CHLOÉ ZHAO: CENSURATA IN CINA LA VITTORIA DI NOMADLAND

CHLOÉ ZHAO: CENSURATA IN CINA LA VITTORIA DI NOMADLAND

Il trionfo agli Oscar del film di Chloé Zhao è stato oscurato dal sistema di censura cinese, a causa di un commento critico che la regista aveva fatto nel 2013.

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Il trionfo agli Academy Awards di Nomadland non è piaciuto al governo cinese. Subito dopo la Notte degli Oscar, infatti – che ha visto il film di Chloé Zhao conquistare le statuette per miglior film, miglior regia e migliore attrice protagonista – i social media locali erano esplosi in una sequenza di manifestazioni di gioia per la vittoria della regista cinese; ma poco dopo, tutti i messaggi celebrativi sono stati cancellati, compresa la condivisione sui social di articoli, hashtag, foto e video collegati alla vittoria di Zhao.

Invece di celebrare la vittoria di Chloé Zhao agli Oscar, e di rendere fiero il pubblico cinese, Pechino è impegnata a censurarla – tutto per un commento che lei fece nel 2013”, ha twittato Li Yuan, giornalista del New York Times Asia, riferendosi a un commento che la regista fece a un giornale americano, che subito la rese invisa a molti hater nazionalisti cinesi. “Nonostante scriva da tempo di censura e propaganda da parte della Cina, ancora non riesco a capacitarmene”.

I principali organi di comunicazione cinesi, come il People’s Daily (organo del Partito Comunista), il network CCTV e l’agenzia stampa Xinhua hanno mantenuto il silenzio sulla vittoria agli Oscar di Nomadland; un atteggiamento insolito, considerato che di solito la stampa locale celebra con ampio spazio ogni affermazione di artisti di origini cinesi all’estero. Almeno quattro reporter hanno comunicato alla stampa occidentale di aver avuto l’ordine di non parlare affatto degli Oscar.

Solo il Global Times, un tabloid locale, ha pubblicato sul tema due articoli in inglese, non tradotti in cinese. In uno si parla della vittoria di Chloé Zhao come risultato della tendenza al “politically correct”, mentre un editoriale separato invita la regista a diventare “sempre più matura” e a “evitare di diventare un punto di frizione” nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina.

Gli utenti dei social felici per la vittoria di Zhao, tuttavia, hanno trovato alcuni modi per aggirare la censura; post in cui il nome della regista veniva sfumato, immagini capovolte, scarabocchi aggiunti a testi e foto per ingannare i filtri, oltre a frasi e parole inventate. Qualcuno ha storpiato la parola “Oscar” in “Oskar”; qualcun altro ha modificato i caratteri cinesi del nome della regista, e quelli del film; la trascrizione del titolo di quest’ultimo, in alcuni casi, è diventata “Nonameland”.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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