1899

1899

1899 offre un altro enigma in formato seriale per gli autori dell’acclamata e contorta Dark, ma più coeso, suggestivo, coerente e con un’eroina intrigante.

1899 va dalle parti di Dark, ma è più maturo

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Ci sono serie high concept che hanno talmente tante pretese da risultare insoddisfacenti anche quando sono all’altezza delle aspettative. Era più o meno quello che ci aspettavamo da 1899, dal 17 novembre su Netflix, ma siamo contenti di essere stati smentiti. 1899 è un period fantascientifico dalle atmosfere suggestive e perturbanti, con la fortuna di avere la splendida Emily Beecham di Badlands come eroina di una produzione di innegabile audacia dove la realtà assume diversi significati e aspetti. La serie dei Baran bo Odar e Jantje Friese di Dark è un susseguirsi di misteri che si intrecciano e fagocitano a vicenda, ma tutti incentrati sul concetto fluido di realtà, di spazio e di tempo. La storia è per lo più ambientata su una nave di nome Kerberos che ospita passeggeri provenienti da tutto il mondo. È un affascinante melting pot di culture – ci sono inglesi, francesi, tedeschi, polacchi, danesi, portoghesi, cinesi, giapponesi, e ognuno conversa nella propria lingua rendendo l’ascolto accattivante – e individui di ogni parte del mondo accomunati da un’unica intenzione: partire per l’America per non fare mai più ritorno.

Verso il Nuovo Mondo

1899, Alexandre Willaume in una scena della serie
1899, Alexandre Willaume in una scena della serie Netflix

Ognuno fugge o è spinto da qualcosa che lo ossessiona: il dolore di una perdita, la religione, la schiavitù, la violenza, l’orientamento sessuale e altro ancora. Il viaggio dovrebbe durare una settimana e terminare a New York. Ma a metà strada la Kerberos incrocia la Prometheus, nave scomparsa dai radar quattro mesi prima. La sua improvvisa ricomparsa incuriosisce i passeggeri e il capitano decide di deviare il percorso per operare i soccorsi. È l’inizio di una serie di eventi sempre più opprimenti e di una missione controversa e osteggiata che mette tutti contro tutti e rischia di degenerare ulteriormente nell’ambiente claustrofobico della nave, circondata dall’oceano infinito. Come se non bastasse, alle tensioni sociali e contingenti si aggiunge la presenza di un bambino inquietante e portatore di sventura, e di eventi inquietanti e fatali che non sembrano avere nessun senso. Il mistero principale ruota attorno alla Maura di Emily Beecham, medico e figlia di uno scienziato dalla fama discutibile. È alla ricerca del fratello, che potrebbe essere scomparso con la Prometheus. Il tormentato e alcolizzato capitano della nave, Eyk (Andreas Pietschmann di Dark) diventa suo partner nelle indagini legate agli oscuri eventi innescati dall’incontro con la Prometheus, e insieme si spingono sempre più nella profondità di segreti folli che trascendono la fisica e la filosofia. Il resto dei passeggeri si trasforma in vittime o carnefici, mentre la tragedia incalza e diventa cruciale capirne le cause prima che diventi troppo tardi.

Meglio di Dark? Meglio di Lost?

1899, Emily Beecham, Isaak Dentler, Andreas Pietschmann, Niklas Maienschein e Tino Mewes in una scena della serie
1899, Emily Beecham, Isaak Dentler, Andreas Pietschmann, Niklas Maienschein e Tino Mewes in una scena della serie Netflix

1899 segue la scia di Dark, altra serie sci-fi tedesca di Netflix considerata tra le più contorte sui viaggi nel tempo; è un period elegante dalla fotografia fosca, desaturata e seducente e un fine thriller psicologico algido ed emozionante al tempo stesso. È anche un giallo, di quelli alla Assassinio sull’Orient Express o alla Dieci piccoli indiani dove un gruppo di personaggi è costretto in un luogo circoscritto: sono tutti sconosciuti, nessuno è di per sé innocente, sono tutti l’uno contro l’altro in uno spazio ristretto dove alcuni sono destinati a perire mentre altri danno la caccia al colpevole. Gli indizi sono centellinati a dovere, messi quasi sempre nel punto giusto. Il rischio dello show è che la risoluzione dell’enigma non giustifichi la fatica da parte dello spettatore di restare sempre all’erta mentre va a caccia di un mistero profondo, senza che il tutto diventi troppo astruso e sfuggente, dissuadendo gli spettatori estenuati dal districare i nodi del mistero. Per fortuna, 1899 non è tanto criptica da farci disamorare dei personaggi, mai abbandonati dalla trama a favore dell’enigma. Gli eventi di 1899 sono commentati da una colonna sonora ossessiva che aggiunge un ulteriore strato di inquietudine a un’ambientazione già angosciante; è zeppa di personaggi curiosi e, come accennato, gode della presenza di un’attrice altera e passionale al tempo stesso come la Beecham. Vorremmo dire molto di più ma gli spoiler ci limitano: basti aggiungere che 1899 è un rompicapo avvincente. A volte la logica vacilla, ma senza mai implodere o far venire meno l’interesse del pubblico. Non sappiamo ancora dire se sia troppo intricata, o se alla fine tutti i tasselli andranno al loro posto per fornire una risposta soddisfacente alla Lost… possibilmente senza essere alla Lost.

1899, la locandina della serie

Scheda

Titolo originale: 1899
Creata da: Baran bo Odar, Jantje Friese
Regia: Baran bo Odar
Paese/anno: Stati Uniti, Germania / 2022
Genere: Horror, Drammatico, Storico
Cast: Jonas Bloquet, Aneurin Barnard, Emily Beecham, Clara Rosager, Isabella Wei, Maria Erwolter, Martin Greis-Rosenthal, Alexandre Willaume, Andreas Pietschmann, Anton Lesser, Lucas Lynggaard Tønnesen, Mathilde Ollivier, Miguel Bernardeau, Richard Hope, Rosalie Craig
Sceneggiatura: Emil Nygaard Albertsen, Jerome Bucchan-Nelson, Juliana Lima Dehne, Joshua Long, Baran bo Odar, Darío Madrona, Jantje Friese, Emma Ko, Coline Abert
Fotografia: Nikolaus Summerer
Montaggio: Sofia Lindgren, Anja Siemens, Denis Bachter, Ascanius Böttger
Musiche: Ben Frost
Produttore: Baran bo Odar, Pat Tookey-Dickson, Jantje Friese
Casa di Produzione: Netflix, Dark Ways
Distribuzione: Netflix

Data di uscita: 17/11/2022

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Giornalista pubblicista, persona per niente seria. Fissata con gli anni ’80, la fantascienza e l’horror, i film di arti marziali e le serie coreane, i cartoni animati e i manga. E altre cose, ma non ne scrivo.

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