INSIDE OUT 2

INSIDE OUT 2

Inside Out 2 va a consolidare le scelte del precedente capolavoro Pixar: un film che sa rendere semplice, fruibile e visibile ciò che di più complesso esiste - ovvero l’animo umano - e un’avventura interiore tra le emozioni della protagonista Riley, nel trambusto di nuove sfide da affrontare. Ne emerge una ricchissima tavola di colori da armonizzare tra loro, in un gioco di equilibri e squilibri. Brillante, divertente, ma, soprattutto, vero.

Rendere visibile l’invisibile

Pubblicità

Durante la conferenza stampa dell’ultimo lavoro Pixar, Pilar Fogliati – ovvero la voce di ansia nella versione italiana – ricorda come l’ansia differisca dalla paura per la caratteristica del sapersi preoccupare efficacemente delle “cose che non si vedono”. E, potremmo dire, che – concettualmente – sta proprio qui il punto che lega il primo film a questo riuscitissimo sequel: se Ansia è una new entry di Inside Out 2, sin dal primo capitolo è stata la capacità degli autori di saper rendere visibile l’invisibile, ciò che ha reso Inside Out un tassello impareggiabile dei classici Pixar (e non solo).

Un lavoro concettuale

Inside Out 2, una scena del film d'animazione
Inside Out 2, una scena del film d’animazione

Raffigurare in maniera così dettagliata le emozioni base (tristezza, paura, gioia, disgusto, rabbia) e  – in seguito – quelle più complesse e articolate (ansia, invidia, imbarazzo, noia) è la peculiarità che traccia il filo tra il primo e il secondo capitolo di Inside Out; andando oltre la difficoltà tecnica e immaginativa che richiede un lavoro di animazione di questo tipo, la perla nata da questo classico sta nel lavoro concettuale che nasce nel retroscena, quello della sceneggiatura, ma, ancor più, quello sui contenuti. Vediamo meglio.

Complessità e semplicità

Inside Out 2, un momento del film d'animazione
Inside Out 2, un momento del film d’animazione

Come già il primo Inside Out, il secondo capitolo sa rendere fruibile e comprensibile il dialogo tra le emozioni e i pensieri all’interno della protagonista – bambina prima e adolescente poi. Ciò che ha esaltato grandi e piccini è stato potersi ritrovare e identificare nei processi interiori di Riley (con la voce di Sara Ciocca nella versione italiana) attraverso la “lotta” e il dialogo delle emozioni tra di loro. Pochi, però, si soffermano sul fatto che in Inside Out non vi sia nulla di neutrale. Le interazioni descritte, così come la sceneggiatura, rivelano un lavoro molto approfondito sulle dinamiche dell’animo umano e su come poterle veicolare in maniera a tutti comprensibile (fondamentale la collaborazione con gli psicologi Dacher Keltner e Paul Ekman). In poche parole: un lavoro enorme, ampiamente ripagato dal successo e dall’apprezzamento ricevuto.

Lo sport come metafora

Inside Out 2, un'immagine del film d'animazione
Inside Out 2, un’immagine del film d’animazione

In Inside Out 2 Riley ha 13 anni (l’avevamo lasciata ai suoi 11) e sta per confrontarsi con il passaggio dalle scuole medie al liceo: il tutto attraverso i cambiamenti nelle amicizie e la pressione crescente per la carriera sportiva nell’hockey. L’occasione per definire questa parabola di cambiamenti sarà un hockey camp, nel quale Riley dovrà fare i conti con i nuovi cambiamenti, le proprie ambizioni personali e il desiderio di essere accettata dagli altri. Il regista Kelsey Mann spiega come questa scelta nasca nell’intenzione di evidenziare il lavoro interiore su sé stessi. In un sequel che fa del rapporto tra la consapevolezza di sé, i valori personali e le emozioni il suo punto di forza appare evidente come le convinzioni e i valori che ispirano le persone nelle loro scelte, siano strettamente connessi alle emozioni (e ai loro ricordi), andando a delineare un quadro incredibilmente variopinto ed eclettico dell’animo umano.

Pubblicità

Consapevolezza di sé ed emozioni

Il plus di Inside Out 2 sta dunque nel porre l’attenzione sull’importanza dei pensieri e delle convinzioni personali con un focusragguardevole e importante su quel “senso di sé” che è alla base della consapevolezza. Nulla di neutrale, come si diceva poc’anzi. Sul lato delle emozioni, invece, sceneggiatori e regista scelgono di ripetere la ricetta vincente del primo Inside Out: se nella Riley bambina era nata la necessità di mettere d’accordo Gioia e Tristezza, nella Riley adolescente l’acerrima lotta si svolge tra Gioia e la nuova arrivata Ansia. Una lotta che non risparmia colpi importanti all’interno di uno scontro che si allarga alle altre emozioni, delineando due squadre: quella delle emozioni basiche e quella delle “nuove arrivate” – a cui, oltre ad Ansia, si aggiungono Invidia, Imbarazzo e Noia.

Ansia e Gioia

Inside Out 2, una sequenza del film d'animazione
Inside Out 2, una sequenza del film d’animazione

Anche in questo secondo capitolo, lo spettatore rimarrà affascinato dal modo originale e inusuale di rappresentare le nuove emozioni sul piano animato e caratteriale; in particolare, per quanto concerne Ansia ed Invidia, sarà immediatamente chiaro quanto siamo lontani da un’idea negativa. L’ansia all’inizio sarà indispensabile, poiché la paura si occupa solo di “ciò che può vedere”, mentre l’invidia farà da sprone a migliorare sé stessi; come ci insegna il primo capitolo, tuttavia, il punto sarà trovare un equilibrio tra le varie sfaccettature del proprio sé. Ansia da sola disegnerebbe soltanto quadri catastrofici (e apocalittici), mentre a Gioia – senza ansia – mancherebbe quel sano “senso del futuro” necessario per fronteggiare le continue sfide della vita nei momenti più stringenti.

Interiorità ed esteriorità

Inside Out 2, una scena del film animato
Inside Out 2, una scena del film animato

In questo senso, sul piano concettuale, la bellezza di Inside Out sta nel continuare a sottolineare come – nel gioco di equilibri del viaggio interiore – il rapporto con gli avvenimenti esterni e con le altre persone (che si tratti di genitori o amici) sia fondamentale. Lo spettatore vivrà in maxicolor le emozioni di Riley, ma in un continuo dialogo con le sfide provenienti dall’esterno: cambiamenti che per lo più non si controllano, come quando Riley apprende  con dolore (e suo malgrado) del trasferimento imminente delle due migliori amiche.

In conclusione, se qualcuno dubitava degli ultimi lavori Pixar, Inside Out 2 fungerà da risposta convincente ad evidenziare come la verve creativa bruci ancora. Più in generale, possiamo dire che cogliere il potenziale creativo dell’animazione, conferendole l’arduo compito di esplorare ciò che è invisibile (come da sempre l’arte fa) è un traguardo importante, indicativo dell’eccezionale lavoro concettuale svolto.

Locandina

Inside Out 2, la locandina italiana del film d'animazione

Gallery

Scheda

Titolo originale: Inside Out 2
Regia: Kelsey Mann
Paese/anno: Stati Uniti, Giappone / 2024
Durata: 96’
Genere: Commedia, Drammatico, Avventura, Animazione, Fantastico
Cast: Diane Lane, Adèle Exarchopoulos, Maya Hawke, Paul Walter Hauser, Tony Hale, Amy Poehler, Ayo Edebiri, James Austin Johnson, Kyle MacLachlan, Lewis Black, Phyllis Smith, Yvette Nicole Brown, Grace Lu, Kensington Tallman, Lilimar, Liza Lapira, Ron Funches, Steve Purcell, Sumayyah Nuriddin-Green, Yong Yea
Sceneggiatura: Meg LeFauve, Dave Holstein
Fotografia: Adam Habib, Jonathan Pytko
Montaggio: Maurissa Horwitz
Musiche: Andrea Datzman
Produttore: Mark Nielsen
Casa di Produzione: Walt Disney Pictures, Pixar Animation Studios
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures

Data di uscita: 19/06/2024

Trailer

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Appassionata di filosofia con un’attenzione particolare rivolta alla storia delle religioni, all’antropologia e alla diverse forme d’arte, si è specializzata in pratiche filosofiche nel 2018, presso la SUCF di Roma. Come giornalista si occupa di cultura, cinema, politica e attualità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.