IL ROBOT SELVAGGIO

IL ROBOT SELVAGGIO

Il robot selvaggio utilizza il controverso rapporto tra natura e tecnologia per parlare dell’importanza delle relazioni: l’amicizia, così come l’amore materno, vanno al di là della razionalità scientifica e della legge della giungla. Riprendendo suggestioni de Il mio amico robot di Pablo Berger, Chris Sanders ha il merito di approfondirle e svilupparle in una storia emozionante e colma di avventura.

L’amore sovversivo

Pubblicità

Se Il robot selvaggio di Chris Sanders (regista di Dragon Trainer) riesce a far breccia nei cuori degli spettatori è merito della riflessione sulla sovversività dell’amore che porta avanti: non un amore romantico, ma l’amore per antonomasia, quello materno, ovvero quella forza inspiegabile che spinge qualcuno a proteggere l’altro e a farlo crescere standogli accanto in ogni passo.

Il perno del film, che sta riscuotendo successi anche per la peculiare e variopinta animazione in 3D, è proprio quello di una riflessione articolata sull’istinto a proteggere e custodire l’altro, a prescindere dai rapporti biologici o sociali. Roz (con la voce di Lupita Nyong’o), il robot protagonista del film, dovrà imparare – ma soprattutto scegliere – come uscire fuori dal programma “prestabilito” per diventare inaspettatamente la madre di un cucciolo di anatra, ossia Brightbill (con la voce di Kit Connor).

L’imprevedibilità dell’amore

Il robot selvaggio, un momento del film d'animazione
Il robot selvaggio, un momento del film d’animazione

Il mondo dei robot programmati cui appartiene Roz (tra i modelli più sofisticati nell’industria robotica) ha una cosa in comune col mondo della foresta nel quale si troverà catapultata a causa di un violento nubifragio: l’amore non è previsto; se i robot, infatti, devono agire soltanto in base alla programmazione esterna – senza alcun interesse personale o sentimento – le diverse specie della foresta sembrano tutte in lotta tra loro per la sopravvivenza, nella usuale catena preda-predatore. L’amore – così come l’amicizia – non sono contemplati, se non all’interno della propria singola specie (per gli animali) o dei compiti assegnati (per i robot). Tutto nasce perciò da un imprevisto (il nubifragio che disperde i robot) per parlare della cosa più imprevedibile in assoluto. I toni non sono tuttavia mai melensi, anche perché la scelta ricade sull’amore materno.

Custodire l’altro e la natura

Il robot selvaggio, una sequenza del film d'animazione
Il robot selvaggio, una sequenza del film d’animazione

Il discorso ben costruito di Il robot selvaggio, che si basa sul rapporto tra Roz e Brightbill, è poi efficacemente espanso dall’amicizia tra la volpe Fink (con la voce di Pedro Pascal) e il robot: come a dire, appunto, che vi è protezione e cura ogni qualvolta ci sia in ballo l’interesse ad aiutare l’altro, non per dovere, ma in uno spirito di disinteresse (paradossalmente). Qualcosa che non può spiegare né la tecnologia né la natura, ma che da sempre è innata in noi, quando sappiamo accorgercene e darle spazio.

Le figure di robot e animali

Il robot selvaggio, una foto del film d'animazione
Il robot selvaggio, una foto del film d’animazione

Se Il mio amico robot di Pablo Berger ha avuto il merito di usare le figure di robot e animali per rappresentare un’amicizia trasversale (che travalichi i generi e gli stereotipi), Il robot selvaggio sa approfondire la riflessione puntando sulla capacità a proteggere e custodire – insita nelle vere relazioni – in analogia con uno spirito ecologista che cerchi di preservare anche la natura e la terra. Il discorso del film, perciò, procede in un’ottica inclusiva ed espansiva che segna un vero e proprio crescendo, sia sul piano emotivo che nello sviluppo dello script.

Unendo e prendendo a prestito diverse suggestioni – anche dal recente film d’animazione Prendi il volo (2023) – Il robot selvaggio crea una nuova favola e si focalizza in maniera importante sulla riflessione già iniziata anni fa con WALL•E (Pixar); a differenza della fantascienza classica, il mondo dell’animazione sembra utilizzare la figura dei robot come escamotage narrativo per parlare di ciò che rischiamo di perdere nelle relazioni nella loro matrice: la spinta a proteggere l’altro in maniera disinteressata.

Pubblicità

Locandina

Il robot selvaggio, la locandina italiana del film d'animazione

Gallery

Scheda

Titolo originale: The Wild Robot
Regia: Chris Sanders
Paese/anno: Stati Uniti / 2024
Durata: 102’
Genere: Animazione, Fantascienza
Cast: Pedro Pascal, Lupita Nyong’o, Mark Hamill, Matt Berry, Bill Nighy, Stephanie Hsu, Kit Connor, Randy Thom, Raphael Alejandro, Ving Rhames, Catherine O’Hara, Dee Bradley Baker, Paul-Mikél Williams, Alexandra Novelle, Avrielle Corti, Boone Storm, Eddie Park, Keston John, Max Mittelman, Piotr Michael
Sceneggiatura: Chris Sanders
Fotografia: Chris Stover
Montaggio: Mary Blee
Musiche: Kris Bowers
Produttore: Jeff Hermann, Heather Lanza
Casa di Produzione: DreamWorks Animation, Universal Pictures, Dentsu
Distribuzione: Universal Pictures

Data di uscita: 10/10/2024

Trailer

Pubblicità
Appassionata di filosofia con un’attenzione particolare rivolta alla storia delle religioni, all’antropologia e alla diverse forme d’arte, si è specializzata in pratiche filosofiche nel 2018, presso la SUCF di Roma. Come giornalista si occupa di cultura, cinema, politica e attualità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.