IL SIGNORE DEGLI ANELLI – GLI ANELLI DEL POTERE 1X07
Il settimo episodio di Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere mostra una fattura tecnica pregevole, unita però ai consueti limiti di scrittura.
The Eye: un passo avanti, due indietro
Può un’ottima regia, e un comparto tecnico eccellente, salvare uno show affossato da un team di sceneggiatori non all’altezza? Le ultime due puntate di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere sembrano per certi versi non dissuadere da questa possibilità, perché le sequenze spettacolari della puntata della settimana scorsa ambientata sul campo di battaglia di Adar contro Galadriel – e rispettivi eserciti – e quelle di The Eye, l’episodio uscito oggi incentrato sull’aftermath dell’eruzione di Monte Fato, dimostrano una fattura pregevole. Tuttavia, dopo che Udun aveva abbandonato la struttura della serie basata sul continuo spostarsi dell’attenzione da un gruppetto di personaggi all’altro per privilegiare unità di tempo, luogo e azione, The Eye riprende parzialmente l’andamento precedente, concentrandosi di volta in volta su un miriade di microgruppi: Galadriel e Theo, Elendil e Miriel, Elrond e Durin, Durin e re Durin III, lo Straniero e i pelopiedi, i pelopiedi e i membri del culto di Sauron, con esiti più che mai controversi.
Tante storie
The Eye inizia esibendo lo stupore di una Galadriel sconvolta dopo essere stata investita dall’onda dell’eruzione di Monte Fato. Molti altri, compresi i deboli e fragili umani, sono incomprensibilmente scampati agli effetti dell’esplosione e vagano alla ricerca di un luogo dove riunirsi e accettare la sconfitta. Separati dagli altri, l’elfa e Theo iniziano un viaggio che li metterà a confronto, suggellando una estemporanea relazione. Nel frattempo, i pelopiedi decidono di sfruttare il potere dello Straniero per riportare in vita la vegetazione distrutta. Si rivelano ancora una volta creature pavide, meschine, opportuniste e piene di pregiudizi, tanto da costringere lo Straniero a intraprendere un sentiero solitario. Sulle sue tracce, tuttavia, il trio di cultisti è sempre più incalzante, e brutta idea si rivelerà quella di provocarli. Nel regno dei Nani, Elrond chiede a Re Durin III l’accesso alle miniere di Mithril, offrendosi di rifornire la città di selvaggina, grano e legname proveniente dalle foreste degli anziani per i prossimi cinque secoli. Si tratta di un lungo periodo di tempo ed Elrond si inginocchia e supplica il padre dell’amico di aiutarlo, senza ottenere il risultato sperato. Il confronto che ne seguirà tra il re e il figlio è duro e doloroso per entrambi e destinato a culminare in una, forse insanabile, frattura, specialmente dopo che Disa sprona il consorte alla ribellione. Il destino dell’alleanza tra elfi e nani risiede in una foglia, quella stessa foglia che nel corso dell’epilogo condurrà lo spettatore nel cuore delle miniere, al cospetto di in un orrido balrog. Nelle Terre del Sud, Galadriel decide di radunarsi nella terra dei vivi, lontano dal luogo in cui il vulcano ha colpito. Nel frattempo Adar decide di cambiare il nome delle Terre del Sud in Mordor.
Un futuro fosco
The Eye è, come accennato, la riprova di una più che buona qualità della regia e della messa in scena: dalle riprese dei sopravvissuti – miracolosamente, in teoria, in pratica la sceneggiatura non offre risposte sensate – avvolti nella nebbia color salmone tipica dei grandi incendi californiani alle sequenze girate nel regno dei nani che circondano i protagonisti in un’atmosfera greve. Chi si aspettava l’arrivo di Sauron in questo episodio resterà deluso – meglio per noi, gli autori lasciano in questo modo a Adar di brillare come unico villain ancora per un po’ – ma numerose teorie puntano a un colpo di scena che sembrerebbe corroborato dal finale di puntata e che imputerebbe ad Halbrand l’identità segreta del discepolo di Morgoth. In realtà la svolta non si presenta neanche come così stuzzicante, complice l’incapacità di realizzare una visione d’insieme narrativa che funziona in teoria ma che nella pratica si perde nei dialoghi scialbi e nei personaggi inconsistenti raffazzonati nei copioni. Manca pochissimo alla fine della prima stagione e, a meno che i plot twist legati allo Straniero e a Sauron non si rivelino tanto abbaglianti da nascondere nell’ombra la fallacia della scrittura, la show si avvia verso una seconda stagione problematica.
Scheda
Titolo originale: The Lord of the Rings: The Rings of Power
Creata da: John D. Payne, Patrick McKay
Regia: Charlotte Brändström
Paese/anno: Stati Uniti / 2022
Genere: Fantasy, Avventura
Cast: Robert Aramayo, Charles Edwards, Cynthia Addai-Robinson, Morfydd Clark, Nazanin Boniadi, Peter Mullan, Ema Horvath, Joseph Mawle, Maxim Baldry, Trystan Gravelle, Ismael Cruz Cordova, Owain Arthur, Alex Tarrant, Leon Wadham, Lloyd Owen, Peter Tait, Anthony Crum, Geoff Morrell, Sophia Nomvete
Sceneggiatura: John D. Payne, Jason Cahill, Patrick McKay
Fotografia: Alex Disenhof
Montaggio: Jochen FitzHerbert
Musiche: Bear McCreary
Produttore: Christopher Newman, Ron Ames, Jake Rice
Casa di Produzione: Amazon Studios, Tolkien Enterprises, New Line Cinema, Warner Bros. Television, Harper Collins Publishers
Distribuzione: Amazon Prime Video
Data di uscita: 07/10/2022