U.S. PALMESE

U.S. PALMESE

Dopo la diabolika trilogia in cui i Manetti Bros. hanno messo intelligentemente i loro stilemi al servizio dello spirito e delle atmosfere del fumetto, con U.S. Palmese i due fratelli tornano “liberi”. Al netto di qualche sbavatura, la loro capacità di girare e divertire resta comunque evidente riuscendo stavolta anche a emozionare. Ci viene infatti raccontato il calcio nella sua essenza più pura e fanciullesca, tramite una vicenda di crescita e di riscatto personali. In anteprima alla 19a Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public.

Riscaldamento

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Dura la vita se sei una promettente stella del calcio che conta, limitata però da un temperamento e un’attitudine non proprio professionali. Ne sa qualcosa Etienne Morville (Blaise Alfonso) che, in seguito all’ennesima escandescenza e scandalo social, ha come unica possibilità di riscatto della propria immagine quella di andare a giocare temporaneamente nella dilettantistica squadra locale di Palmi. Un’esperienza che cambierà le sorti non solo di una carriera ma di tutta una piccola città calabrese. Con una sceneggiatura scritta insieme a Luna Gualano, i Manetti Bros. si spostano con questo U.S. Palmese ancora più a sud rispetto alle storie raccontate in Song’e Napule (2013) e Ammore e malavita (2017) per raccontare crescite personali prima che sportive e che passano attraverso sogni solo apparentemente irrealizzabili.

Primo tempo

U.S. Palmese, un momento del film
U.S. Palmese, un momento del film

Ma il calcio è davvero l’oppio dei popoli? Lo afferma con una certa baldanza la poetessa Adele Ferraro (Claudia Gerini) prima di essere colpita anch’essa dall’entusiasmo che coinvolge tutta Palmi. Una febbre a 90° che, partendo da Don Vincenzo (Rocco Papaleo), finisce inevitabilmente per dilagare in tutto il paese. Non esiste infatti una struttura ospedaliera per curarla ma l’idea di formulare un’offerta per ingaggiare la stellina Morville, tanto folle quanto incredibile nella sua realizzazione. Abituati come siamo a considerare il calcio come qualcosa che di sportivo ha ormai ben poco, vede nel tornare allo spirito di partenza dei primi calci a un pallone l’unico antidoto a questo irreversibile processo. Un qualcosa dal quale non sono immuni nemmeno i calciatori/azienda, di cui Etienne è l’emblema mentale e materialistico, personaggi di successo ma privi di quella testa necessaria per mantenersi ulteriormente e andare oltre la “noia”. Un concetto semplice nella sua purezza, già visto anche in tanti spot di grandi colossi come Adidas ad esempio, ma che in U.S. Palmese riesce anche a emozionare; e ci riesce per la genuinità con cui viene raccontato, proprio tramite il personaggio interpretato da Rocco Papaleo che crea una sorta di staffetta con l’Etienne bambino delle banlieue parigine.

Secondo tempo

U.S. Palmese, Rocco Papaleo in una scena del film
U.S. Palmese, Rocco Papaleo in una scena del film

La realtà che si mischia alla fantasia (la presenza dei vari giornalisti, opinionisti e telecronisti di Sky che si prestano alla causa è notevole), la capacità di gestire simpatici comprimari sui quali svetta l’allenatore della squadra Mimì Bagalà (Max Mazzotta): sono questi alcuni degli elementi che animano da sempre il cinema dei Manetti Bros. e che ritroviamo in U.S. Palmese, anche se con qualche offside. Alcune tematiche, neanche troppo necessarie, restano un po’ abbozzate come i segreti svelati tra don Vincenzo e la figlia Concetta (Giulia Maenza); determinati espedienti non possono che essere ovvi, come i rimandi anime a Holly e Benji per raccontare determinate fasi di gioco e gesti tecnici. Anche l’idea di una piccola realtà provinciale del Sud Italia fondata sulla semplicità e sulla reiterazione quotidiana di piccoli gesti contrapposti alla frenesia e ai soldi delle metropoli (e della Serie A) risulta un po’ stereotipata.

Fischio finale

U.S. Palmese, Blaise Afonso in una sequenza del film
U.S. Palmese, Blaise Afonso in una sequenza del film

Nel complesso tutto si incastra in maniera così lineare da risultare solo divertente, dimostrando le capacità registiche dei due fratelli romani, che riescono quindi a toccare le corde giuste. Se tutto quello che si chiede alla pellicola è far passare quasi due ore spensierate, capaci anche di emozionare più di una vera partita di Champions League, allora U.S. Palmese è una partita che si può considerare vinta tranquillamente. E a tal proposito resta un interrogativo al quale rispondere alla fine della visione del film: un gesto tecnico di un calciatore può essere considerato al pari di un’opera d’arte per l’emozione che suscita? Togliersi di dosso qualsiasi forma di snobismo prima di rispondere.

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Locandina

U.S. Palmese, la locandina del film dei Manetti Bros.

Gallery

Scheda

Titolo originale: U.S. Palmese
Regia: Antonio Manetti, Marco Manetti
Paese/anno: Italia / 2024
Durata: 122’
Genere: Commedia
Cast: Claudia Gerini, Gianfelice Imparato, Guglielmo Favilla, Rocco Papaleo, Massimiliano Bruno, Massimo De Lorenzo, Aurora Calabresi, Mario Russo, Max Mazzotta, Blaise Afonso, Giuseppe Futia, Guillaume de Tonquédec, Luca Attadia, Adriano Fedele, Antonio di Turi, Giulia Maenza, Leo Ferrari, Lisa Do Couto Teixeira, Massimo Galante, Salvatore Costa, Vincenzo Scuruchi
Sceneggiatura: Antonio Manetti, Luna Gualano, Marco Manetti, Emiliano Rubbi
Fotografia: Angelo Sorrentino
Montaggio: Federico Maria Maneschi
Musiche: Aldo De Scalzi, Pivio
Produttore: Marco Manetti, Antonio Manetti, Pier Giorgio Bellocchio
Casa di Produzione: Mompracem, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution

Data di uscita: 20/03/2025

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Laureato in archeologia ma sempre con pericolose deviazioni cinematografiche, tali da farmi frequentare dei corsi di regia e sceneggiatura presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho partecipato per alcuni anni allo staff organizzativo dell’Irish Film Festival presso la Casa del Cinema. Da qua, il passo per dedicarmi a dei cortometraggi, alcuni dei quali per il concorso “Mamma Roma e i suoi quartieri”, è stato breve, condito anche dalla curatela di un incontro intitolato “La donna nel cinema giapponese”, focalizzato sul cinema di Mizoguchi, presso il cineclub Alphaville. Pur amando ovviamente il cinema nelle sue diverse sfaccettature, sono un appassionato di pellicole orientali, in particolare coreane, che credo occuperanno un posto rilevante nei futuri manuali di storia del cinema.

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