UN MATRIMONIO MOSTRUOSO

UN MATRIMONIO MOSTRUOSO

Un matrimonio mostruoso, sequel della commedia risalente a due anni fa Una famiglia mostruosa, ripropone la stessa formula del suo predecessore, tra comicità blandamente cinepanettonesca e coté altrettanto blandamente gotico; una formula diluita tuttavia in un plot dai mille rivoli, fin troppo cervellotico per il tipo di comicità facile e di grana grossa che il regista Volfango de Biasi vuole proporre.

Parenti orripilanti

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Sono passati poco meno di due anni da quando, ancora in pieno periodo post-Covid, usciva al cinema Una famiglia mostruosa: un tentativo, da parte del regista Volfango de Biasi, di svecchiare la più classica commedia familiare italica con un tocco blandamente horror. Il successo, in quell’autunno 2021, non fu esattamente travolgente, ma nondimeno, evidentemente – complici forse le ancora presenti restrizioni – fu reputato sufficiente per mettere in cantiere un sequel; in questo Un matrimonio mostruoso, uscito in questo primissimo scorcio di estate, torna gran parte del cast che aveva animato il prototipo, con in primo piano il Conte Vladimiro di Massimo Ghini e la Stella di Ilaria Spada, aspiranti sposi per interesse (soprattutto) dell’umana, dopo la fuga del di lei marito Nando; quest’ultimo, dato prematuramente per morto, è in realtà sparito in un paradiso fiscale con la stessa sorella gemella di Stella, con grande rabbia e imbarazzo della donna e del di lui fratello, consorte della fuggiasca e a sua volta innamorato non ricambiato della cognata. Minacciata dai creditori e dallo stesso padre strozzino, Stella cerca di rimediare al disastro incombente proponendosi di sposare il consuocero Vladimiro; questi, infatti, è in crisi matrimoniale ormai conclamata con la moglie Brunilde, attualmente quasi priva dei suoi poteri a causa della “stregopausa”.

Intrighi “mostruosi” e ramificati

Un matrimonio mostruoso, Paolo Calabresi in una scena
Un matrimonio mostruoso, Paolo Calabresi in una scena del film

La semplice esposizione del plot di questo Un matrimonio mostruoso può dare un’idea dei tanti rivoli (e non li abbiamo nemmeno citati tutti) in cui si scinde il racconto del film di De Biasi, probabilmente fin troppo elaborato per il tipo di comicità immediata e (diciamolo pure) di grana grossa che il film vuole proporre. Uno dei risultati inevitabili – ma, almeno questo, programmato – è la messa in secondo piano dei due protagonisti del precedente capitolo, gli Adalberto e Luana interpretati rispettivamente da Cristiano Caccamo ed Emanuela Rei; i due, qui, sono alle prese con la genitorialità, con la ricerca di un difficile equilibrio tra i ruoli, e soprattutto con due (troppo) vivaci lupacchiotti mannari, che non mancheranno di provocare problemi con le immancabili gag familiari a coinvolgere i due personaggi, relegati com’è facile immainare in un ruolo secondario. Gag che comunque non mancano neanche negli altri subplot in cui la trama si ramifica, tra cui quello concernente i tentativi frustrati dell’avvocato truffatore Remo (interpretato da Ricky Memphis) di sedurre la cognata Stella, e quello che gira intorno al di lei padre Glauco (un sempre efficace Maurizio Mattioli) che perde la testa per uno zio Nanni che, col volto di Paolo Calabresi, si è visto impiantare il cervello nientemeno che di Isadora Duncan.

Una struttura che scricchiola

Un matrimonio mostruoso, Paola Minaccioni in una sequenza
Un matrimonio mostruoso, Paola Minaccioni in una sequenza del film

Come già il suo predecessore, non si può dire che Un matrimonio mostruoso non faccia discretamente bene il suo lavoro, che è quello di offrire un intrattenimento facile e senza pretese, ottenuto grazie a buoni tempi comici e a gag collaudate, oltre che a uno stuolo di interpreti e caratteristi tutti ben rodati (in questo senso, non disturba neanche il recasting del personaggio di Brunilde, la cui bacchetta magica – arrugginita ma sempre pronta a colpire – passa da Lucia Ocone a Paola Minaccioni). Tuttavia il risultato (complice una sceneggiatura esageratamente cervellotica per la blanda sostanza del materiale, e qualche riferimento “alto” – la figura di Isadora Duncan, le citazioni da A qualcuno piace caldo – che difficilmente il pubblico di riferimento coglierà) è decisamente meno efficace di quello del prototipo, capace di funzionare più nella singola gag e nelle battute fulminanti (e sono tante, merito soprattutto della dimestichezza degli interpreti coi rispettivi personaggi) che nel quadro complessivo. La trama sfilacciata, in cui si avverte la sottoutilizzazione dei due protagonisti del film principale – probabilmente inseriti più per ragioni contrattuali che per altro – alla lunga finisce per stancare, mentre la riproposizione delle hit Tintarella di luna e I Watussi appare più come una concessione all’ala più stagionata del pubblico di famiglie a cui ci si rivolge, che come una trovata davvero efficace.

Una formula anzitempo usurata

Un matrimonio mostruoso, Ricky Memphis in una scena
Un matrimonio mostruoso, Ricky Memphis in una scena del film

Non si può quindi dire, in definitiva, che si avvertisse la reale esigenza di un sequel come questo Un matrimonio mostruoso, la cui uscita rappresenterà probabilmente una sorpresa (magari non sgradita, ma pur sempre in tono minore) in primis per quella fetta di pubblico che, in quell’autunno 2021 ancora segnato dallo spettro della pandemia, aveva deciso di rilassarsi un po’ col film originale. La necessità di un bis, in questo senso, resta più che mai dubbia. E poi, diciamocelo chiaramente: la formula – chiaramente debitrice (un po’ fuori tempo massimo) all’immortale La famiglia Addams – dopo due film appare già anzitempo usurata. Se si vuole assistere davvero alle gesta di una famiglia gotica e anticonvenzionale, non c’è miglior scelta che rispolverare gli originali, ancora straordinariamente moderni e ben più ficcanti nella comicità di queste copie sbiadite e simpaticamente caciarone. Oppure, perché no, ripassarsi le gesta della Mercoledì teenager in versione burtoniana, di cui attendiamo una seconda stagione che si annuncia scoppiettante. Qui, si può sperare al massimo in qualche effimera risata, frutto di una comicità di derivazione cinepanettonesca innestata alla bell’e meglio su un tessuto familiare da commedia all’italiana, con blando sottofondo gotico. Un mix che, al secondo tentativo, ha già detto tutto quel poco che aveva da dire.

Un matrimonio mostruoso, la locandina del film
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Scheda

Titolo originale: Un matrimonio mostruoso
Regia: Volfango De Biasi
Paese/anno: Italia / 2023
Durata: 101’
Genere: Commedia, Fantastico
Cast: Paolo Calabresi, Sara Ciocca, Massimo Ghini, Paola Minaccioni, Cristiano Caccamo, Vincenzo Sebastiani, Claudio Gregori, Elisa Di Eusanio, Ilaria Spada, Ricky Memphis, Brice Martinet, Emanuela Rei, Maurizio Mattioli, Fortunato Marco Iannaccone, Irene Girotti
Sceneggiatura: Alessandro Bencivenni, Volfango De Biasi, Filippo Bologna, Michela Andreozzi
Fotografia: Roberto Forza
Montaggio: Stefano Chierchiè
Musiche: Michele Braga
Produttore: Fulvio Lucisano, Federica Lucisano
Casa di Produzione: Italian International Film, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 21/06/2023

Trailer

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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