DIABOLIK – CHI SEI?

DIABOLIK – CHI SEI?

Con Diabolik - Chi sei?, presentato in anteprima nella sezione Grand Public della 18a Festa del Cinema di Roma, i Manetti Bros. salutano il personaggio creato dalle sorelle Giussani con quello che è forse il film più maturo e compiuto della trilogia: un episodio in cui sia loro, sia il protagonista Giacomo Gianniotti, sembrano ormai essersi appropriati compiutamente del personaggio e delle logiche narrative sottese al suo mondo.

Arrivederci, Diabolik

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Quella di Diabolik, a parere di chi scrive, è una saga cinematografica che è andata in crescendo. Dopo un primo episodio, uscito nel 2021, in cui i Manetti Bros. si erano rivelati forse troppo preoccupati di risultare filologicamente fedeli al personaggio creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, e un sequel, risalente a un anno dopo, in cui veniva approfondita in modo efficace la dialettica tra l’imprendibile ladro e la sua nemesi storica Ginko, questo Diabolik – Chi sei? chiude il cerchio nel migliore dei modi, col mestiere che i due registi hanno sempre dimostrato unito a una grande, rinnovata consapevolezza. Una chiusura di trilogia in cui i due enfant terrible del cinema di genere italiano dimostrano di essersi finalmente impadroniti in toto del personaggio e delle dinamiche delle sue storie, e in cui contemporaneamente il protagonista Giacomo Gianniotti (subentrato a partire dal precedente film al precedente interprete Luca Marinelli) può dare un ottimo saggio di recitazione, potendo apparire per gran parte del film – a differenza di quanto era accaduto nel capitolo precedente – a volto scoperto e senza travestimenti. Sia chiaro, chi scrive era tra coloro che non avevano affatto disprezzato la lettura interpretativa gelida e quasi straniante che Marinelli aveva dato del re del terrore nel film del 2021; tuttavia, per questo terzo episodio vale a maggior ragione quello che avevamo già evidenziato per il capitolo precedente: in una costruzione narrativa che (consapevolmente) scava a fondo nella psicologia del personaggio e ne umanizza i tratti, Gianniotti trova la giusta chiave di volta per approcciarvisi, contemperando la durezza dello sguardo con uno spettro emotivo più ampio, e a volte volutamente contraddittorio. Una conditio sine qua non, probabilmente, per approcciarsi nel migliore dei modi a un soggetto come quello di Diabolik – Chi sei?

Faccia a faccia

Diabolik - Chi sei, Valerio Mastandrea in una scena del film dei Manetti Bros.
Diabolik – Chi sei, Valerio Mastandrea in una scena del film dei Manetti Bros.

La trama di questo terzo e (a quanto pare) ultimo capitolo della saga dei Manetti è liberamente ispirata all’omonimo albo della serie a fumetti, quello in cui i due nemici giurati Diabolik e Ginko si trovano prigionieri faccia a faccia. Nel plot, all’interno del contesto criminale di Clerville, lo stesso ”astro” di Diabolik sembra essere ormai un po’ in ribasso: nella città imperversa infatti una spietata banda di rapinatori, ben organizzata quanto apparentemente imprendibile, che ha dirottato su di se gran parte degli sforzi della polizia guidata dall’ispettore Ginko (che ha ancora una volta il volto di Valerio Mastandrea). Quando il re del terrore, insieme all’inseparabile Eva Kant – interpretata anche qui da Miriam Leone – organizza il furto di un’ingente somma di denaro dalla cassaforte di una nobildonna, la banda arriva ancora una volta prima di lui: il successivo tentativo, da parte del ladro, di fare irruzione in quello che sembra essere il quartier generale della gang, per mettere le mani sul bottino, si trasforma in una disfatta e nella prigionia dello stesso Diabolik. Ma, nel frattempo, anche Ginko si è mosso per suo conto per sgominare la banda, penetrando a sua volta nella casa di colui che sembra esserne il capo, e finendo infine anche lui nelle mani dei criminali. Trovatisi quindi, per la prima volta, in una situazione di prigionia condivisa, i due nemici giurati si lasciano andare a impensabili confidenze, in quella che pensano sia l’imminenza della fine. Ma intanto, altrove, le rispettive compagne Eva Kant e Altea di Vallenberg (quest’ultima col volto di Monica Bellucci) non sembrano voler rimanere con le mani in mano, muovendosi per proprio conto per tentare di liberarli.

Irresistibile manierismo pop

Diabolik - Chi sei, Lorenzo Zurzolo in una scena del film dei Manetti Bros.
Diabolik – Chi sei, Lorenzo Zurzolo in una scena del film dei Manetti Bros.

Le prime sequenze di Diabolik – Chi sei? ripropongono quell’estetica filologicamente fedele al fumetto (e alla società che questo metteva in scena e insieme trasfigurava, quella della fine degli anni ‘60) che al terzo film sembra avere ormai un po’ lo scopo di far “sentire a casa” lo spettatore: via libera, ancora una volta, ai metallici esterni delle strade di Clerville e alle architetture art déco, ai colori accesi della fotografia e alle tonalità progressive della colonna sonora firmata da Pivio e Aldo De Scalzi; via libera agli split screen e alle citazioni – qui troviamo un prologo quasi horror che guarda a Tenebre di Dario Argento, e una successiva sequenza in uno strip club che occhieggia chiaramente a Milano calibro 9 di Fernando di Leo; via libera a quel consapevole e a tratti irresistibile manierismo che punta a costruire un mondo piacevolmente separato dalla realtà – anche quella del periodo storico a cui convenzionalmente ci si rifà – tra ladri imprendibili e innominabili tresche tra nobildonne e poliziotti, accessori ipertecnologici e al contempo deliziosamente retro, maschere che celano o forse rivelano tratti altri dell’identità, e una violenza tanto stilizzata quanto – laddove ce ne sia necessità – fisica e diretta nella rappresentazione. Di questo terzo episodio, tuttavia, salta all’occhio subito un’iniziale, maggior linearità nella trama (solo una volta, nei minuti iniziali, appare uno dei “rewind” a cui siamo stati abituati, nella prefigurazione di un’azione dei due protagonisti); le sorprese, piuttosto che nei twist e rovesciamenti narrativi che avevano caratterizzato i due film precedenti, sono contenute tutte nel lungo flashback che narra l’”educazione criminale” del protagonista, in cui l’estetica stessa del film – e lo stesso gusto cinematografico a cui si rifà – si trasformano ulteriormente. Evitiamo qui, volutamente, di dire in che modo, visto che in un film come questo le sorprese visive contano quanto (e forse più) di quelle narrative.

La fine di un piacevole viaggio

Diabolik - Chi sei, Miriam Leone e Monica Bellucci in una sequenza del film dei Manetti Bros.
Diabolik – Chi sei, Miriam Leone e Monica Bellucci in una sequenza del film dei Manetti Bros.

Diabolik – Chi sei?, in ogni caso, cattura gli occhi quanto e più dei due episodi precedenti, mostrando, da parte dei due talentuosi registi, da un lato una raggiunta, perfetta padronanza di quel mondo mutuato – e fatto proprio – a partire dal fumetto, dall’altro un’ormai acquisita dimestichezza coi meccanismi narrativi che alle sue storie sottendono. È questo secondo aspetto, probabilmente, a segnare a nostro avviso la miglior riuscita di questo capitolo conclusivo rispetto ai suoi predecessori: e questo è vero specie laddove il film chiude gli archi narrativi di protagonista e antagonista, approfondisce ulteriormente le figure di Eva e Altea, già portate in primo piano nel film precedente (e, a questo proposito, la stessa Monica Bellucci sembra essersi a sua volta appropriata davvero del suo personaggio, qui decisamente più funzionale e integrato nella narrazione) e pone i due nemici l’uno di fronte all’altro per un confronto diretto e un reciproco riconoscimento, ribadendone ancor più chiaramente la natura mitica e il carattere di archetipi. Viene in mente, a questo proposito, l’analogo confronto diretto – in una situazione molto simile – di Lupin e Zenigata nell’indimenticato Il castello di Cagliostro di Hayao Miyazaki, a segnare un punto di contatto tra i due personaggi – e tra i due mondi – forse non casuale: per quanto, tra le fonti del ladro creato a suo tempo da Monkey Punch, il personaggio delle sorelle Giussani non sia mai stato esplicitamente citato, si sa che le influenze a volte viaggiano attraverso strade imprevedibili, non sempre dirette e non sempre consapevoli. La collaborazione tra i due nemici dura lo stretto necessario, ovviamente: giusto il tempo di arrivare a una comprensione reciproca che serve solo a sostanziare le rispettive posizioni, a beneficio proprio e dello spettatore. Uno spettatore a cui, sui titoli di coda, in fondo un po’ dispiace che questo viaggio a Clerville sia (apparentemente) terminato.

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Locandina

Diabolik - Chi sei, la locandina del film dei Manetti Bros.

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Scheda

Titolo originale: Diabolik – Chi sei?
Regia: Marco Manetti, Antonio Manetti
Paese/anno: Francia, Italia / 2023
Durata: 124’
Genere: Azione, Poliziesco
Cast: Paolo Calabresi, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci, Massimiliano Rossi, Miriam Leone, Carolina Crescentini, Mario Sgueglia, Pier Giorgio Bellocchio, Amanda Campana, Barbara Bouchet, Giacomo Gianniotti, Francesco Turbanti, Andrea Arru, Emanuele Linfatti, Giacomo Giorgio, Lorenzo Zurzolo, Chiara Martegiani, Max Gazzè, Michele Ragno, Stefano Moretti
Sceneggiatura: Antonio Manetti, Marco Manetti
Fotografia: Angelo Sorrentino
Montaggio: Federico Maria Maneschi
Musiche: Aldo De Scalzi, Pivio
Produttore: Pier Giorgio Bellocchio, Carlo Macchitella, Marco Manetti, Antonio Manetti
Casa di Produzione: Rai Cinema, Mompracem, Astorina, Bleidwin
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 30/11/2023

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Giornalista pubblicista e critico cinematografico. Collaboro, o ho collaborato, con varie testate web e cartacee, tra cui (in ordine di tempo) L'Acchiappafilm, Movieplayer.it e Quinlan.it. Dal 2018 sono consulente per le rassegne psico-educative "Stelle Diverse" e "Aspie Saturday Film", organizzate dal centro di Roma CuoreMenteLab. Nel 2019 ho fondato il sito Asbury Movies, di cui sono editore e direttore responsabile.

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