RIDLEY SCOTT: “IL FLOP DI THE LAST DUEL? COLPA DEI MILLENNIAL E DEI LORO FOTTUTI CELLULARI”
Il regista, intervistato, si è espresso sul flop commerciale del suo penultimo film, incolpandone la generazione più giovane e le sue abitudini consolidate.
Ridley Scott, nell’ultimo anno, è stato molto attivo. All’uscita, pochi mesi fa, del suo affresco storico The Last Duel, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, è rapidamente seguita la première, solo pochi giorni fa, del nuovo House of Gucci, dramma sulla nota famiglia, già enormemente discusso ancor prima dell’uscita. Il regista, intervistato ieri dal podcast WTF di Marc Maron, si è voluto soffermare in particolare sull’imprevisto insuccesso del primo film, produzione Fox/Disney con un cast importante (Matt Damon, Adam Driver, Ben Affleck, Jodie Comer): il film, costato 100 milioni di dollari, ne ha infatti incassati solo 27, nonostante le recensioni generalmente positive.
“No, la Disney ha fatto un gran lavoro nel promuoverlo”, ha tagliato corto Scott, rispondendo all’ipotesi che l’insuccesso del film fosse dovuto a un’errata promozione. “I boss hanno amato il film – e io ero preoccupato che non fosse per loro – ma loro l’hanno davvero apprezzato, così la loro campagna promozionale, la pubblicità, ecc. sono state eccellenti. Penso che alla fine si tratti del fatto che oggi abbiamo questo pubblico cresciuto con quei fottuti telefoni cellulari. I millennial non vogliono che gli si insegni niente, a meno che non glielo dici col cellulare”.
“Sto generalizzando, certo, ma penso che sia con questo che abbiamo a che fare adesso su Facebook”, ha proseguito il regista. “Abbiamo preso una direzione sbagliata, e questo è successo quando abbiamo dato il tipo sbagliato di fiducia a quest’ultima generazione, credo”. All’affermazione del conduttore secondo la quale l’ambientazione del film e l’azione sarebbero dovute essere un richiamo per il pubblico più giovane, Ridley Scott ha risposto: “Concordo con te. In particolare poi con Matt Damon, Ben Affleck, Adam Driver e questa ragazza nuova di nome Jodie Comer. Questa è la scommessa che abbiamo fatto, e questa è la scommessa che ha fatto la Fox. Pensavamo fosse un grande script, e lo abbiamo realizzato”.
Il regista, un po’ amaramente, ha poi ammesso: “Non si può vincere sempre. Per quanto mi riguarda, non mi sono mai pentito di nessun film che ho fatto. Di niente. Ho imparato molto presto a essere il critico di me stesso. L’unica cosa su cui dovresti davvero avere un’opinione è ciò che hai appena fatto. Cammina. Assicurati di essere felice. E non guardarti indietro. Questo sono io”.
Ridley Scott ha poi ricordato un significativo episodio del passato. “Nel 1982 ho fatto un film che si chiamava Blade Runner. Era il mio terzo film. Davvero fottutamente buono”, ha detto il regista. “Sono stato ucciso. Sono stato ucciso da Pauline Kael, che neanche avevo mai conosciuto. Non l’avevo mai conosciuta, e ho letto questo articolo sul New Yorker, un magazine molto di classe. L’ho letto, e c’erano quattro pagine di insulti. Me lo sono incorniciato. Adesso è lì nel mio ufficio”. Scott ha poi concluso: “Non leggo critiche. Non le ho lette mai più. Perché lei semplicemente si sbagliava. Io ero avanti, rispetto a lei”.