WOODY HARRELSON, SIMU LIU E DJIMON HONSOU PROTAGONISTI DEL FILM LAST BREATH

WOODY HARRELSON, SIMU LIU E DJIMON HONSOU PROTAGONISTI DEL FILM LAST BREATH

Il nuovo progetto sarà diretto dal regista Alex Parkinson sulla base di un suo documentario, che raccontava l’incredibile storia di un salvataggio nel Mare del Nord.

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Woody Harrelson, la star di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli Simu Liu, e Djimon Honsou saranno protagonisti di Last Breath, un nuovo thriller che il regista Alex Parkinson dirigerà ispirandosi al suo documentario dallo stesso titolo del 2019. L’ispirazione di partenza è un fatto di cronaca, un incredibile salvataggio avvenuto nel Mare del Nord.

Secondo quanto riportato da Deadline, il film dovrebbe avere elementi di Apollo 13 e de La tempesta perfetta, raccontando cosa succede quando la semplice, ingenua voglia di salvare una vita fa in modo che una situazione pericolosa non si trasformi in una potenzialmente tragica.

Al centro della trama c’è un sommozzatore che si trova bloccato sul fondo del Mare del Nord, quando il suo cordone di sicurezza viene accidentalmente reciso e un guasto sulla sua nave rende impossibili i soccorsi. A quel punto, l’uomo si trova con soltanto cinque minuti di ossigeno, nella totale oscurità delle acque gelide, e con nessuna possibilità di soccorso nei prossimi 30 minuti.

La sceneggiatura di Last Breath è opera di Mitchell LaFortune, mentre i produttori sono Paul Brooks e David Brooks per la Early Bird Productions, Stewart le Maréchal, Al Morrow, Anna Mohr-Pietsch e Jeremy Plager.

Il regista Parkinson ha dichiarato riguardo all’evento che ha ispirato il film: “Era a 100 metri di profondità, aveva solo cinque minuti di ossigeno; il tutto è incentrato sul gruppo di persone con cui lavorava, che si uniscono come un collettivo, vincendo ostacoli insormontabili per completare un salvataggio impossibile. È una storia che tocca tantissime idee: la forza dello spirito umano, l’abilità di tenere duro, con quest’uomo che si trova sul fondo del mare cercando di sopravvivere più a lungo possibile. È qualcosa che diventa una stupefacente corsa contro il tempo, che noi renderemo in tempo reale nel film. È ancora uno di quei casi in cui le persone non sanno come lui sia sopravvissuto”.

Il regista ha spiegato che, paradossalmente, la carenza di ossigeno ha contribuito a far sì che la persona si salvasse: “Era in una situazione in cui stava esaurendo l’ossigeno, e ha perso i sensi nel momento giusto: la sua temperatura corporea si è abbassata fino al punto giusto da portarlo a uno stato di stasi. Se avesse avuto più ossigeno, la sua temperatura sarebbe scesa ancora e sarebbe morto di ipotermia. Se ne avesse avuto di meno, sarebbe morto di asfissia”.

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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