GOLDEN GLOBE: LA HFPA PROMETTE CAMBIAMENTI
Dopo le critiche che l’hanno investita dentro e fuori i social, per la sua composizione interna priva di persone di colore, la Hollywood Foreign Press Association si è impegnata a fare una riforma completa che venga incontro alle richieste delle minoranze.
I Golden Globe di quest’anno, al di là dell’atipicità della doppia cerimonia che ha visto la loro consegna (parzialmente in presenza e parzialmente virtuale) verranno ricordati soprattutto per la polemica che investito la Hollywood Foreign Press Association (HFPA): sui social, infatti, è scattata una campagna che ha criticato duramente la composizione dell’organismo che assegna i Golden Globe, privo di persone di colore. I report del Los Angeles Times e del New York Times hanno originato la campagna, caratterizzatasi per l’hashtag #TimesUpGlobes.
Ora, a bocce ferme, la Hollywood Foreign Press Association ha messo nero su bianco il suo impegno a fare una riforma radicale, affidando di nuovo ai social la sua promessa di trasformazioni. “Noi della Hollywood Foreign Press Association siamo impegnati per una trasformazione radicale. Con effetto immediato, il Consiglio – consultandosi coi consulenti esterni – supervisionerà le riforme e sarà responsabile dei cambiamenti”, si legge in un messaggio su Instagram postato sabato dall’organizzazione che assegna i Golden Globe.
“La nostra missione”, continua il post, “come gruppo composito di giornalisti provenienti da oltre 40 paesi, è stata sempre quella di dare una copertura globale all’intrattenimento e al cinema, anticipando il lavoro critico degli enti assistenziali impegnati nel cinema, ed elevando lo status di futuri professionisti cinematografici e televisivi provenienti dai più vari percorsi, uniti dalla comune passione per il cinema e la televisione”.
“Ma dobbiamo fare di più”, si legge ancora nel messaggio. “Questi saranno solo i nostri passi iniziali durante i prossimi 60 giorni, dopodiché porteremo avanti ulteriori azioni basate sulle raccomandazioni che ci sono arrivate dalle recensioni e valutazioni iniziali. Siamo impegnati per raggiungere questi obiettivi nella nostra organizzazione, e per costruire una comunità più inclusiva”.
Il messaggio è stato tuttavia accolto con scetticismo da Tina Tchen, presidente e CEO della Time’s Up Foundation, che ha dichiarato di “non essere sicura” che l’organizzazione darà seguito alle sue promesse di “risolvere i suoi problemi di razzismo, non rispetto e misoginia”, e ha avvisato che “l’orologio sta ticchettando”.
“Così la NBCUniversal, la Dick Clark Productions, e la HFPA hanno appena dichiarato di avere piani per risolvere problemi che hanno ignorato per decenni”, ha dichiarato Tchen. “Noi non ne siamo così sicuri. Per conto di tanti artisti che, attraverso di noi, vogliono tenere ben viva l’attenzione della HFPA sul razzismo, sul non rispetto e sulla misoginia, e sulle accuse di corruzione collegate ai Golden Globe, vogliamo vedere dettagli specifici, scadenze precise e impegni scritti. Le parole giuste non sono sufficienti. L’orologio sta ticchettando”.