IMMACULATE – LA PRESCELTA

IMMACULATE – LA PRESCELTA

Horror a sfondo religioso, uscito sulla scia di un ritrovato interesse per il filone, Immaculate – La prescelta sconta innanzitutto il suo carattere palesemente derivativo; nonostante ciò, il film di Michael Mohan può contare su una regia dignitosa e su una discreta capacità di intrattenere, al netto di una premessa (inevitabilmente?) un po’ fragile.

Un parto prevedibilmente infernale

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Viene un inevitabile senso di deja-vu, durante la visione di questo Immaculate – La prescelta, horror ad ambientazione religiosa uscito sulla scia di un filone che, negli ultimi anni, sembra aver ritrovato un particolare vigore. Un deja-vu derivato innanzitutto dalla recente visione – risalente a solo pochi mesi fa – del riuscito Omen – L’origine del presagio, prequel del classico del 1976 che presentava, in gran parte, un plot molto simile a quello di questo lavoro di Michael Mohan. Di nuovo un luogo gestito da religiosi – lì un orfanotrofio, qui una casa di riposo per suore malate terminali, affidate alle cure di un gruppo di novizie -, di nuovo una giovane in procinto di prendere i voti che viene a contatto con un orribile segreto celato tra le mura del rifugio; di nuovo una gravidanza misteriosa, di nuovo la promessa di un parto infernale/salvifico; di nuovo la lotta della protagonista contro una setta convinta che il frutto del suo grembo sarà destinato a mondare i peccati dell’umanità. Si badi bene: non stiamo spoilerando nulla, visto che il focus del film di Mohan (regista segnalatosi qualche anno fa per il thriller The Voyeurs, distribuito da Prime Video) è chiaro sin dai primi minuti, così pure come il suo probabilissimo svolgimento. La variante è costituita, qui, da una protagonista (la suor Cecilia interpretata da Sydney Sweeney) convinta di suo di essere una predestinata, a causa di un incidente mortale subito da bambina che la lasciò miracolosamente illesa; e un richiamo ancor più netto – e qui evitiamo ovviamente di dire in che modo – al classico Rosemary’s Baby, già citato in controluce dal menzionato prequel di Arkasha Stevenson, vero apripista per un filone che non cessa di partorire (è proprio il caso di dirlo) figli e figliastri.

Una messa in scena che fa il suo

Immaculate - La prescelta, Benedetta Porcaroli in una scena del film
Immaculate – La prescelta, Benedetta Porcaroli in una scena del film

Produzione americana ambientata interamente in territorio italiano (tra le location, tutte dentro e intorno alla capitale, si segnalano la Villa Parisi sita a Frascati, e la romana Galleria Doria Pamphilj), Immaculate – La prescelta è un onesto prodotto di genere, che soffre in primis del suo evidente – dichiarato, ma non per questo meno importante – carattere derivativo. Se è vero che il filone di cui il film fa parte ha generato, negli ultimi anni, un gran numero di epigoni (vengono in mente, ovviamente, anche il recente The Nun e il relativo sequel) è pur vero che la regia di Michael Mohan è apprezzabilmente parca di jumpscare e momenti eccessivamente “urlati”; una regia che al contrario immerge l’affascinante location (già sede, in passato, degli horror di Mario Bava Il rosso segno della follia e Reazione a catena) in un’atmosfera di lugubre sospensione e isolamento, seguendo in modo graduale la discesa nell’orrore – e nella consapevolezza – della spaesata protagonista. Funzionano abbastanza bene anche il personaggio della co-protagonista, la Gwen interpretata da Benedetta Porcaroli (malgrado gli sviluppi tutt’altro che imprevedibili del suo arco narrativo) e l’inquietante Padre Tedeschi col volto dello spagnolo Álvaro Morte, attore dal background televisivo, assurto a notorietà con l’hit netflixiano La casa di carta. Resta invece abbastanza sullo sfondo (ed è un peccato) la figura dell’austero cardinale interpretato da Giorgio Colangeli, che avrebbe forse potuto ritagliarsi uno spazio maggiore con un personaggio dalle potenzialità in parte non sfruttate.

I limiti del concept

Immaculate - La prescelta, Sydney Sweeney in un'agghiacciante immagine del film
Immaculate – La prescelta, Sydney Sweeney in un’agghiacciante immagine del film

Pur senza particolari guizzi, svolge dignitosamente il suo compito di intrattenere, Immaculate – La prescelta, trovando i suoi limiti proprio in un plot in cui (e questo è inevitabilmente un problema decisivo, per un horror) tutto va più o meno come ci si aspetta. Caratteristica, quest’ultima, dovuta in parte alla precedente visione dei film sopracitati (anche se va detto che, riguardo a Omen – L’origine del presagio, parliamo di due prodotti realizzati praticamente in parallelo) ma anche a un’evidente, scarsa predisposizione a osare da parte degli sceneggiatori, che hanno preferito evidentemente muoversi su territori, in generale, già battuti. Il fondamento narrativo della vicenda, una volta rivelato nella parte finale, scricchiola un po’ (specie per la sua improvvida mescolanza di mistica e pseudoscienza); ma, nell’ambito di un prodotto di genere, in fondo se ne possono accettare abbastanza serenamente le basi. La lunga parte conclusiva offre anche qualche passaggio narrativamente poco credibile, come se il regista – concentrando gran parte dell’azione nell’ultima frazione – avesse cercato un po’ di strafare, perdendo di vista in parte la credibilità. Frazione conclusiva che comunque (e questo invece ci fa piacere rilevarlo) è caratterizzata da una discreta cattiveria, con dosi di violenza ed emoglobina apprezzabili per un prodotto mainstream. Nulla di sconvolgente, ma una “dichiarazione di appartenenza” che basta a renderci simpatico questo prodotto, a dispetto dei suoi limiti intrinseci.

Locandina

Immaculate - La prescelta, la locandina italiana del film
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Scheda

Titolo originale: Immaculate
Regia: Michael Mohan
Paese/anno: Stati Uniti, Italia / 2024
Durata: 89’
Genere: Horror
Cast: Giorgio Colangeli, Benedetta Porcaroli, Dora Romano, Giampiero Judica, Betty Pedrazzi, Giuseppe Lo Piccolo, Niccolò Senni, Sydney Sweeney, Tiziano Ferracci, Cinzia Fantauzzi, Cristina Chinaglia, Giulia Heathfield Di Renzi, Isabel Desantis, Laura Camassa, Marisa Regina, Simona Tabasco, Viviane Florentine Nicolai, Álvaro Morte
Sceneggiatura: Andrew Lobel
Fotografia: Elisha Christian
Montaggio: Christian Masini
Musiche: Will Bates
Produttore: Jonathan Davino, Teddy Schwarzman, Gabriela Leibowitz, Sydney Sweeney, Riccardo Neri, Ben Shafer, Michael Heimler, David Bernad
Casa di Produzione: Fifty-Fifty Films, Lupin Film, Black Bear
Distribuzione: Adler Entertainment, Leone Film Group

Data di uscita: 11/07/2024

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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