IL RE DELLE INDIE

IL RE DELLE INDIE

Nell’opera documentaristica Il re delle Indie, il regista Gaetano Maria Mastrocinque ricostruisce il dietro le quinte della tradizionale tenzone del Saracino. O si è dentro o si è fuori.

L’istantanea della giostra

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Un fantoccio gira e attorno a lui ruota tutta una città, due volte l’anno. Segue ritmi e tradizioni antichi il rito collettivo che il regista Gaetano Maria Mastrocinque documenta nel film Il re delle Indie. Un dietro le quinte appassionato di quanto accade attorno ad una delle più sentite manifestazioni tradizionali italiane, la Giostra del Saracino, che si disputa ogni anno – salvo eccezioni – per due volte l’anno a giugno e a settembre.

Cavalieri in primo piano

Il re delle Indie, una foto tratta dal documentario
Il re delle Indie, una foto tratta dal documentario

La scelta registica è quella della presa diretta e delle testimonianze dei singoli protagonisti con l’aggiunta di immagini d’archivio. Si profila un racconto collettivo che si dipana nel corso di tutto l’anno fatto di cura dei cavalli, di addestramenti mirati e che culmina poi nei pochi secondi di carriera sulla pista di terra di Piazza Grande trasformata per l’occasione in campo di rodeo. La meglio gioventù di Arezzo, ma anche qualche cavaliere più in là con gli anni, si mette in gioco rappresentando con orgoglio il proprio quartiere. Quattro i quartieri in lizza per ogni giostra. Il gioco si rifà alle tenzoni medievali di cavalieri armati di lancia che puntano a fare centro su un cartellone installato sul fantoccio. Il centro è il 5, poi a scendere fino all’uno. La bravura consiste appunto nel cogliere il 5 con la lancia senza farsi raggiungere dal contraccolpo, costituito in pesanti palle sull’altro lato del fantoccio. Una sfida con sé stessi che impiega corpo e mente in una serrata tensione e soprattutto in una altissima concentrazione.

Appartenenza prima di tutto

Il re delle Indie, una sequenza del documentario
Il re delle Indie, una sequenza del documentario

Come tutti i lavori di questo tipo, anche Il re delle Indie celebra il valore dell’appartenenza. Essere dell’uno o dell’altro quartiere è il distinguo. Ci si lavora con dedizione. “La giostra è per me come una Olimpiade”, commenta – non a caso – un cavaliere in gara. Vincere conquistando la lancia d’oro che ogni anno viene realizzata da artisti locali con l’elsa cesellata è come entrare in un albo d’oro, divenire il beniamino del proprio quartiere che, attorno a ogni cavaliere, vive e lavora senza sosta per la vittoria.

Provincia croce e delizia

Il re delle Indie, un'immagine del documentario
Il re delle Indie, un’immagine del documentario

È di scena la provincia, ne Il re delle Indie, quella bella dei valori antichi, delle tradizioni, delle radici appunto. Sullo sfondo d’una Arezzo imbandierata il film racconta un microcosmo che avvolge i protagonisti in un buco nero e dal quale allontanarsi è estremamente difficile.

L’impegno registico è quello di registrare le dirette, scene non ripetibili da cogliere al volo. Così come riprese istantanee e non più ripetibili, come può accadere in una normale opera cinematografica, sono le scene d’immensa gioia per la vittoria, dell’ingresso in Duomo dei contradaioli con la lancia d’oro finalmente in pugno, per esprimere devozione nei confronti della Madonna del Conforto per la giostra di giugno o di San Donato per quella di settembre.

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L’emozione in gioco per chi è dentro e chi è fuori

Il re delle Indie, un momento del documentario
Il re delle Indie, un momento del documentario

Il lavoro del regista Mastrocinque rientra nella documentaristica e va a costituire una preziosa testimonianza  di carattere demoantropologico, un racconto per immagini di una città in delirio, di una sfida collettiva attorno alla quale palpita una comunità intera.

Pagine e panorami che rimandano a una Toscana antica, di madame e messeri, di priori e rettori, di capitani e cavalieri che fanno dell’Italia un unicum a livello mondiale.

Guardando la ricostruzione dell’aretino mondo intriso di tenzone allo spettatore d’altri luoghi nasce in qualche modo l’invidia per la mancata appartenenza a un ingranaggio che tira dentro e dal quale non si riesce ad uscire, una condizione, per chi ne è fuori, che non consentirà mai appieno di vivere veramente le sensazioni di un’atmosfera che aleggia e investe come una nuvola Arezzo, due volte all’anno. L’esperienza data da Il re delle Indie non risulta quindi univoca. E il fattore emozione diventa cruciale per chi gira nella giostra e per chi ne resta inevitabilmente fuori.

Locandina

Il re delle Indie, la locandina del documentario

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Scheda

Titolo originale: Il re delle Indie
Regia: Gaetano Maria Mastrocinque
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 75’
Genere: Documentario
Cast: Carlo Farsetti, Elia Cicerchia, Enrico Vedovini, Gabriele Innocenti, Martino Gianni
Sceneggiatura: Gaetano Maria Mastrocinque
Fotografia: Giulia Pasqual, Marco Pirondini
Montaggio: Gaetano Maria Mastrocinque
Musiche: Marco Lazzeri
Produttore: Francesco Carra, Marco Giustini, Gaetano Maria Mastrocinque, Luca Zandrelli, Paolo Caprini
Distribuzione: Amazon Prime Video

Data di uscita: 10/06/2023

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Giornalista professionista, laureata in Scienze Politiche. Ha collaborato con Ansa e Il Tempo, passando poi alla collaborazione fissa con Il Messaggero. Ha scritto per L’Espresso, D La Repubblica delle Donne, Avvenimenti. Per le edizioni Media&Books ha pubblicato, con il luogotenente Francesco Leonardis, il libro Laureato in onestà (2017). Ha diretto il mensile ambientalista La Voce del Lago. Gestisce il sito www.ecolagodibracciano.it e dirige il mensile Gente di Bracciano. È presidente dal 1992 dell’Associazione Culturale Sabate - Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori” a Anguillara e, dal 2017, del Comitato Difesa Bacino Lacuale Bracciano-Martignano.

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