IL MISTERO SCORRE SUL FIUME

IL MISTERO SCORRE SUL FIUME

La bellissima locandina originale che riadatta L’urlo di Munch e la citazione di Camus che apre il film sono i primissimi indizi per lo spettatore. Tratto da un racconto di Yu Hua, Il mistero scorre sul fiume è infatti una pellicola affascinante quanto misteriosa: sotto la veste del classico poliziesco, il film di Wei Shujun è un'opera che si sviluppa rapidamente verso altre direzioni che lo rendono oggetto di molteplici letture. La serie di omicidi che colpiscono un villaggio della Cina rurale di metà anni '90 diventa strumento per un'analisi che trascende l'aspetto investigativo. Il film, presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2023, si candida come uno delle visioni più interessanti dell'anno in corso.

Lo scemo del villaggio

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Nella zona rurale della città di Peishui, un’anziana donna viene trovata assassinata in riva al fiume. L’indagine viene così affidata al detective Ma Zhe (Zhu Yilong), che sente sulle spalle il peso della pressione del suo superiore (Hou Tianlai) affinché risolva il caso in tempi brevi. Tuttavia, il ritrovamento di una cassetta musicale accanto al cadavere mette l’investigatore su nuove piste che rivelano come l’indagine non sia così tanto semplice come sembrava in prima battuta. Quali sono dunque gli errori in riva al fiume che danno il titolo al racconto di Yu Hua (contenuto nella raccolta pubblicata da Einaudi Torture, 1997)da cui la pellicola è tratta? Il mistero scorre sul fiume è il primo film di Wei Shujun (autore dell’adattamento insieme a Kang Chunlei e allo stesso Yu) ad arrivare sugli schermi italiani, nonostante il regista non sia in realtà un perfetto sconosciuto in Europa avendo partecipato già a due precedenti edizioni del Festival di Cannes con le sue altre pellicole. Più che alle indagini volte alla risoluzione del caso, Wei Shujun pone la sua attenzione sulla descrizione di una comunità rurale nella Cina degli anni ’90 e sulle relazioni che intercorrono fra i suoi componenti, presentando dunque una tagliente analisi sociale, politica e soprattutto psicologica.

Il drago dorme ancora

Il mistero scorre sul fiume, un frame del film
Il mistero scorre sul fiume, un frame del film

Il mistero scorre sul fiume appare pervaso per tutta la sua durata da un’atmosfera perennemente cupa e malinconica perfettamente resa dalla scelta di colori plumbei enfatizzati dall’uso di un granuloso 16 mm che danno alla pellicola (giustamente) un sapore vintage. La prima scena del film mostra un bambino che, nell’inseguire alcuni suoi coetanei con una pistola giocattolo vestito da poliziotto, si ritrova sull’orlo di un edificio abbandonato di fronte a una scavatrice che sta spazzando via macerie. Si tratta di una registica dichiarazione d’intenti che va fin da subito oltre la ricerca di giustizia. Gli omicidi che si susseguono sembrano infatti essere “solo” un mezzo per descrivere le rovine di un paese che sta per imboccare la strada del boom economico che lo trasformerà radicalmente. Piogge incessanti, edifici fatiscenti, vicoli stretti, una oppressione silenziosa pronta ad esplodere che tocca i personaggi chiamati in causa, per lo più persone socialmente escluse o vittime (come, ad esempio, la figura del barbiere che finisce nella lista degli indagati). Facciate di normalità dietro cui si celano in realtà vite oscure che verranno inevitabilmente a galla con il proseguire delle indagini e che non sono tollerabili all’interno di una società che fa della collettività il bene supremo. Del resto, alla ricerca della verità del detective Ma, si contrappone il pragmatismo del suo superiore che pretende soluzioni rapide giocando a ping pong.

Una parabola politica

Il mistero scorre sul fiume, una sequenza del film
Il mistero scorre sul fiume, una sequenza del film

L’indagine della polizia sulla misteriosa serie di delitti attua una esplorazione del male che sublima, in una realtà grottesca, la componente politica, in particolare la repressione del potere comunista. Sulle note della Sonata al chiaro di luna di Beethoven che domina la scarna colonna sonora, il detective Ma si muove attraverso un mondo simile a quello di Memorie di un assassino (2003, Boong Joon Ho) ma più assurdo, emblematicamente rappresentato da alcune sequenze. Ad esempio, la squadra d’indagine impegnata a pugnalare carcasse di animali per vedere quale lama possa essere la più simile a quella usata per uccidere l’anziana signora; il quartier generale assegnato a Ma Zhe per le indagini, ovvero un ex cinema che ha chiuso i battenti per mancanza di visitatori e che pullula ora di poliziotti in uniforme militare che “cozzano” anche solo visivamente con il restare in borghese del protagonista. È così astruso pensare di trovarsi con Il mistero scorre sul fiume in un film nel film, trovandoci anche noi spettatori nell’ufficio del detective circondati da mucchi di bobine?

Il grande enigma 

Il mistero scorre sul fiume, un momento del film
Il mistero scorre sul fiume, un momento del film

Allo stesso tempo, Il mistero scorre sul fiume racconta di un’indagine che assume sempre più i contorni di un vero e proprio incubo esistenziale che vede come protagonista l’investigatore stesso, un uomo il cui mondo personale rischia di scivolare sempre di più nell’oscurità. Tale discesa si amplifica quando la sfera professionale si mescola con quella personale, di fronte alla nascita di un figlio probabilmente affetto da un’anomalia genetica (dunque non tanto diverso dal pazzo cui dà la caccia almeno in una prima fase delle indagini?): in un periodo in cui la politica del figlio unico è ancora tangibile, questa possibilità non può non diventare motivo di tensioni tra il detective e la moglie incinta Bai Jie (Chloe Maayan). Tutto si fa quindi sempre più confuso anche per lo spettatore, per il quale diventa difficile distinguere tra realtà e fantasia e capire la reale affidabilità dello stesso protagonista (il presunto encomio ricevuto per un precedente incarico esiste davvero?). Tentare di racchiudere Il mistero corre sul fiume in unico tema significa cimentarsi con il puzzle della moglie di Ma che potrebbe in realtà non venir mai completato. Sicuramente meno dubbi si hanno sul fatto che il cinema asiatico ci abbia regalato nell’ultimo ventennio alcuni dei polizieschi più interessanti (il già citato Memorie di un assassino o, per restare nell’ambito della cinematografia cinese Fuochi d’artificio in pieno giorno, 2014, Yinan Diao). Il film di Wei Shujun non fa quindi assolutamente eccezione con le sue letture stratificate e la messa in scena di una realtà costantemente sfuggente.

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Locandina

Il mistero scorre sul fiume, la locandina italiana del film

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Scheda

Titolo originale: He bian de cuo wu
Regia: Wei Shujun
Paese/anno: Cina / 2023
Durata: 101’
Genere: Drammatico, Poliziesco, Giallo
Cast: Chloe Maayan, Han Chen, Hou Tianlai, Huang Jun, Huang Miyi, Kang Chunlei, Liu Baisha, Moxi Zishi, Tong Linkai, Wang Kira, Yan Hexiang, Yang Cao, Zeng Qi, Zhou Qingyun, Zhou You, Zhu Yilong
Sceneggiatura: Wei Shujun
Fotografia: Zhiyuan Chengma
Montaggio: Matthieu Laclau
Produttore: Huang Xufeng, Ying Liang, Jin Zhao
Casa di Produzione: Hangzhou Dangdang Film, KXKH FILM
Distribuzione: Wanted Cinema

Data di uscita: 11/07/2024

Trailer

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Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

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