno. Robert John Bardo, l’identità dello stalker omicida dell’epoca, aveva ripetutamente cercato di contattare la Schaeffer sul set della sitcom Mia sorella Sam; invano, dal momento che la stessa Warner Bros. aveva limitato il suo avvicinamento. Miriadi di messaggi e agguati armati, stroncati sul nascere, non sono bastati a fermare la fobia dell’uomo che dopo un periodo di pausa e distacco dalla sua paranoia per l’attrice, tornò più deciso che mai sui suoi passi togliendole definitivamente la vita. Il movente fu una gelosia tale per una scena di sesso che ritraeva Rebecca Schaeffer con un attore, nel film Scene di lotta di classe a Beverly Hills (diretto da Paul Bartel nel 1989).
Bardo avrebbe pagato all’epoca circa duecentocinquanta dollari per trovare, con l’aiuto di un investigatore privato, l’indirizzo dell’abitazione della donna e successivamente ucciderla. Cosa avrà spinto lo stalker verso l’ossessione per la povera Rebecca? Probabilmente non lo sapremo mai: quello che sappiamo è che Bardo aveva vissuto l’ossessione amorosa per la Schaeffer come da manuale, in modo nevrotico e malato tale da non scindere minimamente l’idealizzazione per una donna immaginata e quello che Rebecca Schaeffer era nella realtà concreta. Ma cosa avrà rappresentato per Bardo l’amore platonico e non ricambiato per la Schaeffer? Domande di questo tipo non devono assolutamente giustificare l’atto, ma qualcosa in questa domanda trova risposta nelle vicende che hanno movimentato la vita di Richard Gadd.
Vittime e carnefici
Baby Reindeer parte da dove tutto ha avuto inizio e anche fine, mostrandoci la vita apparentemente apatica e sofferente di un giovane uomo bianco scozzese alla ricerca del suo posto fisso nel mondo. Donny si divide, quasi trascinandosi, tra una carriera dietro il bancone di un pub britannico e il palco delle stand up comedy contemporanee. Il giovane Dunn (alter ego del vero protagonista Richard Gadd, interprete e regista della miniserie inglese), vuole sbarcare il lunario e riuscire nel difficile intento di affermarsi nelle vesti di attore comico. Qualcosa lo blocca, e non possiamo intuire cosa sia sin dalle prime puntate: quel che sappiamo è che l’offerta di una tazza di tè o di una Diet Coke alla persona sbagliata può cambiargli la vita.
Queste poche righe, descrittive e strette al midollo quanto basta, dovrebbero essere sufficienti per lasciar intuire il principale punto di forza di Baby Reindeer: la serie di Richard Gadd non vuole solamente trattare di come si abbatte lo stereotipo dello stalker di genere maschile, bensì raccontare quanto si nasconda dietro un fenomeno come quello dello stalkeraggio, che porta progressivamente sotto gli occhi del pubblico a delle evidenti crepe nel vissuto sia della vittima quanto dell’avventore stesso.
Baby Reindeer conquista un pubblico vasto e di ogni genere. Avvicina credenti e miscredenti al prototipo produttivo perché non ha eguali, e forse svetta nelle classifiche di streaming proprio per questo motivo. La sofferenza, l’imbarazzo, il non detto, la dignità e l’inquietudine, tutte le sfaccettature di uno spirito sofferente in Baby Reindeer vengono messe a nudo, e private di ogni possibile elemento inibitorio sia sul piano narrativo che visivo.
Il black humour la fa da padrone all’interno di una sceneggiatura sapientemente ben scritta e pensata, che si apre e si schiude con un ritmo e le movenze di chi ha decisamente dovuto rielaborare molteplici flussi di coscienza per giungere alla fine del duro cammino, o meglio conoscere se stesso. Donny lo fa, e per farlo oltrepassa confini rigidi della sua morale.
Sguardo alla psicologia di un personaggio completo
Donny è bloccato e deve rielaborare scheletri nell’armadio ingombranti, che fino all’incontro con Martha (Jessica Gunning) forse non erano mai stati percepiti consciamente come tali. È un uomo dolce, apparentemente riservato e timido, empatico e ironico; ma tutto questo sembra in fin dei conti farlo convivere in contrasto con stati d’animo talvolta depressivi, atteggiamenti di auto-sabotaggio, e un ironia che non convince mai fino in fondo a causa della sua bassa autostima messa in evidenza dalla postura e nelle movenze stesse.
Donny non ha chiaro il suo orientamento sessuale, non riesce a trovare il coraggio di vivere una storia d’amore con una donna trans, ma soprattutto non riesce ad allontanare Martha, che si rivela giorno dopo giorno una persona con disturbi psicotici e affetta da stati umorali particolarmente pericolosi. Donny guarisce nella sofferenza e nelle schizofrenie paranoiche di una sconosciuta che diviene gradualmente il suo alter ego, una ferita aperta nella quale riscoprire se stesso e talvolta esserne inverosimilmente attratto.
Baby Reindeer è una piccola storia di resilienza e trasformazione, che Richard Gadd ha saputo, con sguardo acuto, deciso e una regia sempre semplice quanto schietta da un punto di vista narrativo, rielaborare. Gadd si confida a un pubblico vasto, si apre alle possibili reazioni e ci lascia intendere che in fondo il punto non sia quello. Baby Reindeer non mette davanti alla macchina da presa una storia disturbante che possa essere sulla bocca di tutti, ma svela quello che non possiamo o non vogliamo talvolta dire. Lo stalkeraggio che il protagonista subisce sembra diventare episodio dopo episodio solo un espediente rispetto alla portata della complessità a cui assistiamo. Martha è una vittima di una vita crudele, e le sue armi per permettersi di vivere una vita apparentemente normale sono poche; sogna, fantastica ma soprattutto ricorda trascorsi della sua infanzia ai quali sembra attingere per essere resiliente. Martha si fonde nella sofferenza di Donny. e forse potremmo dire che ciò è quello che accade anche al protagonista. Baby Reindeer è una piacevole scoperta, e infonde fiducia nella capacità dell’essere umano di saper ancora raccontare storie di vita vissuta, sofferenti ma pur sempre immensamente interessanti.
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Scheda
Titolo originale: Baby Reindeer
Creata da: Richard Gadd
Regia: Weronika Tofilska, Josephine Bornebusch
Paese/anno: Regno Unito / 2024
Genere: Commedia, Drammatico, Thriller
Cast: Thomas Coombes, Amanda Root, Jessica Gunning, Laura Smyth, Mark Lewis Jones, Shalom Brune-Franklin, Tom Durant Pritchard, Tom Goodman-Hill, Alexandria Riley, Danny Kirrane, Hugh Coles, Jim Caesar, Josh Finan, Leah MacRae, Leroy Brito, Michael Wildman, Miya Ocego, Nava Mau, Nina Sosanya, Rachel Bavidge, Richard Gadd, Will Hislop
Sceneggiatura: Richard Gadd
Fotografia: Krzysztof Trojnar, Annika Summerson
Montaggio: Peter Oliver, Mike Holliday, Benjamin Gerstein
Musiche: Evgueni Galperine, Sacha Galperine
Produttore: Matthew Mulot
Casa di Produzione: Clerkenwell Films
Distribuzione: Netflix
Data di uscita: 11/04/2024