PERFETTI SCONOSCIUTI: POLEMICHE IN EGITTO PER IL REMAKE ARABO “PERVERSO”
Il remake arabo di Perfetti sconosciuti, distribuito da Netflix a partire dal 20 gennaio, ha provocato le dure critiche dei conservatori egiziani, che lo accusano di degrado morale e perversione.
Il remake arabo di Perfetti sconosciuti, distribuito da Netflix a partire dal 20 gennaio, ha già suscitato un ondata di polemiche nei paesi arabi, e in particolare in Egitto. Nello specifico, un politico egiziano, Mostafa Bakry, ha emesso un comunicato con una protesta formale contro il film, affermando che questo offenderebbe il grosso della società egiziana, e chiamando gli spettatori al boicottaggio della piattaforma di streaming. Il remake di Perfetti sconosciuti, ultimo di una lunga serie di rifacimenti del film di Paolo Genovese del 2016, ha nel suo cast l’attrice egiziana Mona Zaki, oltre alla più nota star libanese e regista Nadine Labaki.
Nel film, incentrato su un gruppo di amici che decide di fare un gioco rendendo “pubblici” tutti i messaggi e le chiamate arrivate sui rispettivi cellulari, Zaki interpreta una donna che ha una relazione extraconiugale, mentre nel cast è altresì presente un personaggio gay. Tutte caratteristiche che hanno provocato le dure critiche degli ambienti conservatori egiziani, che non hanno mandato giù la tranquilla accettazione, da parte dei personaggi del film, di quelle che vengono reputate come perversioni occidentali. Lo stesso Bakry, nella sua contestazione inviata al parlamento egiziano, ha affermato che la rappresentazione delle persone arabe non è conforme al codice morale egiziano, né in generale a quello dei paesi arabi. Bakry, nella giornata di sabato, aveva persino telefonato a un popolare talk show chiedendo il blocco di Netflix in Egitto.
La protesta ha immediatamente dato vita a un’accesa discussione sui social, con molti conservatori che hanno dato ragione a Bakry, chiedendo la rimozione o il boicottaggio del film. Un utente, su Twitter, ha evidenziato una scena in cui un personaggio permette a sua figlia adolescente di dormire a casa di un amico: una concessione considerata assolutamente irrealistica, e comunque indegna dei valori della società araba. “Che razza di padre arabo permetterebbe a sua figlia di fare sesso così liberamente? Questo film non somiglia per niente a quello che è la cultura araba”. Il ruolo della stessa Mona Zaki, quello di una donna sposata ma sessualmente disinibita, viene considerato in netto contrasto coi precedenti ritratti di donne interpretate dall’attrice, tutte all’insegna della modestia.
L’avvocato egiziano Ayman Mahfouz si è spinto addirittura oltre, affermando che il film sarebbe “un complotto con lo scopo di sconvolgere la società araba”. Mahfouz, secondo le cronache locali, non sarebbe nuovo a posizioni del genere: l’avvocato, nel 2020, aveva infatti citato in giudizio il figlio transgender dell’attore Hesham Selim, a causa di un post su Instagram accusato di promuovere l’omosessualità. Lo stesso Mahfouz, al momento, starebbe preparando una causa legale per fare in modo che il remake di Perfetti sconosciuti venga rimosso dal catalogo di Netflix in Egitto.