THE CROW – IL CORVO

THE CROW – IL CORVO

Ci sono casi, per fortuna rari, in cui le critiche preventive a un progetto si rivelano pienamente giustificate, se non addirittura sottostimate: è purtroppo il caso di questo The Crow – Il corvo, reboot/reimagining del cult movie del 1994 con Brandon Lee, di fatto un film sbagliato praticamente sotto tutti i punti di vista. Tanto sbagliato da far sorgere legittimi interrogativi sul perché la produzione gli abbia infine dato disco verde, nonostante i suoi macroscopici problemi.

Come non si fa un reboot

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Tra i tanti reboot di classici anni ‘80-’90 che Hollywood ci ha propinato negli ultimi anni, quello del cult movie del 1994 Il corvo – The Crow è stato forse quello accompagnato da una maggiore ondata di scetticismo e chiusura preventiva. Da una parte c’erano la resistenza e la persistenza del mito nell’immaginario collettivo: il film del 1994 di Alex Proyas ha infatti segnato l’immaginario degli anni ‘90 – e più in particolare quello dei cinefili appartenenti alla Generazione X – come poche altre opere della cultura pop, sia per il noto, drammatico incidente sul set che costò la vita a Brandon Lee, sia – soprattutto – per un’iconografia dark/gotica capace di catturare come poche altre l’essenza del periodo. Un’iconografia che si andava a unire a una storia di una semplicità e linearità oggi impensabili, quasi imbarazzanti per la loro limpidità e purezza; e che aggiungeva solo pochi e azzeccati elementi al fumetto originale di James O’Barr, caricando il tutto di un romanticismo che faceva da riuscito contrasto (rafforzandosi a vicenda) col look lugubre e quasi distopico dell’ambientazione. Uno scetticismo, quello per questo nuovo The Crow – Il corvo firmato da Rupert Sanders, che è aumentato esponenzialmente quando sono apparse le prime foto che ritraevano un ipertatuato e imbronciato Bill Skarsgård nel ruolo che fu di Lee, e soprattutto quanto abbiamo potuto vedere il primo trailer, che subito preannunciava un netto cambio di atmosfere e di rotta, rispetto all’amato modello. Cambio che in effetti c’è stato, e che purtroppo – lo specifichiamo subito, e non ci fa certo piacere farlo – in questo caso ha nuociuto, e pesantemente, all’intera operazione. Ma vediamo di andare con ordine.

Eric e Shelly, prima, durante e dopo

The Crow - Il corvo, Bill Skarsgård e FKA Twigs in una sequenza del film
The Crow – Il corvo, Bill Skarsgård e FKA Twigs in una sequenza del film

Il plot di questo The Crow – Il corvo versione 2024 non ha, di fatto, che una lontana parentela con quello del fumetto di O’Barr e della sua prima versione cinematografica; Eric Draven e la sua fidanzata Shelly Webster (che ha il volto di FKA Twigs) vengono qui introdotti allo spettatore fin da prima che si conoscessero: lei ex musicista in fuga da una misteriosa organizzazione – che vorrebbe impadronirsi di un compromettente filmato registrato sul suo cellulare -, lui giovane problematico con problemi di tossicodipendenza e comportamenti autolesionisti. I due si incontrano nel centro di riabilitazione in cui entrambi sono stati rinchiusi, si piacciono quasi subito, e mettono poi in atto una rocambolesca fuga dalla struttura. Ma i persecutori della ragazza, tempo dopo, torneranno a farsi vivi, reclamando non solo il filmato in possesso della giovane, ma anche la sua stessa, tradita fedeltà. Allora, e solo allora, si innescheranno gli eventi che trasformeranno Eric nel giustiziere in cerca di vendetta che conosciamo; o meglio, in un suo lontano parente, unito al suo modello più idealmente e nominalmente che di fatto.

Una virata mal gestita

The Crow - Il corvo, Bill Skarsgård durante una scena del film
The Crow – Il corvo, Bill Skarsgård durante una scena del film

Sia ben chiaro: non è il radicale cambio di trama rispetto al suo dichiarato modello, e neanche tutto sommato quello di atmosfere, il problema principale di questo The Crow – Il corvo: non possiamo non rimarcare, anzi, che il pregio principale di alcuni dei remake/reboot più interessanti degli ultimi anni (viene in mente per esempio, pur nei suoi elementi più controversi e problematici, il Suspiria di Luca Guadagnino) sia stato proprio quello di allontanarsi sensibilmente dal relativo materiale di base, sviluppandone lo spunto di partenza in direzioni altre e più adatte alla sensibilità contemporanea. Probabilmente era proprio questo l’intento teorico del film diretto da Rupert Sanders, progetto travagliatissimo che, fin dal suo primo annuncio risalente al 2008, ha cambiato un numero praticamente infinito di sceneggiatori, registi e protagonisti; uno scopo in fondo non dissimile da quello dei poco fortunati “sequel” – tre, di cui solo il primo aveva un minimo di continuity con l’originale – che si sono succeduti negli anni successivi all’uscita del prototipo, e che mostravano con questo una parentela più concettuale che diretta. Il problema principale di questo nuovo The Crow – Il corvo è piuttosto, banalmente, quello di essere un film sbagliato: sbagliato proprio rispetto alle sue premesse, quanto a scrittura, sviluppo dei personaggi, messa in scena e costruzione dell’atmosfera. Un vero e proprio pasticcio, tecnico e di contenuti, che da un lato denuncia le traversie produttive a cui il progetto è andato incontro nel corso degli anni, dall’altro stupisce però per la mancanza di cura (a tratti imbarazzante) con cui il tutto è stato messo insieme e infine mostrato al pubblico.

Lungaggini e trascuratezze

The Crow - Il corvo, Danny Huston in una scena del film
The Crow – Il corvo, Danny Huston in una scena del film

Evitiamo di fornire troppi dettagli su come, e quanto, il film di Sanders tradisca non solo gli eventi e le atmosfere, ma proprio il concept e la filosofia della storia di O’Barr e della pellicola di Proyas: ci limitiamo a dire che, se da un lato poteva essere interessante l’idea di esplorare il background dei due protagonisti raccontandone l’incontro, e descrivendone in modo dettagliato la love story, dall’altro il film spreca di fatto quasi metà della sua durata, riuscendo a dilungarsi in un’inutile, patinatissima frazione romance che non riesce né a suscitare la dovuta empatia coi personaggi, né (e questo è forse ancora più grave) a illuminarne davvero il passato e le rispettive motivazioni. Nel momento in cui l’elemento sovrannaturale fa irruzione nella storia (in modo diverso rispetto a come ci si aspetterebbe) la situazione di fatto non migliora in nessun modo: il “nuovo” Eric è uno sballottato post-adolescente privo non soltanto di carisma, ma anche di quel minimo di profondità drammatica che il personaggio richiederebbe. Un risultato dovuto anche a uno Skarsgård del tutto fuori parte, coadiuvato da una FKA Twigs altrettanto monocorde e da un villain (il veterano Danny Huston) che qui non va oltre una stucchevole maniera. Intorno a loro, un confuso plot che tenta di mettere insieme noir, sovrannaturale, spruzzate di gotico, e un po’ di action splatter. Una mistura purtroppo decisamente indigesta.

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Un “disco verde” misterioso

The Crow - Il corvo, Bill Skarsgård in un'immagine del film
The Crow – Il corvo, Bill Skarsgård in un’immagine del film

Spiace essere così tranchant, per un progetto che – data l’importanza del modello, e anche il carattere obiettivamente fuori misura e fuori bersaglio di molte critiche preventive (non sono i cambiamenti il problema, lo ripetiamo, ma semmai il modo in cui si gestiscono) – meritava altra e diversa riuscita: eppure, tornando con la mente ai 111 minuti di The Crow – Il corvo, resta davvero difficile trovare qualcosa da salvare, tanto mal concepiti e mal assemblati risultano essere i diversi elementi che lo compongono. Tra grossolane incongruenze di sceneggiatura (tra cui l’assurda fuga dalla clinica dei due protagonisti), incomprensibili scelte di montaggio che spezzano l’atmosfera, imbarazzanti (e speriamo involontarie) citazioni di Titanic, e una trama che sembra perennemente indecisa sulla direzione da prendere, ci torna in mente come unico momento minimamente divertente la sequenza del massacro all’interno del teatro: una mini-festa gore che, se da un lato vede finalmente la (tardiva) trasformazione del protagonista in qualcosa di simile all’antieroe che ci si aspetterebbe, dall’altro viene in gran parte rovinata da una regia confusa e poco incisiva. Da parte nostra, terminata la visione, non possiamo che domandarci come sia possibile che un prodotto con tali e tanti problemi (e così macroscopici) non sia stato bloccato in post-produzione, per risolvere almeno quelli più vistosi. Ci terremo probabilmente il dubbio.

Locandina

The Crow - Il corvo, la locandina italiana del film

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Scheda

Titolo originale: The Crow
Regia: Rupert Sanders
Paese/anno: Francia, Regno Unito, Stati Uniti / 2024
Durata: 111’
Genere: Horror, Fantastico, Azione, Thriller, Sentimentale
Cast: Jordan Bolger, Bill Skarsgård, Danny Huston, Brian Caspe, Sami Bouajila, David Bowles, FKA Twigs, Isabella Wei, Josette Simon, Laura Birn, Caolan O’Neill Forde, Darija Pavlovicová, Dukagjin Podrimaj, Duy Anh Tran, Gregory Gudgeon, Janek Gregor, Jordan Haj, Karel Dobrý, Peter Parker Mensah, Samba Goldin, Sebastian Orozco, Solo Uniacke, Trigga
Sceneggiatura: Zach Baylin, William Josef Schneider
Fotografia: Steve Annis
Montaggio: Chris Dickens, Neil Smith
Musiche: Volker Bertelmann
Produttore: Molly Hassell, John Jencks, Victor Hadida, Jade Manuel, Fady Salame, Edward R. Pressman, Philipp Kreuzer
Casa di Produzione: Hassell Free Productions, The Electric Shadow Company, 30West, Ashland Hill Media Finance, Edward R. Pressman Film, Media Capital Technologies, Czech Anglo Pictures, Davis-Films, FilmNation Entertainment, Lionsgate Films
Distribuzione: Eagle Pictures

Data di uscita: 28/08/2024

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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