MICHAEL SHEEN: “DO TUTTO IN BENEFICENZA, SONO UN ATTORE NO PROFIT”

MICHAEL SHEEN: “DO TUTTO IN BENEFICENZA, SONO UN ATTORE NO PROFIT”

L’attore, in un’intervista, ha svelato la sua intenzione di donare gran parte dei suoi guadagni per sostenere le organizzazioni di volontariato in cui crede.

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Michael Sheen ha deciso di trasformarsi in un attore “no profit”, donando la maggior parte di suoi guadagni in beneficenza. Questo è quanto è stato annunciato dallo stesso attore, in un’intervista rilasciata domenica al giornale britannico The Big Issue. Sheen ha dichiarato di volersi trasformare in una “impresa sociale”, impegnando i suoi proventi per supportare il lavoro delle organizzazioni benefiche in cui crede.

Nell’intervista, Michael Sheen ha rivelato di aver avuto delle esperienze che sono stati “punti di svolta” nella sua carriera, che lo hanno aiutato a plasmare un nuovo approccio al suo lavoro. “Negli ultimi anni ho realizzato che voglio essere una di quelle persone che aiutano gli altri, nello stesso modo in cui tante persone hanno aiutato me. Non voglio essere qualcuno che semplicemente si gode i frutti di quello che gli altri hanno fatto, chiude la porta, se ne va e tanti saluti, mi sono divertito”.

L’attore ha proseguito spiegando: “No, io sono a un punto, nella mia vita e nella mia carriera, in cui ho uno spazio di opportunità che probabilmente non avrò mai di nuovo. Posso radunare delle persone in una stanza, posso aprire delle porte. Non voglio guardarmi indietro, in futuro, e pensare: ‘Con quello che avevo, coi soldi che avevo, avrei potuto fare qualcosa’”.

Una delle esperienze che hanno avuto il maggior impatto su Michael Sheen risale al 2011, a quando faceva parte della produzione dello spettacolo The Passion, allo scozzese National Theatre. “Quel progetto coinvolgeva l’intera città, e per me è stato un grande risveglio. Ho potuto conoscere persone, e organizzazioni della mia città, che neanche sapevo esistessero. Piccoli gruppi che magari hanno giusto quei pochi fondi che possono fare la differenza nella vita di un ragazzino, permettendogli di uscire e andare al bowling o di guardare un film, insomma di essere un ragazzino.

Quando, tre o quattro mesi dopo quell’esperienza, Sheen tornò a visitare la sua città natale, scoprì che una delle organizzazioni che aveva conosciuto non c’era più, perché i fondi si erano esauriti. “Quella roba non faceva notizia, ma faceva una gran differenza nella vita di quei bambini. Ho scoperto che la differenza tra una vita un po’ migliore o un po’ peggiore per un bambino, in definitiva consisteva in una piccola somma di denaro. E allora ho voluto aiutarle, queste persone. Non volevo solo essere un portavoce, una voce di supporto, volevo fare davvero qualcosa di più. Ed è stato allora che ho pensato: ‘Devo tornare a casa, tornare a vivere in Galles’”.

Un altro momento importante della vita di Sheen fu l’aiuto che diede, nel 2019, all’organizzazione della Homeless World Cup, nella città gallese di Cardiff: “All’improvviso, quando non mancava molto all’inizio, non c’erano più soldi per farla. Allora ho dovuto prendere una decisione – potevo andarmene, distaccarmene, e non l’avrebbero più fatta. E tutte quelle persone che, da tutto il mondo, sarebbero venute per vivere quell’esperienza straordinaria, forse un’esperienza che ti cambia la vita, non avrebbero potuto farlo. E allora ho pensato, non lascerò che succeda. Ci metto tutti i miei soldi e faccio in modo che vada avanti”.

Per fare in modo che quest’evento, in particolare, si realizzasse, Sheen ha rivelato di aver dovuto vendere le sue case sia in Galles che in America. “È stato spaventoso, e incredibilmente stressante”, ha ammesso, “e lo pagherò per tanto tempo. Ma quando ho visto l’altro lato della questione, mi sono reso conto che potevo farle, questo tipo di cose, e che se potevo continuare a guadagnare dei soldi non sarei comunque andato in rovina. C’è stato qualcosa di liberatorio nel pensare: ‘Ok, metterò una bella quantità di soldi qui o lì, perché tanto sarò in grado di guadagnarli di nuovo”.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.