NOVEMBER – I CINQUE GIORNI DOPO IL BATACLAN

NOVEMBER – I CINQUE GIORNI DOPO IL BATACLAN

Se November – I cinque giorni dopo il Bataclan ha un impatto così forte sul pubblico, ciò è dovuto non soltanto all’approccio registico adottato da Cédric Jimenez, ma anche alla stretta correlazione agli attentati del 13 novembre 2015, ancora così tristemente attuali. Ed è proprio questo quel “fattore in più” che va ad arricchire un thriller sì ben realizzato, sì ben scritto e interpretato, ma anche dalla forma piuttosto classica.

Caccia senza tregua

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Tutti ricordiamo quel triste venerdì 13 novembre 2015, in cui alcuni attentati che hanno avuto luogo a Parigi – in primis quello all’interno del locale Bataclan – hanno sconvolto la vita di migliaia di persone (e della Francia) per sempre. Tutti sappiamo come, da ormai numerosi decenni a questa parte, il cinema francese vanti una rispettabile tradizione per quanto riguarda il genere polar (con tutte le dovute varianti, s’intende). Cosa accadrebbe, dunque, se tali realtà si incontrassero? Presto detto. Fuori concorso al Festival di Cannes 2022, e ora in arrivo anche nelle sale italiane, November – I cinque giorni dopo il Bataclan – l’ultima fatica del regista Cédric Jimenez – ci racconta appunto ciò che è accaduto in seguito ai drammatici attentati, esclusivamente dal punto di vista delle squadre antiterrorismo. Una scelta, la presente, indubbiamente interessante, seppur con qualche piccola mancanza. Ma andiamo per gradi.

Da Atene a Parigi

November - I cinque giorni dopo il Bataclan, Sofian Khammes in una scena
November – I cinque giorni dopo il Bataclan, Sofian Khammes in una scena del film

November – I cinque giorni dopo il Bataclan si apre dunque ad Atene, dieci mesi prima dell’attentato. Un pericoloso terrorista sfugge all’arresto da parte delle forze dell’ordine francesi. Fred, il comandante della squadra incaricata – impersonato da Jean Dujardin – sembra immediatamente intuire che la fuga dell’uomo potrebbe rivelarsi molto più pericolosa del previsto. Dieci mesi dopo, a Parigi, improvvisamente i telefoni iniziano a squillare tutti insieme e la città sembra impazzita: ci sono state delle sparatorie e pare ci siano anche molti morti e feriti. Fred è pronto a rintracciare i colpevoli, molti dei quali, purtroppo, si sono già dati alla fuga. Insieme a lui, numerosi altri colleghi provenienti da diverse sezioni si mobiliteranno su diversi fronti al fine di poter far luce sui fatti e rintracciare gli attentatori.

Il giusto approccio

November - I cinque giorni dopo il Bataclan, una sequenza
November – I cinque giorni dopo il Bataclan, una sequenza del film

Volendo considerare November I cinque giorni dopo il Bataclan da un punto di vista prettamente tecnico, non possiamo non riconoscere a questo lungometraggio di Jimenez un’ottima maestria per quanto riguarda la gestione dei ritmi e dei vari risvolti narrativi. Già, perché, di fatto, durante la visione non si ha quasi mai il tempo di riprendere fiato e non si può far altro che rimanere incollati allo schermo dall’inizio alla fine. Ritmi serrati, insieme a una musica incalzante e a un montaggio al cardiopalma ben si sposano, al contempo, con una regia che a tratti si rifà ai canoni del pedinamento zavattiniano (con tanto di riprese alle spalle dei personaggi) e che non disdegna nemmeno primi e primissimi piani dei suoi protagonisti, enfatizzando in modo mai banale o scontato la tensione e le emozioni vissute da ognuno di loro (rese vive e pulsanti sullo schermo grazie anche alle ottime performance non solo di Dujardin, ma anche di Anaïs Demoustier, di Sandrine Kiberlain e di Jérémie Renier).

Attualizzare formule collaudate

November - I cinque giorni dopo il Bataclan, Lyna Khoudri e Anaïs Demoustier in una sequenza
November – I cinque giorni dopo il Bataclan, Lyna Khoudri e Anaïs Demoustier in una sequenza del film

Se, dunque, questo November I cinque giorni dopo il Bataclan ha un impatto così forte sul pubblico, ciò è dovuto non soltanto all’approccio adottato da Jimenez, ma (come ben possiamo immaginare) anche alla stretta correlazione agli attentati del 13 novembre, ancora così recenti, ancora così tristemente attuali. Ed è proprio questo quel “fattore in più” che va ad arricchire un thriller sì ben realizzato, sì ben scritto e interpretato, ma anche dalla forma piuttosto classica, che nulla aggiunge e nulla toglie a quanto realizzato non soltanto in Francia, ma anche nel resto del mondo nel corso degli anni passati. November I cinque giorni dopo il Bataclan si lascia indubbiamente seguire. Per sapere per quanto tempo il pubblico se ne ricorderà, però, è ovviamente ancora troppo presto.

November - I cinque giorni dopo il Bataclan, la locandina italiana
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Scheda

Titolo originale: Novembre
Regia: Cédric Jimenez
Paese/anno: Francia / 2022
Durata: 106’
Genere: Drammatico, Poliziesco, Thriller
Cast: Anaïs Demoustier, Jean Dujardin, Lyna Khoudri, Raphaël Quenard, Sandrine Kiberlain, Sofian Khammes, Stéphane Bak, Cédric Kahn, Hugo Dillon, Julien Sibre, Jérémie Renier, Quentin Faure, Sami Outalbali, Aude Gogny-Goubert, Darren Muselet, Jérémy Lopez, Lyes Kaouah, Sarah Afchain, Sophie Cattani, Victoire Du Bois
Sceneggiatura: Olivier Demangel, Cédric Jimenez
Fotografia: Nicolas Loir
Musiche: Guillaume Roussel
Produttore: Nicolas Dumont, Eric Juhérian, Antoine Lafon, Mathias Rubin, Cédric Iland, Bastien Sirodot, Hugo Sélignac
Casa di Produzione: StudioCanal, France Télévisions, Ekome, Canal+, Ciné+, La Banque Postale Image 14, Récifilms, Umedia, Chi-Fou-Mi Productions, France 2 Cinéma, uFund
Distribuzione: Adler Entertainment

Data di uscita: 20/04/2023

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Dopo la laurea in Lingue Moderne, Letterature e Scienze della Traduzione presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono diplomata in regia e sceneggiatura presso l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith di Roma, con un workshop di critica cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Dal 2013 scrivo di cinema con il blog Entr’Acte, con il quotidiano Roma e con le testate CineClandestino.it, Mondospettacolo, Cabiria Magazine, e, ovviamente, Asbury Movies. Presidente del Circolo del Cinema "La Carrozza d'Oro", nel 2019 ho fondato la rivista Cinema Austriaco.

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