CAPITAN HARLOCK – L’ARCADIA DELLA MIA GIOVINEZZA
In tre giornate-evento (20, 21 e 22 maggio), Nexo Digital ripropone in sala, in una speciale edizione restaurata, il lungometraggio prequel Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza: l’occasione per gustare di nuovo, su grande schermo, la origin story del leggendario pirata spaziale creato da Leiji Matsumoto, ma anche per immergersi ancora una volta in una space opera intrisa di melò, testimonianza di un modo di fare animazione – e di narrare attraverso questo mezzo – che forse, oggi, andrebbe più che mai riscoperto.
Un’immortale origin story
A differenza di altri eroi storici dell’animazione giapponese (basti pensare a un’icona immarcescibile come quella di Lupin III) il personaggio di Capitan Harlock, creato quasi cinque decenni fa da Leiji Matsumoto, non ha avuto un gran numero di lungometraggi a lui dedicati. Nonostante, infatti, la discreta quantità di serie che vedono protagonista il personaggio di Harlock, e nonostante la sua frequente apparizione in molte altre opere del cosiddetto Leijiverse (e in particolare in quelle derivate da un altro lavoro storico di Matsumoto, ovvero Galaxy Express 999) i film cinematografici espressamente dedicati al celebre pirata spaziale si riducono di fatto a due: il discusso film omonimo in CGI diretto da Shinji Aramaki, datato 2013, e questo Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza, uscito originariamente nel 1982, e facente da pilot per la successiva serie animata, Capitan Harlock SSX – Rotta verso la Terra. Non deve stupire, quindi, che questo lungometraggio conservi un posto speciale nel cuore dei fan di Harlock, e in generale dell’opera del mangaka nipponico suo creatore, al punto da essere definito da alcuni fans come “Il castello di Cagliostro di Capitan Harlock”: la curiosa “resistenza” del grande schermo ad accogliere – almeno nel ruolo di protagonista – il romantico pirata creato da Matsumoto, unita alla delusione da parte di molti fans per il film di Aramaki del 2013 – colpevole di un’interpretazione, diciamo, un po’ “libera” del carattere del personaggio – rendono L’Arcadia della mia giovinezza un’opera ancora molto amata da estimatori e filologi di Harlock. Circostanza, questa, che va ad aggiungersi all’ancor viva emozione di tanti fans per la scomparsa del mangaka (avvenuta nel 2023) e ai 45 anni trascorsi – qui in Italia – dalla prima, storica apparizione televisiva del pirata spaziale. Un insieme di ragioni che hanno spinto Yamato Video e Nexo Digital a riprogrammare questo lungometraggio-prequel nelle sale italiane, per un evento di tre giorni (20, 21 e 22 maggio) teso a radunare fans, esegeti, nostalgici e semplici curiosi.
I fuorilegge dello spazio
Il plot di Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza vuole raccontare le origini del personaggio, e in particolare l’inizio della sua “carriera” di pirata: la trama muove infatti i suoi passi dall’invasione della Terra da parte delle truppe umanoidi del pianeta Illumidas, quando il protagonista era ancora il capitano dell’astronave terrestre Death Shadow. Costretto ad arrendersi agli occupanti, e a consegnare la sua nave, Harlock vive da tempo un amore tormentato e clandestino con Maya, la “voce della libertà” che, attraverso i suoi messaggi radio, incita i terrestri alla rivolta. Il militare, dopo aver categoricamente rifiutato qualsiasi collaborazione con gli invasori, fa la conoscenza di Tochiro, un geniale inventore che si mimetizza tra i terrestri vivendo come un mendicante; Harlock, al suo ritorno sulla Terra, viene inoltre in contatto con Zoll, alto esponente del pianeta occupato Tokarga, costretto sotto ricatto a collaborare con gli umanoidi; e di La Mine, una donna proveniente da un pianeta già distrutto da Illumidas, che non ha mai rinunciato all’idea di opporsi all’invasore. Quando La Mine viene casualmente a conoscenza dei progetti di Illumidas di distruggere completamente anche il pianeta Tokarga, Zoll decide di ribellarsi al nemico, chiedendo così l’aiuto di Harlock e Tochiro. Questi ultimi, da par loro, sono legati da un antichissimo destino comune: i relativi antenati, infatti – l’aviatore tedesco Phantom Harlock II, e il suo contemporaneo Tochiro – avevano stretto una breve ma significativa amicizia alla fine della seconda guerra mondiale, quando le forze dell’Asse, ormai in ritirata, avevano di fatto perso la guerra. Il gruppo, completato dalla commerciante spaziale Emeraldas, vecchia amica di Harlock, organizzerà così una disperata resistenza.
Il multiverso anarchico
Abbiamo poc’anzi definito “prequel” questo Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza, sviluppato sotto la supervisione di Matsumoto e diretto dall’esperto Tomoharu Katsumata: una definizione che probabilmente farà storcere la bocca ai tanti puristi del personaggio, in quanto il termine implicherebbe, a rigore, una continuity con la serie televisiva storica che di fatto non c’è. L’universo in cui è ambientato questo lungometraggio, infatti, non sembra essere esattamente lo stesso che farà da sfondo alla serie diretta dal regista Rintaro 46 anni fa: quest’ultima, infatti, mostrava un pianeta Terra retto da un forte governo mondiale, con una stabilità sociale tale da rendere molto improbabile l’occorrenza di un’invasione aliena risalente solo a pochi anni prima. I flashback della serie del 1978, inoltre, raccontavano un diverso background per i personaggi di Tochiro ed Emeraldas, oltre a una storia completamente diversa relativa all’origine dell’astronave Arcadia (a sua volta molto differente nel design, e persino nel colore, rispetto a quella mostrata qui). Come molti esperti dell’opera di Matsumoto hanno già evidenziato, i personaggi creati dal mangaka vengono semplicemente riutilizzati e posti in storie e contesti ogni volta diversi – ne è esempio anche il già citato Galaxy Express 999 – nonostante condividano generalmente, su ogni singolo “sfondo”, una forte interdipendenza reciproca. Possiamo quindi affermare che, in questa sorta di “multiverso” ante litteram creato dall’autore nipponico, questo è il background di Harlock che ci è stato meglio raccontato e sviscerato: un background comunque perfettamente in linea col personaggio che abbiamo imparato a conoscere nella sua prima, storica apparizione televisiva, per una origin story dai forti contenuti epici e melodrammatici.
Un’utopia sempre cangiante
C’è tutto il ribellismo romantico del pirata spaziale di Matsumoto, in Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza, l’eterna irrequietudine di un eroe re(ie)tto – tradito in primis dalla sua gente – nonché sempre in movimento, alla ricerca perenne di un’utopia (l’Arcadia del titolo, luogo tra realtà e leggenda, legato a un antichissimo passato) mai raggiungibile del tutto ma comunque da perseguire. Una caratterizzazione, quella del personaggio, che possiamo definire “a tutto tondo”, splendidamente démodé in un contesto come quello audiovisivo attuale – ivi compreso quello della stessa animazione nipponica – di cui tuttavia emerge limpidamente la genuinità: il mood de L’Arcadia della mia giovinezza, lungi dall’essere davvero ingenuo, è piuttosto all’insegna di uno struggente melò, pervaso da sentimenti basici e tali da chiamare a un’adesione emotiva totale e incondizionata, bagnati da un’epica del racconto quasi ubriacante, che mescola sapientemente oriente e occidente, immaginario sci-fi futuristico e cavalleresco, schegge di western (genere da sempre apprezzato da Matsumoto) ed etica/epica del cinema chambara. Nonostante il comparto tecnico del film, nello stile di animazione così come nel design degli ambienti, non nasconda i suoi anni – anni che comunque contribuiscono, in certo qual modo, a comporne il fascino – i 130 minuti di Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza ammaliano innanzitutto a livello tematico e narrativo: l’epica è quella di un poema cavalleresco mascherato da space opera, in cui l’individualismo dell’eroe romantico – solitario per definizione – va di pari passo con la forza dei legami e dei vincoli dell’amicizia, perseguiti e rafforzati nonostante tutto; una storia in cui si può (e si deve) rispettare persino i propri nemici, e in cui il sacrificio personale sublima i torti e apre la strada a un futuro collettivo forse (molto) di là da venire. Un futuro ancora tutto da immaginare, ma mai perso di vista come meta ideale: proprio quello che Matsumoto ha reimmaginato più volte, per il suo personaggio, sempre ridefinito e mai cristallizzato una volta per tutte, tale da riaffermarne l’immortalità e la trasversalità, tanto geografica quanto generazionale.
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Scheda
Titolo originale: Waga seishun no Arcadia
Regia: Tomoharu Katsumata
Paese/anno: Giappone / 1982
Durata: 130’
Genere: Avventura, Animazione, Fantascienza, Azione
Cast: Eiko Masuyama, Hitoshi Takagi, Makio Inoue, Shûichirô Moriyama, Tarô Ishida, Ai Sakuma, Hidekatsu Shibata, Hideyuki Tanaka, Hiromi Tsuru, Hiroshi Ôtake, Kaneto Shiozawa, Kei Tomiyama, Kôji Yada, Masaharu Satô, Reiko Mutô, Reiko Tajima, Shûichi Ikeda, Takeshi Aono, Yuriko Yamamoto, Yûjirô Ishihara
Sceneggiatura: Yôichi Onaka
Fotografia: Kenji Machida, Toshiharu Takei
Montaggio: Yutaka Chikura
Musiche: Toshiyuki Kimori
Produttore: Ken Ariga, Leiji Matsumoto, Yoshio Takami
Casa di Produzione: Tokyu Agency, Tokyu Recreation, Toei Company, Toei Animation
Distribuzione: Nexo Digital
Data di uscita: 20/05/2024