CAMPO DI BATTAGLIA

CAMPO DI BATTAGLIA

Con Campo di battaglia, Gianni Amelio ha realizzato un lungometraggio indubbiamente ambizioso, ma che, col desiderio di toccare numerosi temi e di mettere in scena dilemmi morali e situazioni da cui sembra quasi impossibile trovare una via d’uscita, ha finito inevitabilmente per trattare tutto in modo estremamente superficiale, senza mai concludere realmente uno dei tanti discorsi aperti. In concorso all’81esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Guerra, dilemmi morali, epidemie

Pubblicità

Tema, purtroppo, più attuale e scottante che mai, la guerra è una delle grandi protagoniste all’interno dei lungometraggi di questa 81aMostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Basti pensare, citando uno dei titoli più validi in merito, a Why War, ultima fatica di Amos Gitai. Poteva, dunque, in luce di ciò, l’Italia (e, nello specifico, Rai Cinema) mancare di dire la propria in merito? Assolutamente no. Ed ecco che, dunque, in corsa per il tanto ambito Leone d’Oro, troviamo anche Campo di battaglia, diretto da Gianni Amelio, che qui al Lido è ormai praticamente di casa. Sarà riuscito il regista nostrano a fare a suo modo “la differenza”, presentandoci un prodotto complessivamente dignitoso? Presto detto.

Mentre la guerra sta per finire

Campo di battaglia, Gabriel Montesi in una sequenza del film
Campo di battaglia, Gabriel Montesi in una sequenza del film

In Campo di battaglia, dunque, la storia messa in scena è quella di due medici, amici d’infanzia, che si ritrovano a soccorrere i feriti più gravi nello stesso ospedale militare, mentre la Prima Guerra Mondiale sta per volgere al termine. Stefano (impersonato da Gabriel Montesi) ha avuto un’educazione molto rigida ed è attentissimo a scovare chi, tra i suoi pazienti, si è procurato delle ferite da solo, al fine di essere rimandato a casa. Giulio (Alessandro Borghi), invece, è molto più tollerante del suo amico e collega, non avrebbe voluto fare il medico, bensì il biologo, ed è addirittura disposto ad aiutare alcuni dei suoi pazienti facendo in modo che, a causa di infezioni o malattie passeggere, gli stessi non possano più combattere sul fronte. A loro, infine, si aggiunge la determinata Anna (Federica Rosellini), la quale non ha potuto laurearsi in medicina e lavora come infermiera volontaria nel loro ospedale.

Potenzialità

Campo di battaglia, Alessandro Borghi in un'immagine del film
Campo di battaglia, Alessandro Borghi in un’immagine del film

Due personalità agli antipodi, rigidi principi morali, un drammatico conflitto bellico, un potenziale triangolo amoroso. Date queste premesse, questo Campo di battaglia potrebbe avere tutte le carte in regola per fare centro o perlomeno per lasciare la propria impronta a questa edizione della Mostra del Cinema. Eppure, come ben sappiamo, il tutto dipende da come tali carte, di fatto, vengano giocate. E Gianni Amelio, malgrado una lunghissima esperienza dietro la macchina da presa, in questa particolare occasione ci è sembrato piuttosto maldestro, quasi come se a un certo punto non sapesse più dove andare a parare, arrampicandosi pericolosamente sugli specchi.

Due parti ben distinte

Campo di battaglia, Giovanni Scotti in una scena del film
Campo di battaglia, Giovanni Scotti in una scena del film

Già, perché, di fatto, si potrebbe tranquillamente affermare che Campo di battaglia è diviso nettamente in due parti, senza che i problemi e conflitti riguardanti la prima metà del film abbiano un loro impatto sulla seconda metà. Particolarmente interessante, inizialmente, era infatti il tentativo di Giulio di aiutare di nascosto i feriti, andando contro la sua stessa nazione e l’operato di Stefano. Tale questione, tuttavia, viene abbandonata nel momento in cui nell’ospedale e tra la popolazione inizia a diffondersi l’influenza spagnola, mietendo ogni giorno numerose vittime. Le mascherine vengono distribuite numerose, sono soprattutto i giovani a rischio di morte. Che fare? Giulio avrebbe voluto diventare biologo. Perché, dunque, non tentare di realizzare una sorta di vaccino? Ed ecco che il discorso si sposta su una situazione totalmente diversa.

Pubblicità

Troppa carne sul fuoco

Campo di battaglia, Alessandro Borghi e Federica Rossellini in un'immagine del film
Campo di battaglia, Alessandro Borghi e Federica Rossellini in un’immagine del film

Gianni Amelio, dal canto suo, ha realizzato un lungometraggio indubbiamente ambizioso, ma che, con il desiderio di toccare numerosi temi e di mettere in scena dilemmi morali e situazioni da cui sembra quasi impossibile trovare una via d’uscita, ha finito inevitabilmente per trattare tutto in modo estremamente superficiale – senza mai concludere realmente uno dei tanti discorsi aperti e facendo sì che questo suo Campo di battaglia perdesse pericolosamente di mordente. Se a tutto ciò aggiungiamo il già menzionato e debolissimo triangolo amoroso tra i protagonisti, ci rendiamo conto di come questo suo ultimo lungometraggio rischi di finire irrimediabilmente nel dimenticatoio già poco tempo dopo la sua uscita in sala (o, in questo caso, a Venezia).

Locandina

Campo di battaglia, la locandina del film

Gallery

Scheda

Titolo originale: Campo di battaglia
Regia: Gianni Amelio
Paese/anno: Italia / 2024
Durata: 104’
Genere: Guerra, Drammatico, Storico
Cast: Gabriel Montesi, Alessandro Borghi, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Luca Lo Destro, Michele De Paola, Rita Bosello, Roberta Barbiero, Francesco Busolin, Gianluca Guizzardi, Giulio Maroncelli, Giuseppe Amelio, Halilovic Fadil, Lorenzo Della Pasqua, Mattia Musa, Maurizio Grassia, Melania Mennea, Nicoletta Maragno, Pietro Nalesso, Riccardo Mori, Samuel Fantini
Sceneggiatura: Gianni Amelio
Fotografia: Luan Amelio Ujkaj
Montaggio: Simona Paggi
Musiche: Franco Piersanti
Produttore: Simone Gattoni, Marco Bellocchio, Bruno Benetti, Beppe Caschetto
Casa di Produzione: Rai Cinema, IBC Movie, Kavac Film
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 05/09/2024

Trailer

Dagli stessi registi o sceneggiatori

Pubblicità
Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.