OSCAR 2023: TRIONFA EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE CON 7 STATUETTE SU 11 NOMINATION

OSCAR 2023: TRIONFA EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE CON 7 STATUETTE SU 11 NOMINATION

La notte degli Oscar 2023 ha segnato il trionfo di Everything Everywhere All at Once, che ha portato a casa 7 statuette, ben oltre le previsioni. Vince quattro premi, tra cui quello per il miglior film internazionale, il tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale.

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Com’era stato dai più previsto, gli Oscar 2023 hanno segnato il trionfo di Everything Everywhere all at Once, film-rivelazione dello scorso anno diretto dal duo dei Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheinert). Ciò che tuttavia ha sorpreso – almeno in parte – sono state le proporzioni della vittoria del film targato A24, con ben sette statuette su undici nomination: un risultato che praticamente non ha lasciato nemmeno le briciole ai principali contendenti (nessun premio a The Fabelmans, Tár, Elvis e Gli spiriti dell’isola, solo due – tra cui quello per Brendan Fraser come miglior attore protagonista – a The Whale).

Un'immagine dei Daniels
Un’immagine dei Daniels, registi del trionfatore Everything Everywhere All at Once

Everything Everywhere all at Once ha ottenuto quindi gli Oscar per film, regia, sceneggiatura, montaggio, attrice protagonista (Michelle Yeoh), attore e attrice non protagonista (Ke Huy Quan e Jamie Lee Curtis). Nella classifica del numero di statuette, a seguirlo è il film tedesco targato Netflix Niente di nuovo sul fronte occidentale, che ha portato a casa quattro premi: film internazionale, fotografia, colonna sonora e scenografia. Due statuette per The Whale (attore protagonista e trucco) e una per Black Panther: Wakanda Forever (costumi), Avatar – La via dell’acqua (effetti speciali 3D) e Top Gun: Maverick (sonoro).

Il conduttore della Notte degli Oscar 2023, Jimmy Kimmel
Il conduttore della Notte degli Oscar 2023, Jimmy Kimmel

È stata una serata praticamente priva di sorprese, quella del Dolby Theatre, condotta da un Jimmy Kimmel che si è calato sul palco col paracadute, imitando il Tom Cruise di Top Gun: Maverick. Una “piattezza” che ha voluto forse confermare la movimentata Notte degli Oscar di un anno fa, segnata dallo schiaffo di Will Smith a Chris Rock. L’unico momento inaspettato è stato forse quello dell’esibizione di Lady Gaga, che a sorpresa (e contrariamente agli annunci), vestita di t-shirt e jeans, ha eseguito una versione unplugged di Hold My Hand da Top Gun: Maverick. Un certo divertimento l’ha poi provocato l’ingresso sul palco dell’asinella Jenny, tra le star non umane di uno dei grandi contendenti delusi, Gli spiriti dell’isola.

Un'immagine di Ke Huy Quan, vincitore dell'Oscar
Un’immagine di Ke Huy Quan, vincitore dell’Oscar come miglior attore protagonista

Una certa, comprensibile emozione l’hanno provocata gli annunci delle statuette a Ke Huy Quan e Jamie Lee Curtis, rispettivamente miglior attore e attrice non protagonisti di Everything Everywhere All at Once: due premi che parlano molto la lingua del riscatto per due interpreti che – pur con storie molto diverse – erano stati entrambi quasi dimenticati nel corso degli ultimi anni. L’ex bambino di Indiana Jones e il tempio maledetto e I Goonies ha dichiarato di star vivendo ora il suo sogno americano, ricordando il suo arrivo come migrante irregolare dal Vietnam del Sud e l’anno trascorso in un campo di prigionia; l’ex scream queen di Halloween, invece, si è commossa per la statuetta, ricordando che i genitori Janet Leigh e Tony Curtis non riuscirono mai a ottenerla.

Guillermo del Toro, Oscar per il miglior film d'animazione col suo Pinocchio
Guillermo del Toro, Oscar per il miglior film d’animazione col suo Pinocchio

Tra gli altri premi, è da ricordare la prevedibile statuetta vinta da Pinocchio di Guillermo del Toro, premiato come miglior film d’animazione. Il film di Del Toro contribuisce all’affermazione di Netflix, che ha portato a casa in tutto sei statuette (tra cui quelle per Niente di nuovo sul fronte occidentale), superata solo dal trionfo dell’indipendente A24 (produttrice di Everything Everywhere All at Once e The Whale). Le major, in questa edizione degli Oscar, sono rimaste praticamente a bocca asciutta, come mai era successo in passato, raccogliendo poco meno che le briciole. Va poi ricordato il premio per la miglior sceneggiatura non originale, tributato a Sarah Polley per il suo Women Talking – Il diritto di scegliere, dramma ispirato al romanzo (tratto da reali fatti di cronaca) di Miriam Toews.

La crew del documentario Navalny agli Oscar 2023
La crew del documentario Navalny agli Oscar 2023

Nulla da fare, infine, per il corto italiano Pupille di Alice Rohrwacher, unico scampolo di Belpaese (insieme al parimenti sconfitto Aldo Signoretti, truccatore di Elvis) presente nella serata del Dolby Theatre: il lavoro di Rohrwacher è stato infatti battuto nella categoria dedicata dall’irlandese An Irish Goodbye. L’immediata attualità, privata per scelta dell’Academy dell’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha comunque fatto il suo ingresso nella serata col premio tributato a Navalny, tributo diretto da Daniel Roher al dissidente russo, premiato quale miglior documentario.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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